Tutto questo ti darò




Recensione di Loredana Cescutti


Autore: Dolores Redondo

Editore: Dea Planeta

Traduzione: Ascanio Temonte

Genere: Narrativa Thriller

Pagine: 578 p., R

Anno di pubblicazione: 2017

 

 

 

 

 

Sinossi. Se vuoi essere davvero libero, devi prima conoscere la verità. Quando una coppia di agenti in divisa bussa alla sua porta, Manuel, scrittore di successo impegnato nella stesura del prossimo bestseller, intuisce all’istante che qualcosa di grave deve essere accaduto ad Álvaro, l’uomo che ama e al quale è sposato da anni. E infatti il corpo senza vita del marito è stato ritrovato al volante della sua auto, inspiegabilmente uscita di strada tra le vigne e i paesaggi scoscesi della Galizia, a chilometri di distanza dal luogo in cui Álvaro avrebbe dovuto trov arsi al momento dell’incidente. Sconvolto, Manuel parte per identificare la salma ma, giunto a destinazione, si ritrova presto invischiato in un intrico di menzogne, segreti e omissioni che ruota attorno alla ricca e arrogante famiglia d’origine del marito. Con l’aiuto di Nogueira, poliziotto in pensione dal carattere ruvido, e di Padre Lucas, il prete locale amico d’infanzia di Álvaro, Manuel indaga sulle molte ombre nel passato dei Muñiz de Dávila e sulla vita segreta dell’uomo che si era illuso di conoscere quanto sé stesso.

La certezza è soltanto un sollievo momentaneo, perché la verità è sempre enorme. Se arriva a poco a poco si ha tempo di assimilarla, come fa la terra gallega con la pioggia, ma, se giunge improvvisa con la forza di uno tsunami è più dolorosa di una menzogna terribile.”

 

Recensione

Parlare di questo libro è difficile, perché da quando ci entri ti scatena una serie di emozioni che finiscono per diventare incontrollabili, proprio come l’uragano che questa storia porterà con sé. Redondo mi ha definitivamente stesa con questo romanzo ricco, appassionato nel bene e nel male, nell’amore e nella cattiveria, nelle verità nascoste e nelle bugie che andranno a permeare ogni singola parola, ogni riga e finiranno per riempire le pagine di ambiguità volute, cercate, temute e odiate.

Due mazzi di chiavi, due telefoni, due vite.”

Chi era Álvaro veramente?

Basta veramente poco per ritrovarsi il giorno prima felici, sereni e convinti di avere la vita migliore che si possa desiderare, accanto ad una persona per la quale metteresti la mano sul fuoco, perché sai che mai ti tradirà, mai ti mentirà, mai ti nasconderà qualcosa e mai ti abbandonerà e invece, un’incessante bussare alla porta, due uomini che ti guardano, due divise che ti mettono da subito in agitazione, poche domande di verifica e veramente pochissime parole che andranno a stravolgere la tua vita per sempre:

Tuo marito è morto!”.

“… per piangere c’era bisogno di un po’ di calore, un briciolo di emozione; il freddo polare che aveva invaso la casa gli aveva invece raggelato un pezzo di cuore. Sarebbe stato meglio se gliel’avesse congelato del tutto, se quel fantasma di ghiaccio avesse mandato in frantumi l’inutile muscolo che gli batteva nel petto.”

Con poche parole, di punto in bianco quindici anni assieme spazzati via così, come il vento che sferza con potenza senza guardare in faccia nessuno, che ti lasciano un senso di vuoto, uno smarrimento, una sensazione indescrivibile, il nulla.

Un abisso dato però, sul momento, più dalle bugie che dalla perdita in , un’assenza incolmabile determinata dal renderti conto che molto probabilmente una fetta irrecuperabile della tua vita è stata solo finzione, solo un qualcosa di artefatto e che i tuoi sentimenti sono stati calpestati alla pari di come tenderemmo a fare con un insetto.

Il dolore provocato dal dubbio è un acido che corrode.”

Per Manuel l’inizio dell’incubo, da un lato la convinzione sempre più radicata che ormai il suo cuore sia destinato ad autoeliminarsi per il dolore talmente forte che lo sta attanagliando ma dall’altra, il bisogno di capire il perché di tutto ciò. Voglia di verità, bisogno di chiarezza e nonostante tutto, una flebile speranza che tutto ciò non possa essere vero.

Tutto questo ti darò se mi adorerai, gettandoti ai miei piedi.”

 Sicuramente una storia sordida, che tiene ben ancorate le sue radici in un passato di segreti familiari, di vuoti emotivi, di violenze psicologiche, di rifiuto, di abbandono, di debolezze utilizzate come meri sistemi di difesa per tentare di arrancare e, la convinzione che il buon nome della famiglia, agli occhi di tutti sia la cosa più importante.

Esiste una tristezza pubblica, di lacrime e lutto, e un’altra immensa e silenziosa che è mille volte più devastante… scrivere era una tregua, un armistizio che gli permetteva di restare nelle stanze di quel palazzo che aveva dentro di sé, in cui la tristezza non era ammessa.”

Dolores Redondo è riuscita ad ancorarmi a questa storia, creando fra me, la sua scrittura e quella del suo personaggio un legame forte, una vicinanza emotiva che travolge e con la potenza di un fiume che esonda, mi è entrata dentro, ed è riuscita a smuovere ogni mia difesa.

Non è una storia semplice, perché ciò che è contenuto in questo romanzo in alcuni tratti si è rivelato talmente sudicio, freddo e malato da provocarmi fastidio, disgusto e frustrazione, ma seguire Manuel, l’ex poliziotto omofobo Nogueira che nel tempo cambierà opinione sul suo compagno d’avventura e assieme a Don Lucas, ho seguito passo passo le tracce, le briciole di un passato che è diventato imperativo ricostruire nonostante l’ostruzionismo e le mezze verità di tanti, per poter arrivare ad una chiarezza utile a ricostruire ciò che è avvenuto e perché.

La scrittura di Redondo è piena, magnetica, esaustiva ed esauriente e talmente empatica, da riuscire a restituirti tutto ciò di cui si parla nel romanzo. La psicologia del protagonista, ma anche la costruzione di tutte le altre figure coinvolte appare talmente ben studiata, che nessuno passerà in secondo piano per essere dimenticato poche pagine dopo, poiché lei ce li ha restituiti con una personalità, dei caratteri, delle voci talmente reali, che abbiamo la sensazione di conoscerli veramente, di averli incontrati per strada, di averli sentiti parlare e di aver percepito a pelle ciò che di loro potrebbe piacerci e ciò che invece, potrebbe diventare fonte di fastidio e disturbo.

Insomma, una storia molto diversa da quella della “Trilogia del Batzan”, ma ugualmente e tremendamente, oltre che dolorosamente coinvolgente, che ti spinge a riflettere sui non detti e le reticenze degli altri, ma anche sulle tue.

“…la scrittura nasce da un bisogno innato dell’essere umano, dalle pene dell’anima, da una fame e un freddo interiori che si placano soltanto, per qualche istante, mentre si scrive.”

Buona lettura!

 

 

 

Dolores Redondo


ha studiato Legge, poi ha deciso di diplomarsi chef e di aprire un ristorante di cucina basca. Ha iniziato la sua carriera letteraria scrivendo racconti e storie per bambini.  Nel 2009 ha pubblicato il primo romanzo: Los privilegios del ángel. Il guardiano invisibile (pubblicato per la prima volta in Italia da Feltrinelli nel 2013) è il primo romanzo della “Trilogia del Baztán. Accolto con grande favore dalla critica internazionale fin dalle primissime fasi di pubblicazione, è tradotto in 12 lingue. Gli altri suoi romanzi che vanno a completare la trilogia sono: Inciso nelle ossa (Salani, 2016)e Offerta alla tormenta (Salani, 2019). Ha scritto inoltre Tutto questo ti darò (DeA Planeta, 2017). Lo scorso anno è stato pubblicato in Italia”Il lato nord del cuore, quarto capitolo che vede per protagonista Amaia Salazar (DeA Planeta Libri, 2020).

 

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