L’ora nona




Recensione di Velia Speranza


Autore: Alice McDermott

Editore: Einaudi

Traduzione: Monica Pareschi

Genere: Narrativa

Pagine: 272

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. In un tardo pomeriggio d’inverno, Annie si ritrova all’improvviso sola al mondo. L’unica cosa che le resta è la bambina che porta in grembo. Di loro si prende cura suor St Saviour, che riesce a ottenere per Annie un lavoro nella lavanderia del suo convento, un posto dove madre e figlia saranno al sicuro. In questo ambiente protetto, pieno di fede, Sally, ormai cresciuta, crederà di trovare la propria vocazione. E Annie incontrerà l’amore, nonostante tutto. Eppure, perché la vita possa andare avanti, sarà necessario un ultimo sacrificio, terribile e misericordioso allo stesso tempo.

Recensione


Rimettersi in piedi nel cuore dell’inverno è un’impresa titanica. Ritrovare un equilibrio in un freddo pomeriggio di febbraio, con il ghiaccio che ricopre i vetri delle finestre ed il cuore, è da paralisi. Ma quando la vita in ballo non è solamente la propria, ci si rimbocca le maniche e si scaccia quel freddo pungente come meglio si può.

Annie sa bene quanto possa essere gelido l’inverno. Era stato proprio quel freddo a portarle via Jim, incapace di reagire, incapace di rispondere, strappandoglielo con un tubo del gas. E lei, sola ed incinta, si lascia consolare dalle vecchie braccia salde di suor St Savior, rigida e solenne quanto il suo nome. Nella lavanderia del convento, fra tinozze d’acqua bollente, vestiti ed odori di detersivi, ritaglia un posto per sé e per sua figlia. Nelle viscere sospese nel tempo, madre e figlia crescono, imparano a conoscersi e a conoscere il quartiere in cui abitano.

Eppure quella in convento non può definirsi vita. Fra quelle mura che risuonano di preghiere e misericordia, a fare da collante e a marchiare ogni gesto è il sacrificio. Le suore conoscono bene il suo sapore. Lo sentono sulla lingua quando girano con il cesto chiedendo soldi per aiutare i poveri. Lo annusano nelle case delle persone a cui offrono assistenza. Se lo ritrovano sulla carne quando mettono da parte i loro desideri per fare ciò che è giusto. In un posto simile, Annie non può sentirsi a suo agio – viva. La vita monastica non è per lei, che non ha mai avuto la vocazione e che è abituata a confondersi nel mondo, fuori dalle mura fredde del convento.

L’unica ignara di questa situazione precaria e sbagliata è Sally. Sally, figlia di un padre mai conosciuto il cui corpo riposa chissà dove. Sally, che dentro la lavanderia conserva i ricordi di una vita e che non può immaginare un’esistenza diversa – non può perché non l’ha mai assaggiata. Per questo sente una vocazione, un richiamo, che non le appartiene e vi si aggrappa con tutte le sue forze.
Quello che i suoi occhi chiusi di adolescente non vedono, però, è la verità. Sally non si accorge veramente di chi le sta intorno. Imita le suore, i loro atteggiamenti, ma non li capisce. Non capisce sua madre, per lei relegata fra il suo lavoro e le visite a Mrs Tierney.

Soprattutto, è inconsapevole del velo panneggiato sopra la sua esistenza. Il velo dell’ora nona – l’ora della passione di Cristo, del dolore e della sofferenza eterna, dell’espiazione – è una presenza sottile che la tiene avvinghiata, vittima inconsapevole. E quando se ne rende conto, quando quel velo si sposta appena e Sally rimane folgorata dalle epifanie che la accompagnano in un viaggio in treno infinito (come Paolo di Tarso sulla via di Damasco), allora non può far altro che cercare il modo di espiare, di salvare la madre da un peccato mortale rischiando la sua di salvezza.

In fondo, L’ora nona è un romanzo sul sacrificio. Proprio o altrui non importa: prima o poi, tutti si ritrovano a dover lasciar andare un pezzo della propria esistenza per amore – verso Dio, una donna, un genitore, non importa. Alice McDermott sottolinea questo aspetto con la solennità della sua scrittura, imprimendo nelle parole un sapore biblico ed il senso del sublime. Lascia che a parlare siano i sottintesi, costruendo una narrazione su due binari.

Nessuno viene meno a questa regola, nemmeno le suore che si contendono il favore e l’affetto di Sally in un gioco di perdizione e peccato, come quello intrapreso da Annie nei pomeriggi di pausa che riesce a ritagliarsi. Se non si riesce ad abbattere la tentazione, l’unica cosa che ci aspetta dall’altro lato è la dannazione eterna.

Ma questa è la visione delle suore, donne votate a Dio e ad un vincolo sacro. Per gli altri, per il resto degli uomini, peccare non è altro che vivere, come meglio si può, restando a galla aggrappandosi ad ogni scampolo di felicità possibile.

Alice McDermott


è una delle più impotanti scrittrici statunitesi contemporanee. Più volte finalista del premio Pulizer, nel 1998 vince il National Book Award con il romanzo Il nostro caro Billy. In Italia i suoi libri sono pbblicati da Einaudi.

 

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