Prove di sopravvivenza



prove di sopravvivenza per una famiglia felice maddie dawson

Recensione di Francesca Giovannetti


Autore: Maddie Dawson

Editore: Giunti Editore

Traduzione: Laura Melosi

Pagine: 432

Genere: Narrativa

Anno di Pubblicazione: 2017

Alla morte della madre adottiva, Nina Pompkin, a 35 anni, decide di cercare la sua madre biologica. Scopre così di avere una sorella e decide di coinvolgerla nella ricerca dei genitori biologici. Nina sta attraversando un momento terribile a causa della perdita della madre adottiva e del fallimento del suo matrimonio; Lindy invece è una donna di successo con un lavoro, un marito e tre figli. Entrambe cambieranno loro stesse nel percorso che le porterà ad affrontare i segreti del loro passato.

Il romanzo è ricco di spunti di riflessione su tematiche attuali e frequenti. Primo fra tutti spicca il tema dell’abbandono. Cosa spinge una madre a separarsi dalle figlie? Quanto dolorosa può essere la scelta? E ancora: cosa è stato fatto per evitare tale estrema decisione? La reazione della protagonista, Nina, è comprensibile; dopo aver fantasticato per tutta l’infanzia sull’identità della madre è inevitabile che l’indizio ricevuto in punto di morte dalla mamma adottiva riaccenda la speranza e la voglia di scoprire le proprie radici. Madre è chi ti cresce, non chi ti mette al mondo ma non è così facile rifiutare di conoscere la verità quando hai a disposizione un indizio. Comprensibile è anche l’atteggiamento della sorella che ha appena ritrovato, più restìa e arrabbiata ma non meno curiosa.

Nina è il personaggio principale. L’autrice è abile a descrivere un carattere così caotico, desideroso di affetto, deluso ma tenacemente positivo. Nina si impegna con tutta se stessa per mettere insieme i pezzi di una vita in frantumi e nonostante sappia di apparire quasi patetica non rinuncia a voler tenere saldamente intrecciati alle dita i fili che la legano alle persone che la circondano, che loro vogliano o no.

Lindy è la sorella con la vita “normale”: casa, marito, figli e lavoro. Ma nasconde insicurezze ed inquietudini sotto l’apparenza della perfezione.

Un altro tema di forte rilievo è il rapporto genitori/figli. Fino a che punto è opportuno coprire il ruolo di “amico” del proprio figlio, rischiando di compromettere la propria autorità genitoriale? È questo il nodo cruciale che porta Nina a mettere in discussione il suo rapporto con il nuovo compagno, divorziato e padre di due adolescenti.

Ultima protagonista indiscussa è Phoebe, la madre naturale. Un animo lacerato dal dolore che si costruisce una corazza contro i sentimenti per non soffrire più.

Il ventaglio di personalità così diverse crea un arcobaleno di sentimenti, rapporti, emozioni assolutamente perfetto. Lo stile è scorrevole, le pagine volano sotto il naso del lettore. Ciascuno può riconoscere un po’ di se stesso nelle personaggi che animano il romanzo.

Grande merito dell’autrice è essere riuscita a scrivere di tematiche così difficili, a tratti dolorose, senza perdere il tocco ironico che accompagna la lettura e rende l’opera piacevole e godibile.
 

Maddie Dawson


è cresciuta in Florida. Prima di diventare scrittrice a tempo pieno ha svolto i lavori più disparati, tra cui la supplente d’inglese, la commessa, la domestica, la cameriera, la giornalista freelance e la dattilografa di uno psichiatra, tutti fonte di spunto per le sue storie future. Attualmente vive in Connecticut con il marito e tre figli.