Viaggio nella letteratura con la psicologia. Non disturbare




Rubrica di Ilaria Bagnati


Autore: Claire Douglas

Traduzione: Francesca Toticchi

Editore: Nord

Genere: thriller

Pagine: 368

Anno di pubblicazione: 2020

 

 

 

 

 

Sinossi. Quando sua madre le propone di rilevare un cottage a Brecon Beacons, nel Galles, per trasformarlo in un Bed&Breakfast, Kirsty è ben felice di accettare. Dopo l’esaurimento nervoso del marito Adrian, sia loro sia le figlie hanno bisogno di un nuovo inizio. Certo, i lavori da fare sono tanti e la gente del posto non accoglie le novità con entusiasmo, tuttavia Kirsty è convinta di poter superare ogni ostacolo. Ciò che non può tollerare, però, è vivere sotto lo stesso tetto con la cugina Selena, che un giorno si presenta alla sua porta. Le due donne non si parlano da diciassette anni, da quando le bugie di Selena hanno quasi distrutto la famiglia. E infatti ancora una volta la sua presenza destabilizza il delicato equilibrio della casa, soprattutto perché Selena nel giro di breve tempo si fa raggiungere dall’ex fidanzato e dal fratello di Kirsty, che ha con lei un rapporto burrascoso. A ciò si aggiunge una serie di eventi sempre più inquietanti: prima spariscono dei giocattoli dalla stanza delle bambine, poi un bouquet di fiori marci viene lasciato di fronte all’ingresso del cottage, e infine Kirsty trova un cappio nella mansarda, chiara allusione al tentato suicidio di Adrian. Possibile che Selena si sia spinta a tanto? O è qualcun altro a tormentare Kirsty e la sua famiglia? Una cosa è certa: quelle minacce diventeranno presto una tragica realtà…

 

Non disturbare è un thriller che tratta diverse tematiche psicologiche come la depressione, il lutto, il rapporto genitori-figli e la menzogna. Proprio di questa ultima tematica vi voglio parlare in questo nuovo appuntamento con la rubrica. Kirsty è la protagonista del libro, ha deciso di trasferirsi con la famiglia e la madre nel Galles per realizzare un sogno: aprire un B&B. Dopo la depressione del marito questa sembra la scelta migliore per lui e per l’intera famiglia. Quando la madre di Kirsty le comunica che la cugina Selena, insieme alla figlia, avrebbe trascorso qualche giorno nel B&B, la donna è arrabbiata e preoccupata. Le due cugine non si parlano da diciassette anni a causa di una tremenda bugia raccontata da Selena. Quest’ultima era avvezza alle bugie, ne raccontava di gravi e meno gravi arrivando ad essere una bugiarda patologica e Kirsty dopo quell’ultima bugia ha deciso di chiudere ogni rapporto definitivamente. Ora che è una donna, Selena avrà smesso di raccontare bugie? Come si dice: “le bugie hanno le gambe corte” e se Selena non ha smesso di raccontarle Kirsty lo scoprirà.

Cos’è la menzogna? La menzogna è una riproduzione verbale di un’immagine della realtà, volutamente alterata con lo scopo di condizionare la reazione cognitiva, emotiva e comportamentale dell’altro. La menzogna è caratterizzata da tre elementi essenziali:

  1. La falsità del contenuto di colui che comunica in modo linguistico o paralinguistico;
  2. La consapevolezza del contenuto falso;
  3. L’intenzionalità di ingannare l’interlocutore

Bisogna ricordare che la menzogna si sviluppa su due canali comunicativi: il primo è il canale verbale che comprende la successione logica delle parole, il secondo è il canale non verbale che si compone di abilità paralinguistiche come la voce, la mimica facciale, i gesti e la prossemica. Possiamo suddividere le bugie in bugie bianche, compulsive e patologiche.

Bugie bianche. Da bambini si inizia con le bugie più semplici, che vengono pronunciate tra i 2-3 anni, per arrivare ai 3-4 anni con il raccontare bugie più complesse. Nella psicologia dello sviluppo tutto questo, sebbene possa apparire una contraddizione, è riconosciuto come un segno di intelligenza sociale. I bambini, e molti adulti, gestiscono in modo del tutto naturale le bugie bianche, considerate innocue e volte soprattutto a salvaguardare i propri sentimenti e quelli altrui. Bugie compulsive. Ci sono persone che abbelliscono le proprie vite con una serie infinita di aneddoti e storie inventate o alterate in qualche modo, e che dunque non corrispondono alla realtà. Si tratta di persone divenute ormai dipendenti dalle loro storie fantastiche e che soffrono di una profonda insicurezza.

Bugie patologiche. Fredde e calcolatrici, le bugie patologiche contengono obiettivi e interessi specifici, di solito egoistici. Sono bugie manipolative e astute. Queste forme di menzogne, a differenza delle bugie ​​bianche, sono usate da persone che basano la propria vita su di esse; le loro falsità condizionano negativamente le vite degli altri, causano danni profondi alle loro vittime.

La differenza tra bugiardo compulsivo e bugiardo patologico risiede nel fatto che il primo utilizza la bugia per affrontare una realtà che non è in grado di affrontare, mentre il bugiardo patologico mente a prescindere, ma soprattutto per manipolare gli altri e crea una realtà congeniale ai suoi fini. Selena, cugina di Kirsty, è proprio una bugiarda patologica perché con le sue bugie arriva a far del male alle altre persone e vuole a tutti i costi attirare l’attenzione su di sé.

La bugia patologica si caratterizza come una forma di difesa verso quel mondo che fin dall’infanzia  ha sempre tradito e abbandonato il soggetto, obbligandolo a creare una personalità diversa per poter essere apprezzato e riconosciuto. Il bugiardo patologico impara a rendere tutto più bello e a farsi apprezzare per non rischiare che qualcuno scopra la sua grande disperazione e il suo vuoto interiore. Terapia. Il primo passo per uscire da questo disturbo psichico richiede che la persona sia in grado di riconoscere il proprio problema. La maggior parte dei bugiardi patologici nega quando viene messa di fronte al problema. Il trattamento prevede l’aiuto da parte di psicologi e psicoterapeuti e psichiatri oltre che il sostegno di familiari ed amici. Perché il trattamento sia efficace è necessario andare a determinare la causa principale che ha portato la persona a mentire ricorrentemente e compulsivamente.

Una curiosità: Uno studio condotto dall’Università del Massachusetts ha rivelato che per il 60% degli adulti non è possibile avere una conversazione di dieci minuti senza dire una bugia. Questo solo nel caso in cui i due interlocutori si conoscano già; se è la prima volta che si parlano, invece, la media ammonta a tre bugie nei primi dieci minuti.

 

A cura di Ilaria Bagnati

ilariaticonsigliaunlibro.blogspot.com

 

 

Claire Douglas


è una giornalista che scrive da quindici anni sia su quotidiani sia su riviste femminili. Tuttavia ha sempre coltivato la passione per la narrativa e il suo sogno di diventare scrittrice è divenuto realtà con Le sorelle, con cui si è aggiudicata il Marie Claire Debut Novel Award, e con La migliore amica, thriller che hanno conquistato le classifiche inglesi e sono stati tradotti in tutto il mondo. Attualmente vive a Bath col marito e i due figli.

 

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  • Psicologia della menzogna (2012) Serena Mastroberardino. Carocci Editore.
  • Verità/menzogna (2018) George Orwell. Oscar Mondadori
  • Menzogna, autoinganno, illusione (1998) Daniel Goleman. Rizzoli

 

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