Nebbia a Tangeri




Recensione di Francesca Mogavero


Autore: Cristina López Barrio

Editore: DeA Planeta

Traduzione: Iaia Caputo

Pagine: 336

Genere: Narrativa

Anno di pubblicazione: 2018

 

 

 

 

 

 

Sinossi. Un libro, Nebbia a Tangeri, e un nome, Paul Dingle, scarabocchiato su un taccuino. Sono gli unici indizi che Flora ha a disposizione per ritrovare l’uomo misterioso che, incontrato per caso in un bar di Madrid, le ha regalato emozioni che credeva sopite per sempre. Perché adesso che lo sconosciuto sembra sparito nel nulla, smettere di desiderarlo è come smettere di respirare: semplicemente impossibile. Così la prudente Flora si lascia tutto alle spalle e parte alla volta di Tangeri, per cercare l’autrice del romanzo e scoprire chi è davvero Paul Dingle, personaggio di carta e insieme protagonista in carne e ossa della notte che le ha stravolto la vita. Coinvolgente, esotico e pieno di svolte inattese, Nebbia a Tangeri è la storia di un doppio amore proibito che si snoda tra passato e presente. Per raccontare, attraverso un romanzo nascosto tra le pagine di un altro romanzo, la vertigine del desiderio e i misteri più profondi del cuore.

 

 

Recensione

Chi siamo quando nessuno ci guarda?

E chi siamo quando scriviamo e leggiamo?

Questi interrogativi non sono affatto scollegati: un libro, letto o scritto, può concederci il lusso dell’anonimato – possiamo leggere e scrivere in solitudine, senza bisogno di convenevoli o presentazioni, estraniandoci dal mondo, anche se siamo in mezzo a una folla.

Un libro ci regala il brivido del proibito – chi può dire a cosa stiamo pensando mentre affondiamo gli occhi e il naso tra le pagine o li appiccichiamo allo schermo di un PC?

Cosa forse ancora più affascinante e misteriosa, una storia letta o immaginata ci permette di uscire da noi stessi, di indossare le vesti di questo o quel personaggio (e a volte di più di uno contemporaneamente, cosicché ci trasformiamo in camaleonti con un guardaroba sulle spalle) o di diventare, pur per un tempo limitato, divinità onniscienti e onnipresenti di un regno che esiste solo nella nostra testa – e poi sulla carta.

Metterci nella pelle di un altro, per un pomeriggio, un viaggio in tram o un periodo più lungo, può essere rilassante, comodo, sublime – nel senso classico e romantico del termine, come guardare una tempesta stando al sicuro nella propria solida dimora – intrigante… e pericoloso. Quando i piani si sovrappongono come strati di sfoglia al burro, quando i confini sfumano e le tinte si fondono in un colore nuovo e ancora senza nome, c’è il rischio di perdersi.

Lo comprende piuttosto in fretta Flora, capigliatura rossa e vita sentimentale e lavorativa poco avvincente, che per sfuggire a una quotidianità di TV e maternità negata un mese dopo l’altro, si concede l’avventura di una notte: Paul sa di mare, ha un anello d’argento con una pietra grigia e si atteggia come un Rodolfo Valentino con il dono del sonoro; Paul la desidera e inventa per lei soprannomi e definizioni. Paul è un personaggio letterario. O almeno così sembra: Paul è infatti il nome di uno dei personaggi di Nebbia a Tangeri, il romanzo che Paul – il Paul di Flora – sta leggendo.

Ma Paul sparisce in un giorno di vento, proprio come il suo omonimo narrativo, e Flora, affamata di passione, di fuga e di svolta, si precipita alla sua ricerca, prendendo in prestito il cognome della “scandalosa” nonna paterna e vestendo i panni di una blogger/investigatrice letteraria e, più o meno consapevolmente, di Marina, che con Paul – quello di carta – è stata protagonista di una storia di amore e perdita senza tempo.

Da Madrid a Tangeri, tra realtà, suggestione e incantesimo della scrittura, potendo contare solo su un libro e un antico monile berbero sottratto all’amante, Flora incontra persone vere sospese tra attesa, rivalsa e Mille e una notteArmand dagli occhi di gatto, il commissario Abdelán che profuma di sandalo, la scrittrice Bella Nur, un po’ incantatrice un po’ jinn – e creature di inchiostro più vere e tangibili di tante altre – Samir, il suo unico occhio verde e i suoi sogni in vendita come uova, mamma Ada e la torre del ricamo, il pirotecnico Matthew, l’inquietante e incantevole Laila. Al di sopra di tutto, ladra di uomini traditori e crudeli e protettrice di donne dal cuore spezzato, l’Aisha Kandisha, figura mitologica ma sempre pronta a scatenare i suoi venti di vendetta e giustizia.

Chi ha portato via Paul?

Chi è Paul, un impostore, una coincidenza, un’illusione, un sabotatore, un immortale che si dissolve nel momento in cui raggiunge il culmine della felicità e della sintonia perfetta? E chi sono tutti gli altri, chi si diventa attraverso viaggi nello spazio, nel tempo, nei capitoli e nelle profondità di noi stessi?

In conclusione, è sempre una questione di identità: Flora, Bella e tutti gli altri raccontano e si raccontano storie per nascondersi e nascondere, per confessarsi e fare ammenda, per vivere come vorrebbero, perlomeno tra le righe stampate, agli occhi esterni, alla propria memoria nostalgica e suscettibile… ma talvolta la realtà emerge con prepotenza, il destino si mette in mezzo e il vento cambia direzione, e allora i fili della trapunta infinita e sgargiante rivelano le trame recondite, Penelope leva il capo dall’ordito e smette di aspettare, sia quel che sia.

Cristina López Barrio cuce con sapienza, talento e magia un libro nel libro, annodando vite e vicende, passato, presente e possibili scenari futuri… Insomma, qualcosa di cui avevamo bisogno. Per perderci, lasciarci conquistare e ritrovarci cambiati, cresciuti, con occhi pieni di luce e paesaggi sconfinati.

 

 

 

 

 

Cristina López Barrio


Cristina López Barrio è nata a Madrid. Laureata in Legge, ha fatto l’avvocato per tredici anni prima di decidere di dedicarsi unicamente alla scrittura. Il suo La casa degli amori impossibili è stato un successo internazionale pubblicato in 22 paesi. Nebbia a Tangeri, a lungo ai primi posti delle classifiche spagnole, è stato finalista del Premio Planeta 2017.

 

 

A cura di Francesca Mogavero

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