Strani Eroi




Recensione di Francesca Ruggeri


Autore: Alessandro Bongiorni

Editore: Frassinelli

Genere: Thriller

Pagine: 408

Anno di pubblicazione: 2018

SINOSSI: Il 16 marzo 1978 la violenza brigatista raggiunge il suo culmine in una strada secondaria di Roma, via Fani, dove viene rapito il presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, e vengono massacrati i cinque uomini della sua scorta. È l’episodio più drammatico della storia dell’Italia repubblicana. Un episodio che fa passare in secondo piano ciò che accade due giorni dopo, il 18 marzo, a Milano: l’uccisione di due ragazzi, Fausto Tinelli e Lorenzo “Iaio” Iannucci, uccisi a colpi di pistola vicino al centro sociale Leoncavallo. I due ragazzi stavano andando a casa di Tinelli, poco distante, al numero 9 di via Monte Nevoso. Solo molto tempo dopo si scoprirà che dall’altra parte di via Monte Nevoso, a pochi metri di distanza dalla camera di Fausto, al civico 8, c’è un covo delle Brigate Rosse. Questi fatti si intrecciano alle vite dei tre protagonisti del romanzo, gli Strani Eroi. Il colonnello dei carabinieri Antonio Ruiu è un sardo efficiente, brutale e di poche parole, caratteristiche che lo hanno fatto diventare uomo di fiducia del ministro dell’Interno Cossiga. Cinzia è la protetta di un potente faccendiere, uomo senza nome ma non per questo figura non delineata dall’autore, un maniaco del controllo che ha costruito la sua carriera attraverso la conoscenza dei segreti delle persone più potenti. Una delle sue fonti privilegiate è proprio Cinzia, secondo la quale il modo più semplice per controllare un uomo è gonfiarne l’ego, e in questo lei è bravissima. Carlo Peres, invece, le informazioni le cerca perché fa il giornalista a Milano, e si trova coinvolto nell’inchiesta sull’omicidio di Fausto e Iaio. E Peres è uno che capisce subito quando i conti non tornano e non si ferma fino a quando le sue domande non trovano risposta. Ma questo, in quegli anni, può far firmare la propria condanna a morte.

RECENSIONE: Ho letto questo romanzo praticamente tutto di un fiato. Ne sono rimasta attratta già dalla trama e non ne sono rimasta delusa. Sono un’appassionata da sempre della storia, e soprattutto delle vicende dei cosiddetti “anni di piombo”, anni per un verso vicini e per un altro lontani, capaci di segnare in maniera indelebile la vita delle nostre famiglie e dell’Italia tutta.

Ho letto questo libro con un taccuino a portata di mano, su cui ho appuntato le tante domande e le poche risposte su quel fatto che ha cambiato la storia del nostro paese: il rapimento di Aldo Moro. Quello che è stato una sorta di anno zero della nostra repubblica, quello che ha portato all’esistenza di un prima e di un dopo.

Accurata, a mio giudizio, la descrizione dei fatti storici, del contesto sociale in cui si muovono gli Strani Eroi, il colonnello Ruiu, Cinzia e Carlo Peres, le cui vite procedono nella storia dapprima in maniera parallela e poi arrivano a intrecciarsi in modo coerente, fino a portarci alla fine, inaspettata, del romanzo. L’autore realizza una sapiente mescolanza tra fatti accaduti realmente e fatti che sarebbero potuti accadere; persone esistite o che avrebbero potuto esistere.

Un noir che non perde mai il ritmo, che suscita tante, troppe domande, alcune delle quali sono ancora oggi senza risposta. Gli Strani Eroi di questa storia sono personaggi i cui personali destini si sono intrecciati con quella complessa ragnatela che è la storia dell’Italia degli anni ’70, dove non era facile distinguere tra amici e nemici, buoni e cattivi.

Alessandro Bongiorni


È nato nel 1985 ed è riconosciuto come uno dei più promettenti autori di noir italiani. Ha ottenuto grande successo con i romanzi che hanno per protagonista il vice commissario milanese Carrera. Con l’ultimo, Niente è mai acqua passata (Frassinelli, 2016), ha vinto il prestigioso Premio Zocca Giovani.