Lo scarabeo d’oro




 A cura di Sara Magnoli


Titolo: Lo scarabeo d’oro

Autore: Edgar Allan Poe

Illustratore: Marco Lorenzetti

Traduttore: Giancarlo Sammito

Genere: letteratura per ragazzi

Pagine: 160

Editore: Lisciani, 2018

Collana: I leoni d’oro

L’insetto dorato che conduce in una caccia al tesoro con mistero William Legrand e i suoi compagni che lui stesso non solo coinvolge ma “travolge” nella sua avventura è il perno su cui ruota il racconto scritto da Edgar Allan Poe e pubblicato per la prima volta nel giugno 1843 sul settimanale di Filadelfia “Dollar Newspaper”.

 

Una storia che non rientra propriamente nel genere “giallo” o poliziesco, ma che contiene in sé già le componenti del mistero di cui Poe sarà primo grande esempio e immenso maestro, con messaggi cifrati e codici da interpretare, oltre a veri e propri giochi di parole.

Narrata in prima persona dall’amico che Legrand, rampollo di una ricca famiglia costretta ora in miseria da diverse avversità e che vive con il fedele servo Jupiter in una capanna in un bosco della Carolina del Sud, la vicenda parte dal ritrovamento di uno scarabeo color oro. Legrand ne è estasiato, soprattutto quando, mostrando uno schizzo che ha fatto dell’insetto al suo amico, la forma gli appare come il disegno di un teschio. Da lì una vera e propria “caccia la tesoro di capitan Kidd” sulla base di una vecchia mappa e con lo scarabeo al seguito.

Ci fermiamo qui: quello che accade durante la ricerca è da scoprire leggendo, per evitare anche il minimo accenno a uno “spoling” che rovinerebbe l’esercizio di ricerca e logica al quale Poe invita.

 

A scuola

Consigliato dall’ultimo biennio della scuola primaria, “Lo scarabeo d’oro” è una lettura molto interessante per i ragazzi, perché aiuta all’analisi del genere giallo vero e proprio, di cui Edgar Allan Poe, con “I delitti della Rue Morgue” del 1841, è considerato l’iniziatore.

La figura di Poe, nella letteratura, è in generale importantissima e utilissima per analizzare il genere e comprende le differenze tra quanto si definisce giallo, l’horror, e più in generale la tematica del mistero da risolvere anche in un racconto di avventura.

La riscoperta di Poe, di cui sono state pubblicate in questi anni interessanti traduzioni anche con linguaggi più moderni, seppur fedelissimi all’opera originaria, adatte a un pubblico anche di giovanissimi lettori, è fondamentale per capire le dinamiche del giallo e dell’horror, e avere a disposizioni sempre più edizioni dei suoi capolavori in versione integrale è un’operazione non solo letteraria, ma anche didattica di grande importanza.



Due parole con il direttore della collana “I LEONI D’ORO”

A dirigere la collana “I leoni d’oro” edita da Lisciani è uno dei massimi esperti di letteratura e didattica infantile, Livio Sossi. Professore di storia e letteratura per l’infanzia all’università di Udine e all’università del Litorale di Capodistria, saggista, formatore, conduttore del programma radiofonico di letteratura per ragazzi “Doroty & Alice” su radio Capodistria, consulente e direttore editoriale per diverse collane, consulente scientifico e curatore di mostre e manifestazioni nel settore anche dell’illustrazione. Sossi ha ottenuto importanti riconoscimenti per la sua opera e il suo lavoro.

Livio Sossi, come si caratterizza la collana “I leoni d’oro”?

Il criterio condiviso con Giuseppe Lisciani è quello di proporre nomi molto noti con opere meno note. Esempi, oltre a questa pubblicazione dello Scarabeo d’oro di Poe, sono “Alice dei piccoli” di Lewis Carrol, scritta vent’anni dopo le più famose avventure di Alice nel paese delle meraviglie e pensata per i più piccoli, o “La fiaba del serpente” di Goethe. Scegliamo autori che non sono rieditati da tempo oppure opere mai tradotte, e che comunque mancano da anni dal mercato italiano: posso citare Annie Vivanti con “Il viaggio incantato”, il viaggio di due bambini dentro a un quadro, o Lev Tolstoj con “Il tonto alla ventura”, capolavoro della letteratura umoristica, che ripropone la traduzione del grande Giulio Lughi, pubblicata da EL nel 1980.

E adesso “Lo scarabeo d’oro”. Tutti con anche illustrazioni particolari. Anche nella scelta degli illustratori c’è un criterio preciso?

Sì. La scelta degli illustratori avviene sulla base del testo, affiancandoli al tipo di narrativa che si rileva come più in sintonia con le loro caratteristiche. Si tratta principalmente di giovani illustratori che hanno capacità notevoli e che sanno unire la loro tecnica al contenuto profondo dei libri che si vanno a pubblicare. Perché alla base della collana c’è il “problema” di accostare i bambini ai classici. Per questo affidiamo ben sedici pagine del libro agli illustratori, in una sorta di “gioco” che invita prima ad assaggiare e poi a leggere. In poche righe suscitiamo curiosità per la storia con il disegno, attraverso immagini e didascalie, come stimolo alla lettura per il bambino.

Questa collana riprende un po’ alcune tematiche portanti della sua idea di letteratura per ragazzi e di didattica legata alla lettura. Ce ne vuole parlare?

Nella mia esperienza anche di formatore noto le differenze tra l’editoria scolastica e per ragazzi: sono due mondi che non si incontrano o che difficilmente trovano un punto d’incontro. Purtroppo spesso le insegnanti stesse non conoscono l’editoria per ragazzi, se non in alcune realtà. Manca questo legame e su questo bisogna riflettere. Rispetto a vent’anni fa c’è molta più sensibilizzazione, ma occorre ancora lavorare a livello di formazione, entrando nelle scuole. Io sto curando per Lisciani una serie di testi scolastici dove vengono proposte non riduzioni, ma selezioni integrali ricavate da pubblicazioni di oltre duecentocinquanta case editrici spesso mai entrate nell’editoria scolastica, con brani di autori di tutte le regioni, così che possa essere facilitato anche un contatto diretto tra questi e le scuole. La possibilità di incontro tra autori e le classi è un punto importante.

E per quanto riguarda “I leoni d’oro” quali anticipazioni ci può fare sulle prossime pubblicazioni?

Assieme a “Lo scarabeo d’oro” è appena uscito anche “Il petalo di rosa” di Scipio Slataper, una fiaba che era stata pubblicata sul Giornalino della domenica di Vamba nel 1909. Il criterio di scelta dei nuovi titoli, già annunciati, è quello di pubblicare alcuni dei più grandi autori per bambini di Paesi come la Croazia (Ivana Brlic Mazuranič ) o la Slovenia (Fran Levstick), mai tradotti in Italia.

Sara Magnoli