Silence




Recensione di Katia Fortunato


Autore: Tim Lebbon

Editore: Newton Compton

Traduzione: L. Miccoli

Genere: Thriller

Pagine: 334

Anno di Pubblicazione: 2018

Sinossi. Un terribile flagello dilaga in Europa e l’unica speranza per sopravvivere è rimanere in perfetto silenzio… Nell’oscurità di una fitta rete di grotte sotterranee, vivono creature cieche, abilissime nella caccia. Grazie al loro udito sono in grado di individuare e catturare qualunque preda. I cunicoli sigillati hanno trattenuto per secoli la loro furia, fino a che una spedizione speleologica in Ucraina, in diretta televisiva, non apre un varco, scoperchiando quell’ecosistema come un vaso di Pandora. A emergere dalle tenebre è uno sciame di creature feroci, simili a pipistrelli, che in un attimo si avventa sul gruppo di scienziati. Le telecamere continuano a riprendere per ore lo scempio, offrendo uno spettacolo raccapricciante. Due testimoni della carneficina sono Ally e suo padre Huw, incollati davanti allo schermo. Se la minaccia dovesse diffondersi in tutta Europa nessuno sarebbe più al sicuro. Perché gridare, persino sussurrare, può rivelarsi fatale. Ally, affetta da sordità, è abituata a vivere in silenzio. E adesso, la sua abilità è l’unica speranza di salvezza per la sua famiglia: dovrà riuscire a trovare un posto sicuro per aspettare la fine del pericolo. Ma avrà davvero fine? E in quale mondo sarà costretta a vivere?

Recensione

Inquietante. Se dovessi descrivere “Silence” con una sola parola, sarebbe questa, senza ombra di dubbio. E non è un thriller. Anche se è stato etichettato come tale, è un horror, scritto e strutturato bene, ma un horror.

Coinvolgente e interessante la scelta di uno stile che passa dalla prima persona di Ally alla terza del papà. C’è il punto di vista del padre che è il nostro, noi lettori assistiamo da fuori e immaginiamo quello che potrebbe immaginare lui e poi c’è Ally. Chi meglio di lei può parlare in prima persona, chi meglio di lei può farci capire come ci si sente a vivere in un mondo fatto di assoluto silenzio?

“Non cercate di dare un senso a questa storia. Non cercate di vederci uno schema o di dare la colpa a Dio al Governo, è solo…”

Lebbon ti tiene incollato alle pagine e anche quando chiudi per interrompere o per una pausa, un pensierino a come proseguirà la storia, te lo fai.

La morte trasuda da ogni singola sillaba del romanzo, la tensione si percepisce in ogni riga e cercare di immaginare un mondo privo di rumori è agghiacciante.

Provate a pensarci… Niente TV, radio, conversazioni, interazione sociale, telefoni! Wow!

Una pacchia per chi ama leggere, se proprio vogliamo metterla sul positivo, ma la costrizione di ritrovarti solo con te stesso a pensare…

Tutte queste cose, che rendono interessanti la vita, ti si ritorcono contro e te la mettono a rischio.

E vi dirò di più; Lebbon è stato veramente Bravo, con la B maiuscola, soprattutto perché, dopo aver finito il libro da due giorni mi sono ritrovata a svegliarmi nel cuore della notte, spaventata a morte perché ho tossito e facendomela letteralmente sotto dalla paura perché mi son vista le vespe che mi hanno sentito.

Tim Lebbon


Tim Lebbon è nato il 28 luglio 1969 a Londra. E’ autore di numerosi romanzi horror, fantascienza e dark fantasy britannico. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti per i suoi libri, alcuni dei quali sono diventati bestseller, tradotti in tutto il mondo. Il racconto “Silence” è diventato un film. Vive in Inghilterra, Goytre (Monmouthshire), con la moglie e i due figli.