Resti perfetti




Recensione di Laura Salvadori


Autore: Helen Fields

Traduzione: Marialuisa Amodio

Editore: Newton Compton Editori

Genere: thriller

Pagine: 345

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Tra le remote montagne delle Highlands, il corpo di Elaine Buxton sta bruciando. Tutto quello che rimarrà per identificare la donna, un brillante avvocato scozzese, sono i suoi denti e un frammento di vestiario. Intanto, nella stanza nascosta sul retro di una casa di Edimburgo, la vera Elaine Buxton urla nel buio. L’ispettore Luc Callanach ha appena messo piede nel suo nuovo ufficio e subito il caso di una donna scomparsa si trasforma in un’indagine per omicidio. Dopo aver lasciato una promettente carriera all’Interpol, Callanach è impaziente di mettersi alla prova con la sua nuova squadra. Ma l’indagine che lo aspetta è molto diversa da qualunque sfida abbia mai affrontato prima d’ora, perché l’assassino ha coperto le sue tracce con cura meticolosa. Quando un’altra donna di successo viene rapita, è chiaro che si tratta di una disperata corsa contro il tempo per impedire al gioco perverso di una mente criminale di mietere altre vittime.

Recensione

C’è una certa soddisfazione nel conoscere nuovi autori e nel leggere le loro storie d’esordio. Ma è anche una responsabilità recensire queste opere prime, perché riuscire a dare al potenziale lettore poche immagini d’effetto per dipingere il mondo intero che c’è dentro ad un romanzo può rivelarsi un compito difficile e per certi versi insidioso.

Scrivere di “Resti perfetti”, tuttavia, mi fa sentire a mio agio. Non sarà difficile a trasmettere a chi leggerà queste mie righe la voglia di conoscere questa autrice e di leggere questo bel thriller.

Già sulla copertina, che ha esercitato su di me un notevole appeal, si legge che “Resti perfetti” è la prima indagine di Luc Callanach. Sappiamo subìto, dunque, che ci stiamo imbattendo in una serie. In questi casi cerco di conoscere a fondo, già del primo romanzo, il protagonista, tentando di cogliere le sue caratteristiche, studiando il suo carattere, immaginando il suo aspetto, scrutando il suo passato. Luc Callanach, di per sé, vale la lettura. Bello e misterioso, con un alone malcelato di tragedia che ottenebra il suo passato, sensibile, profondo. La sua caratterizzazione si presta ottimamente a dare un seguito alla sua storia. Al suo fianco troviamo un’intrepida partner, che, se da un lato gli darà filo da torcere, dall’altro lo ammalierà quanto basta per creare un piacevole sipario sentimentale, che lascia presagire una storia fatta di attrazione reciproca.

L’ambientazione è nordica quanto basta. Ci troviamo in Scozia, immersi in un paesaggio selvaggio e impervio, con un interminabile inverno che crea paesaggi nebbiosi e sfuggenti. Il clima tetro contribuisce a gettare ombre scure su tutta la narrazione che, vedrete, è decisamente noir.

La trama è costruita per creare suspense e tenere sempre alta la tensione. Siate pronti a sopportare la crudeltà più efferata, perché il cattivo di turno ha una carica di malvagità davvero insolita. Siate pronti ad accettare il dolore in ogni sua sfumatura! Non mancano descrizioni macabre e inaudite violenze; la malvagità ha radici in una infanzia infelice e priva di affetto, ma non ho trovato spazio per la pietà, che a volte pervade il lettore, consapevole che il male non può che provocare altro male. A tutto c’è un limite, ma, credetemi, il serial killer di “Resti perfetti” stenta a trovarne uno!

La particolarità della costruzione è che sin dalle primissime pagine ci imbattiamo nell’assassino, che ha subito un nome e una sua connotazione. Meticoloso, preciso, ossessivo. Leggere nella sua psiche, studiare le sue mosse, saranno le attività che più vi renderanno dipendenti dalla lettura.

Ho trovato, però, anche dei punti deboli nella trama. La comparsa, repentina e inaspettata, di una figura chiave del passato di Callanach sconvolge le aspettative del lettore. Questo personaggio sarà poi determinante per la soluzione del caso, come se l’autrice si fosse trovata, ad un certo punto, in un vicolo cieco e abbia dovuto accontentarsi della prima soluzione narrativa che le veniva in mente.

Questa impressione, molto personale peraltro, ha guastato la mia lettura che fino ad allora scorreva nell’entusiasmo più puro. L’incidente, tuttavia, non inficia sul giudizio che do all’opera, che rimane, a mio avviso, notevole, oltre ad avere una sua innegabile originalità e anche una sua freschezza, risultato dell’alternanza di due piani narrativi complementari, quello della squadra investigativa e quello, sconvolgente, dell’assassino.

Dunque un buon trampolino di lancio per Helen Fields, che di certo ha ancora tantissimo da dire e da far dire al suo tenebroso ispettore, destinato a far innamorare molte lettrici e a dare la caccia ad assassini sanguinari e malvagi al punto giusto.

Helen Fields


Helen Fields ha studiato legge all’Università di East Anglia e alla Inns of Court School of Law di Londra. Dopo aver lavorato per anni in tribunale, specializzandosi in diritto penale e di famiglia, ha deciso di fondare insieme al marito una casa di produzione cinematografica, nella quale lavora anche come sceneggiatrice. Vive a Los Angeles con la sua famiglia. Resti perfetti è il suo romanzo d’esordio.

 

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