No exit




Recensione di Giuditta Pontini


Autore: Taylor Adams

Traduzione: Chiara Brovelli

Editore: DeA Planeta Libri

Genere: Thriller, Suspance

Pagine: 352

Anno di pubblicazione: 2018

Sinossi. Era bloccata a tremila metri d’altitudine, con i tergicristalli rotti, il cellulare morto e le parole dell’ultimo sms che le ronzavano in testa: “La mamma è okay, per il momento”. E’ la sera del 23 dicembre, e sulle alture del Colorado la bufera di neve del secolo infuria da ore quando Darby è costretta a cercare riparo nella stazione di servizio di Wanapa, dove un vecchio cartello promette caffè bollente. Tutto ciò che si augura è di riuscire a raggiungere il capezzale della madre prima che sia troppo tardi. Ma in quel luogo isolato dal mondo, nel retro di un furgone dai vetri semioscurati, Darby vede qualcosa che non avrebbe dovuto vedere. Qualcosa di tanto incongruo da farle pensare a una specie di allucinazione: una paffuta mano infantile affacciata tra le sbarre di una grossa gabbia per cani. Inizia così, con un fotogramma fuori posto in una notte travagliata e bianchissima, l’avventura destinata a trasformare Darby nella più tosta e determinata delle eroine e il suo viaggio in una lotta per la sopravvivenza costellata di vertiginosi rovesciamenti.

Recensione


Gli amanti del thriller, non possono assolutamente perdersi questa perla. Un libro che ti tiene con il fiato sospeso dalla prima all’ultima pagina. È la sera del 23 dicembre, e la ventenne Darby sta attraversando gli alti valichi del Colorado per raggiungere la madre che è in ospedale, in fin di vita. Il libro inizia con un fotogramma della ragazza che, guidando sola nella notte da più di otto ore, lotta per mantenersi sveglia.

Darby sa che non può fermarsi, deve arrivare a casa il prima possibile. Sua mamma, con la quale ha sempre avuto un rapporto conflittuale dopo che il padre se n’è andato, ora ha bisogno di lei, perché sta molto male. Ben presto, però, Darby si rende conto che le strade stanno diventando gravemente impraticabili: una tormenta di neve è in arrivo, gli spazzaneve sono bloccati, il servizio meteo alla radio raccomanda di non proseguire.

Darby non sa cosa fare ma, per sedare i dubbi, decide di fermarsi per una sosta all’area di servizio di Wanapa, sulle Montagne Rocciose. Forse, con un bel caffè bollente e un pizzico di fortuna, potrà poi proseguire. Invece, purtroppo, dopo pochi minuti di sosta in mezzo al nulla, Darby si rende conto che la fortuna non è dalla sua. La ragazza entra nell’area di servizio quasi deserta, e le pare subito di trovarsi in un altro mondo, fatto di bianco, neve, silenzio, e una quiete irreale che stride con il chiacchiericcio forzato delle uniche quattro persone rimaste bloccate là dentro, come lei.

Con questo forte contrasto fra l’ambientazione esterna e i pochi altri personaggi che entrano improvvisamente nella trama, si apre questo thriller magistrale, in cui l’autore non ci fa elemosinare colpi di scena. Il primo arriva all’improvviso, e ribalta completamente una situazione che, se all’inizio è difficoltosa ma risolvibile, diventa improvvisamente oscura, ambigua, surreale. Perché, a volte, tutto può cambiare, e in una sola frazione di secondo. Basta solo un secondo. Un secondo rapido come una manina bianca che appare dal nulla nel portellone laterale di un furgone, chiudendosi attorno alla sbarra di una gabbia per cani.

È quello che Darby vede, o crede di aver visto, quando decide di uscire per cercare campo e informarsi sulle condizioni di salute della madre. L’ambientazione è spettacolare. Il contrasto fra la quiete irreale di un’area di servizio che sembra abbandonata da anni, immersa in un paesaggio da cartolina, e il presentimento di come uno scenario del genere, se completato dalla persona sbagliata, possa portare con un alto potenziale di rischio, fanno da incipit a una vicenda che si rivelerà, pagina dopo pagina, un incubo raccapricciante.

Lo stacco meraviglioso fra la fase di “dubbio”, in cui la protagonista crede di aver immaginato ciò che ha visto nel furgone, e il momento in cui la realtà le piomba addosso come una tempesta di neve, fa decollare la storia in maniera improvvisa e potente. Ma questo è solamente un piccolo assaggio della maestria narrativa di Adams, che si diverte a “rallentare” la scena, legando l’immaginario del lettore a un determinato momento, descrizione o particolare, per poi demolire l’intera sequenza introducendo colpi di scena spiazzanti, violenti e inimmaginabili. Perché, spesso, il male non ha una sola faccia. Il male, per potersi manifestare, ha bisogno di radici che lo facciano sbocciare.

Mano a mano che le pagine girano, il candore del bianco, sul quale l’autore insiste molto, lascia spazio alla violenza del rosso, il contrasto fra l’immensità degli spazi esterni all’area di servizio e la compressione di quelli interni diviene per il lettore quasi insostenibile. Ma c’è di più. Mano a mano che la storia prosegue, e la lotta per la sopravvivenza diventa più strenua e spietata, il vero terrore diviene palpabile.

Alla consapevolezza, cioè, che sia il fuori che il dentro possono tranquillamente diventare trappole mortali, se Darby non farà la scelta giusta, si aggiunge quella, ancora più inquietante, che il tempo per fare la scelta giusta si è dilatato. Ma all’indietro. Il delinearsi dei contorni dell’incubo è inversamente proporzionale al tempo che si ha a disposizione per salvarsi. Una combo micidiale, che porta il lettore a non riuscire a staccarsi dal libro e, pagina dopo pagina, ad apprezzarne ogni singola scena, in ogni singolo scampolo. Magnifica anche la “maturazione” della protagonista.

Il libro inizia con una ragazzina viziata, egoista e immatura, non ancora pienamente cosciente di quali siano le cose veramente importanti nella vita. E finisce con un’eroina che, pur di salvare un’emerita sconosciuta, è pronta a dare la propria vita. L’alternanza fra i punti di vista di Darby e quelli, deliranti e psicotici, della sua antitesi, contribuiscono a dare al lettore l’idea di trovarsi su un’immensa scacchiera. Solo uno dei due può vincere.

Scacco matto equivale alla vita. No exit, appunto. Leggetelo amici!!!

Taylor Adams


Taylor Adams: è scrittore e regista. Vive nello stato di Washington. No Exit è il suo secondo romanzo.

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