Qualcuno che conoscevo




«La prospettiva che potesse essere tutto vero, che stessi davvero aiutando Marco nelle indagini sul caso di una ragazza scomparsa, per un attimo mi ha fatta sentire viva come non mi sentivo da tanto tempo.»

Sinossi. Se la sorte ti ha riservato un parto trigemellare, meglio prenderla con umorismo. Forse è per questo che Valentina Bronti, trentenne, torinese, una carriera messa tra parentesi, ha scelto per le sue tre bambine i nomi di Emilia, Carlotta e Anna, come le celebri sorelle Brontë.Conservare alto l’umore non è così facile per Valentina, una vita incastrata tra illusori tutorial sulle pulizie domestiche e una relazione fallimentare con Marco, il padre delle bimbe che si è ritirato a dormire nello sgabuzzino. Finché un giorno viene convocata all’asilo perché le tre piccole pesti hanno tentato la fuga trascinando con sé una compagna. Davanti alla direttrice, c’è un’altra mamma: Chiara Barberis. Altezzosa e severa, Chiara lascia in Valentina una strana impressione. Un’impressione confermata dalla scoperta che si tratta proprio di «quella» Chiara Barberis: la sorella di Elisa, la ragazza scomparsa inspiegabilmente dieci anni prima, quasi inghiottita dal buio di una Torino che da sempre ha fatto del mistero il suo secondo volto.È così che Valentina si ritrova in una storia piena di ombre e bugie. Con un entusiasmo e una sagacia sorprendenti, prima di tutto per lei, si tuffa nelle strade, nei palazzi signorili, negli atenei della città, improbabile ma tenace investigatrice. Ciò che Valentina scoprirà di Elisa, di Torino e soprattutto di sé stessa è la materia spumeggiante di questo romanzo, capace di tratteggiare un personaggio attualissimo in cui convivono senso di inadeguatezza, acume e un’ostinata vitalità.

 QUALCUNO CHE CONOSCEVO

di Francesca Mautino

Longanesi 2024

Triller, pag.320

 Recensione di Sabrina De Bastiani

Forse avevo bisogno di risolvere un mistero, per poter ripartire con la mia vita.

Qualcuno che conoscevo?

No, qualcuno che conosco. 

Sarà per questo che il romanzo ha toccato così tante corde in me? Mi si è insinuato sottopelle? E’ stato per tutto il tempo della lettura, e anche oltre, il porto al quale volevo proprio tornare? Perché in Valentina, la protagonista, ho riconosciuto così tanto di me nelle reazioni, nei pensieri, nell’agito? 

No, non è questo il motivo, assolutamente no, nonostante sia del tutto vero.

Le ragioni vanno cercate altrove e si trovano nelle pagine e nella storia che Mautino, in questo suo sfolgorante esordio nella narrativa, ha cucito e scritto per i tipi di Longanesi.

‘Qualcuno che conoscevo’ è un romanzo incantevole e del tutto originale nel suo sviluppo, nell’intreccio e per come è restituito.

I personaggi sono intrinsecamente umani. E dunque imperfetti.

Ma non di quell’imperfezione ammantata di difetti dal sapore lezioso, quelli che sì, in teoria, dovrebbero fare arrabbiare e invece finiscono per conquistare. 

I difetti, le fragilità, le cadute di ciascuno dei protagonisti, primari e secondari,  non cercano attenuanti o ammiccamenti.  Sono rese, al contrario,  con sincerità, e con sincerità vengono accolte come facenti parte di quell’imperfezione che ci rende, appunto, umani.

Ciò non significa, beninteso, che non ci sia evoluzione, cambiamento. 

Al contrario, nel corso della storia e nello scorrere dei capitoli, i cambiamenti e le sorprese saranno molteplici, sia per quanto riguarda i caratteri,  che per quanto concerne il plot giallo, ma mai e ribadisco mai, risulteranno forzati e meno che mai saranno quelli  a cui,  in un ipotetico mondo di zucchero filato e marshmellows,  ci aspetteremmo di approdare.

Un romanzo di formazione che riguardi  adulti in formazione non è un ossimoro, e non lo è particolarmente oggi.

La delicatezza e la pertinenza con cui lo ha concepito l’autrice ben si innestano nella trama intrigante che coinvolge parimenti e  trascina in un’investigazione , quella sulla misteriosa e mai chiarita scomparsa di una ragazza, che, se parte come una fuga da se stessi, finisce per diventare incontro, nel riappropriarsi di un passato che per vari motivi ha segnato i percorsi dei protagonisti, e infine possibilità di un  futuro diverso.

Lo stile di Mautino è di quelli che lasciano il segno: ironico, graffiante, capace di dolcezze improvvise e impervie, quelle che più restano impresse.

Si sorride, certamente. Si pensa, pure molto. Ci si ritrova, del tutto.

La tecnica narrativa è coinvolgente, fresca, originale, piena di ritmo. Una declinazione del tutto personale e magistralmente riuscita di uno show don’t tell rivisitato e modulato a misura, quasi un tell dont’show che sorprende e conquista in un romanzo che davvero starebbe troppo stretto in una definizione di genere, perché, i vari registri toccati, vengono restituiti con voce unica e potentemente viva.

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è un’autrice italiana. Si è laureata in Storia del cinema e ha scritto per la televisione. Nel 2024 esce per Longanesi, Qualcuno che conoscevo.