Ossa sotto il castello




Recensione di Sabrina De Bastiani


Autore: Fiorenza Pistocchi

Editore: Neos Edizioni

Anno edizione: 2020

Pagine: 120 p., Brossura

Sinossi. Sotto le mura merlate che racchiudono la collina di Noli, vengono ritrovate due sepolture. Cosa è successo sotto il castello? Quando? Potrebbe essere solo un presentimento, ma Vincenzo ha l’impressione che la storia di queste povere ossa si incrocerà inesorabilmente con il lato in ombra della sua esistenza. Fra vecchi e nuovi personaggi, Fiorenza Pistocchi ci avvince con una trama ricca di colpi di scena, srotolata con il suo stile misurato e senza sbavature, ma soprattutto ci tiene abilmente in equilibrio sul filo di sentimenti instabili e contrastanti, in repetino e continuo cambiamento.

Recensione

C’è un legame particolare, è vero, tra me e le storie che racconta Fiorenza Pistocchi. 

Ho scoperto il ciclo di gialli che ha per protagonista il vigile Vincenzo Russo,  fin dalla sua prima indagine, per arrivare a quella che chiude il cerchio, perlomeno ad ora, nelle  intenzioni dell’Autrice, “Ossa sotto il castello”.

Il legame particolare è stato incappare in una serie di gialli, mio genere di elezione, ambientati nella cittadina marinara del borgo di Noli, mio luogo di elezione.

Il cielo sopra Noli risplendeva di un azzurro senza cedimenti, abbagliante e uguale a se stesso da un punto all’altro dell’orizzonte. Sembrava un telo dipinto, sul quale si distinguevano appena le sagome bianche dei gabbiani che veleggiavano alti, come se anch’essi stessero godendo di quella luce stupefacente, che permetteva di vedere nei minimi dettagli ogni cosa intorno. 

Avevo dunque due ottimi moventi per addentrarmi nella lettura, ma l’esito, la soddisfazione, non erano affatto scontati.

Ebbene lo sono stati fin da subito, eppure romanzo dopo romanzo Pistocchi non ha smesso di cesellare il suo talento sia descrittivo che narrativo, come se il percorso di formazione e crescita del personaggio si sia compiuto in parallelo sia per l’Autrice che per i lettori. Dentro fin da subito, in queste storie, ma sempre a salire, ad alzare la famosa asticella, la posta in gioco, la carne al fuoco.

E si arriva così ad  Ossa”.

Laddove Fiorenza Pistocchi ribalta ogni topos di una conclusione di serie, pur mettendo ogni tassello al punto giusto e tracciando con mano sicura la chiusura del cerchio.

Il ribaltone sta nel confezionare con taglio da haute couture una storia grintosa e matura, intrigante e accattivante, sullo sfondo delle mura del Castello di Noli, luogo che affascina lo sguardo chiunque si trovi a passare nel borgo e che scatena l’istinto ad immaginare misteri e tenzoni.

Il Castello di Monte Ursino, (…) pressoché inespugnabile …(…) Sulle cartoline rappresentava l’identità del borgo …Contemplò l’alta torre merlata, a pianta rotonda, un punto di osservazione privilegiato: non si poteva salire sulla terrazza, ma da alcuni camminamenti ancora praticabili sulle mura, si poteva ammirare l’ampio golfo che comprendeva Noli, Spotorno e Bergeggi, delimitato da una parte dall’Isola di Sant’Eugenio e dall’altra parte dal profilo caratteristico di Capo Noli, che molti paragonavano ad un antidiluviano dinosauro addormentato.

Non tira i remi in barca, Pistocchi, ma veleggia al largo, mostrando come la serie non soffra di alcuna stanchezza, anzi, facendo sì che il lettore si alzi da tavola con ancora quel po’ di fame che ogni chef auspica per sancire il successo dei propri pranzi.

Vincenzo Russo, dunque, torna a Noli nella piena maturità del suo percorso, della sua condizione famigliare e professionale, con le spalle abbastanza larghe, oggi, per poter affrontare il suo passato e le ingombranti implicazioni, per indagare su un caso  che sembra ricondurre ad un nodo talmente irrisolto da essere aggrovigliato al suo stesso essere.

E che bello sciogliere questo nodo e nel farlo creare un legame, un ponte che fa ben sperare per sviluppi futuri tutti da scoprire … 

Ogni personaggio, dai primari ai comprimari,  a modo suo saluta, ma l’aria è quella della promessa di rincontrarsi, non come le cose che si dicono per forma, ma come quelle vere, che vivono di reciproca, concreta,  intenzione.

C’è un legame particolare, è vero, tra me e le storie che racconta Fiorenza Pistocchi, ho scritto all’inizio, ma non solo. C’è un legame di grande amicizia tra me e Fiorenza, che dalle pagine si è fatto vita.

Eppure nessuna mia parola è qui per amicizia.

Ogni mia parola è qui per pura stima.

Fiorenza Pistocchi


è nata a Savona. Ha vissuto per molti anni a Milano e ora risiede a Pioltello, una cittadina dell’area metropolitana. Ha conservato un grande attaccamento per la sua terra d’origine e passa spesso le sue vacanze a Noli, uno dei borghi più belli della Riviera di Ponente. Proprio in questa cittadina, ricca di cultura, di storia e di bellezze naturali ha voluto ambientare il suo primo romanzo.

Opere pubblicate

  • Il destino disegna paesaggi di mare
  • Appuntamento a San Paragorio
  • Il tesoro del Transylvania
  • Le perle portano lacrime
  • Il cuore tenace della lavanda
  • La madre nell’ombra
  • I colori del buio
  • Ossa sotto il castello

 

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