Sono Francesco




Recensione di Stefania Ceteroni


Autore: Alberto Pellai e Barbara Tamborini

Editore: De Agostini

Genere: narrativa

Pagine: 352

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. E se Francesco d’Assisi fosse vissuto ai giorni nostri? Francesco ha diciotto anni e un grande fuoco che gli arde dentro. Non è capace di stare fermo un attimo e conduce una vita a cento all’ora, tra discoteche e ristoranti di lusso insieme agli amici. Grazie alla sua famiglia, non ha problemi di soldi e può avere tutto ciò che desidera. Francesco però non sa che cosa desidera. Forse sono le ragazze. Forse sono le corse in moto. Forse è semplicemente il divertimento puro. Ma se fosse qualcosa di più? Qualcosa che non riesce a vedere, mentre sfreccia per le strade della città, in sella al suo bolide? Sarà l’incredibile incontro con don G. a cambiare tutto e a spingere il ragazzo a rallentare, fino a fermarsi, per osservare ciò che gli sta attorno. Un mondo fatto di piccole e grandi sofferenze, di ingiustizie, solitudine, ma anche pieno di persone dal cuore grande, pronte a rimboccarsi le maniche per aiutare gli altri. Grazie al confronto con gli amici, Chiara e Ruf, Francesco deciderà così di mettersi in viaggio, percorrendo a piedi mezza Italia, per scoprire che cosa vuole e chi è per davvero. Dopo “Ammare”, i Pellai orchestrano un racconto senza tempo, dimostrando che la storia di Francesco d’Assisi è più moderna che mai. I Pellai ci regalano un romanzo in cui Francesco è un adolescente del nostro millennio. Pieno di dubbi, desideri, passioni. Pronto a sbagliare, ma anche a cambiare il mondo.

Recensione

Francesco è un ragazzo a cui non manca nulla. Suo padre ha dei progetti per lui, una carta di credito da mettergli a disposizione, tante idee in mente per farlo diventare il bastone della sua vecchiaia non tanto dal punto di vista personale quanto lavorativo.

Ma Francesco è un ragazzo inquieto. Non riesce a comprendere quale sia, con esattezza, la sua strada e si trova in un periodo della sua vita in cui riesce ad intravedere a fatica un equilibrio che gli porti serenità e lo faccia sentire realizzato. Ha tanti amici, è affabile, ha successo con la gente, ci sa fare. Lo sa bene anche suo padre che, probabilmente in forza del suo carattere e del suo modo di fare, già lo vede impegnato in azienda a tenere contatti con i fornitori.

Ad un certo punto della sua vita, però, Francesco si rende conto che qualche cosa gli manca.

Arriva, pur non volendo, lo scontro con suo padre.

Arriva, sempre in virtù di uno scontro anche se di altro tipo, l’incontro con una nuova figura che assumerà un ruolo importante nella sua vita: un prete, Don G., che sembra mandato da qualcuno per aiutarlo.

Non basterà Don G., non basterà Chiara – anch’essa una giovane benestante a cui vanno strette le vesti di ragazza dell’alta società come vorrebbero i suoi – e non basterà nemmeno l’affetto di sua madre ad aiutare Francesco a comprendere qual è la sua vera strada.

Il ragazzo dovrà comprendere da solo quale possa essere il percorso giusto, quello che lo possa rendere davvero felice, che gli alleggerisca l’anima e che lo riempia fino all’orlo. Ecco, questa è l’immagine che gli autori mi hanno trasmesso: quella di un ragazzo che ho assimilato ad un bel bicchiere di cristallo ma pieno poco più della metà. Questo è il Francesco che si mostra all’inizio del libro. Pian piano quel bicchiere di cristallo perde in parte il suo bagliore e si scheggia, anche, ma alla fine è pieno fino all’orlo di un liquido dorato che riluce e illumina di una luce nuova tutti coloro che gli stanno attorno.

In Francesco ha visto la fragilità di tanti giovani che fanno fatica a dare voce alla propria insoddisfazione, alla propria inquietudine. Ho visto un giovane che ha dovuto fare i conti con i suoi sbagli, con le proprie delusioni ma che non si è lasciato abbattere.

Il protagonista mi è rimasto nel cuore non solo per i suoi modi all’inizio stravaganti e che, pian piano, pur restando stravaganti virano verso quella sicurezza che la consapevolezza si porta appresso. Mi è rimasto nel cuore perché Francesco è coraggioso. Non solo nella scelta di vita che fa, radicalmente diversa da quella che suo padre avrebbe voluto per lui, ma anche perché ha il coraggio di affrontare il suo percorso di maturazione e a testa alta ed ha il coraggio di piangere.

E’ un’immagine molto bella quella di un Francesco in lacrime che non teme di mostrare la sua fragilità, che non teme di chiedere aiuto e che non teme di mostrare il suo lato sensibile. Quello che nessuno penserebbe che potesse avere quel mattacchione, abituato a stare sempre al centro dell’attenzione e ad avere successo con tutti.

E’ una storia, quella di Francesco, ambientata in tempi moderni ma che richiama quella di un Francesco vissuto parecchio tempo prima, che si è spogliato di tutto per andare incontro ai poveri e che ha avuto degli amici, dei compagni di avventura che – in un modo o nell’altro – fanno capolino accanto al Francesco di oggi.

Un personaggio che non si dimentica è anche il padre di Francesco. Un uomo tutto d’un pezzo che non accetta le scelte di suo figlio, che si arrende davanti ad una volontà diversa dalla propria tanto da chiudere completamente le porte, senza dare una possibilità a quel ragazzo che, pure, cerca la sua approvazione (anche se da alcuni suoi comportamenti non sembra).

Suo padre gli manca.

E’ un uomo che soffre, suo padre. Soffre come – ne sono certa – soffrono molti padri davanti a scelte dei propri figli che non condividono e non mi sento di giudicarlo. E’ una figura che mi ha rattristata molto, questo sì, lo posso dire. Mi sono anche messa nei panni di quel ragazzo, in una situazione familiare come quella che è venuta a crearsi… ed ho sofferto.

Il libro è scritto in modo fluido, scorrevole, semplice, ma non banale. Adatto a lettori giovani ma anche a lettori più maturi che vogliano attualizzare una storia di cui tutti noi abbiamo bisogno.

Ho molto apprezzato, come parte integrante del libro, la parte finale che propone la biografia di San Francesco d’Assisi. L’ho considerata parte integrante del libro perché, secondo il mio parere, aggiunge alla storia quelle sfumature che, in mancanza, potrebbero sfuggire e restare sullo sfondo.

A cura di Stefania Ceteroni

https://libri-stefania.blogspot.com

Alberto Pellai e Barbara Tamborini


Alberto Pellai è medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva. Nel 2004 il Ministero della Salute gli ha conferito la medaglia d’argento al merito della Sanità pubblica. È autore di molti bestseller per genitori, educatori e ragazzi, tra i quali Tutto troppo presto (2015), Girl R-evolution (2016). A quattro mani con Barbara Tamborini ha scritto, I papà vengono da Marte, le mamme da Venere (2016), L’età dello tsunami (2017) e Il primo bacio (2019), tutti editi da De Agostini. Sempre nel 2019 con Barbara Tamborini per Mondadori ha pubblicato La bussola delle emozioni e per De Agostini A song for you.

Barbara Tamborini ha vinto il Premio Giovanni Arpino inediti 2010 con Aiuto! Mi sono perso a Londra (Edizioni San Paolo 2011) e il premio Onda d’Arte di Ceriale 2011. Ha pubblicato Perché non ci sei più? Accompagnare i bambini nell’esperienza del lutto (Erickson 2011). Q.A.F. quoziente autostima famigliare. Accrescere e potenziare l’autostima giocando insieme in famiglia (Edizioni San Paolo 2011)  e Il primo bacio (DeAgostini 2019) insieme al marito Alberto Pellai. Sempre con Alberto Pellai per Mondadori ha pubblicato La bussola delle emozioni nel 2019 e per De Agostini A song for you.

 

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