L’isola delle madri




Recensione di Priscilla D’Angelo


Autore: Maria Rosa Cutrufelli

Editore: Mondadori

Genere: Narrativa Italiana

Pagine: 234

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. In un mondo sconvolto dal mutamento climatico e definitivamente avvelenato dagli uomini, in un futuro non troppo lontano, un morbo si è diffuso fino a diventare una vera pandemia: la chiamano “malattia del vuoto” ed è l’incapacità di riprodursi, la sterilità. Per avere un domani, l’umanità è costretta a ricorrere in forme sempre più pesanti alle biotecnologie. La società si divide in due fazioni contrapposte che si combattono furiosamente: da una parte ci sono gli “uomini della scienza”, dall’altra gli “uomini della vita”. Ma le donne da che parte stanno? In mezzo al Mediterraneo c’è un’isola conosciuta fin dall’antichità come l’Isola delle madri, e su questo lembo di terra sorge la Casa della maternità, un posto speciale che non è solo una clinica come tante altre, ma anche un centro di ricerca dove si tenta di sconfiggere la malattia del vuoto e in cui prende forma un nuovo modo di spartirsi i tradizionali ruoli familiari. Livia, Mariama e Kateryna hanno storie profondamente diverse e sono cresciute in paesi lontani, ma ognuna di loro – chi per lavoro, chi per mettersi al riparo da una guerra, chi spinta dall’onda lunga dell’emigrazione – è destinata ad approdare sull’isola. Una volta sbarcate, le loro vite si intrecciano inevitabilmente, anche grazie all’intervento di Sara, la direttrice della Casa della maternità. Perché tutte e quattro devono fare i conti con lo stesso problema: la possibilità o l’impossibilità di essere madri. E i tanti modi di esserlo e di diventarlo.

Recensione

L’isola delle madri è lunga e larga, caratterizzata da catene montuose, vallate e perfino un vulcano, denominato dagli isolani la “Montagna”.

Circondata dal mar Mediterraneo, è famosa per via della Casa della maternità e per tanti rappresenta una meta, il compimento di un desiderio. Dal punto di vista architettonico è paragonata al Colosseo ma all’interno è composta da un centro biomedico, specializzato in fecondazione, procreazione e scienze della natalità.

Dentro alle mura si compiono battaglie per invertire i confini della natura e riportarla all’ordine originale; compito non proprio facile dei gladiatori armati di bisturi e sonde, dato che “La terra ha la memoria lunga: noi inquiniamo oggi e lei si vendica domani. Noi la nutriamo col veleno e lei lo infiltra nei geni, lo regala a chi non è ancora nato.”.

In un mondo devastato dalla siccità, dai raccolti dimezzati e dall’inquinamento atmosferico, le donne sono costrette a ricorrere a misure offerte dalla biotecnologia per dare alla luce un bambino.

La protagonista del libro narra in prima persona la sua storia, descrivendo il passato delle sue mamme (mamma uovo, mamma giardiniera e mamma canguro) e di come sono giunte nell’isola.

Storie diverse ma accomunate da un senso d’insofferenza e di solidarietà per la propria condizione e dal desiderio di maternità in un clima di distopia attualissima.

L’autrice è capace di infondere riflessioni circa la forza, talvolta inespressa, delle donne sterili ma che vogliono essere comunque madri; la sofferenza di una Terra che non riesce a produrre ciò che serve per sostenere la nuova nascita; infine, pone domande cruciali su chi siamo e su come vogliamo costruire il mondo per chi vivrà domani.

 

 

Maria Rosa Cutrufelli


Maria Rosa Cutrufelli ha curato antologie di racconti, scritto radiodrammi, collaborato a riviste e quotidiani nazionali. Ha fatto parte della redazione di “Noi donne“, fondato e diretto la rivista “Tuttestorie” e insegnato scrittura creativa alla Sapienza. Ha pubblicato diversi romanzi, libri di viaggio, per ragazzi e numerosi saggi. Fra i suoi libri si ricordano: La donna che visse per un sogno, Complice il dubbio, Il giudice delle donne e L’isola delle madri (Mondadori, 2020). I suoi libri hanno vinto diversi premi e sono stati tradotti in varie lingue.

 

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