Nomadland




Recensione di Fiorella Carta


Autrice: Jessica Gruber

Traduttrice: Giada Diano

Genere: Racconto d’inchiesta

Pagine: 320

Editore: Edizioni Clichy

Anno: 2020

Sinossi. Ogni giorno in America, il Paese più ricco del mondo, sempre più persone si trovano a dover scegliere tra pagare l’affitto e mettere il cibo in tavola. Di fronte a questo dilemma impossibile, molti decidono di abbandonare la vita sedentaria per mettersi in viaggio. In un mondo in cui basta un ricovero in ospedale al momento sbagliato per mandare in fumo i risparmi di una vita, in cui la previdenza sociale è praticamente inesistente e il peso dei debiti spinge molti alla disperazione, donne e uomini in età da pensione hanno iniziato a migrare da un lato all’altro del Paese attraverso i mezzi di trasporto più vari, tra un lavoro precario e l’altro. Tra loro Linda May: una nonna di 64 anni, dai capelli grigi, che vive viaggiando su un 28 piedi e che nel film in uscita tratto da questo libro è interpretata dall’attrice Premio Oscar Frances McDormand. ‘Nomadland’, nato dall’inchiesta «Dopo la pensione» ci accompagna in un viaggio attraverso la vita, i sogni e le speranze di questi nomadi del terzo millennio, per scoprire che, squarciato il velo illusorio del Sogno Americano, al di là è forse possibile scorgere una nuova realtà, più umana, più solidale, più bella.

Recensione

Luci e ombre in questo racconto d’inchiesta che svela i retroscena dell’ infrangersi del sogno americano. La giornalista decide di immergersi in questo nuovo stile di vita, forzato da un’economia che vede le vecchie generazioni in età da pensione arrabattarsi per pagare bollette, mutui, affitti o giovani adulti alle prese con i debiti studenteschi.

Così nasce questa nuova visione, per esigenza economica prima, per quella esistenziale poi. Attraverseremo deserti, ascolteremo storie che sanno tanto di parole che vanno tanto di moda ora, come resilienza e che mi infastidiscono perché seguono un dettame, mentre qui in realtà non esistono regole scritte, ma nuove condizioni.

Così un camper diventa casa, lo adatti, lo trasformi, ti senti claustrofobico e poi raccoglie tutto il tuo mondo e ti reinventi, con lavori nomadi, come te, che usurano un corpo che avanza, che sfruttano attraverso annunci amichevoli.

Linda è il faro che indica all’autrice la risalita verso una vita che, da decente, passa a essenziale e soddisfacente, perché contano la comunità, la condivisione, senza vizi, virtù, concessioni di cui anche noi, ingabbiati in un’economia rigida e convenzionale, potremmo fare a meno.

Quante volte, in questo viaggio fatto di parole e carta, che imprime verità e visi reali, avrei voluto strappare bollette, canoni, doveri e partire per fare mia questa vita, senza imposizioni dall’alto che incasellano ognuno di noi, nato in questa terra libero e imprigionato da bisogni creati per tenerci fermi.

Jessica Gruber


Scrive per il New York Times dal 2003.Scrive anche per WiredNew York Magazine Harper’s Magazine.Il suo primo libro è stato Burning Book: A Visual History of Burning Man. Ha anche prodotto il film CamperForce, diretto da Brett Story. Per il suo libro Nomadland: Un racconto d’inchiesta (2017), ha trascorso mesi vivendo in un camper di nome Halen, documentando gli americani itineranti costretti da bassi salari e alti affitti ad abbandonare le abitazioni tradizionali per mettersi in viaggio a tempo pieno alla ricerca di lavoro. Il progetto è durato tre anni e più di 15.000 miglia di guida, da costa a costa e dal Messico al confine con il Canada. Ha vinto il Barnes & Noble Discover Award 2017 ed è stato finalista per il J. Anthony Lukas Prize e l’Helen Bernstein Book Award.

 

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