Un villaggio scomparso




Recensione di Laura Salvadori


Autore: Tim Weaver

Traduzione: Tessa Bernardi

Editore: Fanucci Editore

Genere: thriller

Pagine: 448

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. Durante la notte di Halloween, i nove residenti di Black Gale si riuniscono per una cena. Mangiano, bevono e ridono. Giocano e scattano delle foto. Le foto saranno l’ultimo ricordo di ciascuno di loro. La mattina seguente, infatti, l’intero villaggio sembra svanito nel nulla. Senza cadaveri, prove o indizi di sorta, il mistero sull’accaduto a Black Gale rimane irrisolto per i successivi due anni e mezzo. Ma alla fine le famiglie delle persone scomparse ingaggiano un investigatore, David Raker, come ultima, disperata speranza per scoprire cosa sia accaduto quella notte, là dove la polizia sembra essersi arresa. E da quel momento, l’ossessione delle famiglie coinvolte diventa anche la sua…Quali segreti condividevano i tranquilli abitanti di Black Gale? Cosa nascondevano alle loro famiglie? Erano veramente quello che sembravano? David Raker è sulle tracce di nove persone scomparse o di nove cadaveri? Scavando nel passato per fare luce sui fatti di quella terribile Notte dei morti, Raker si ritroverà invischiato nel caso più difficile, contorto e misterioso che abbia mai affrontato, in cui emergeranno strane connessioni tra Los Angeles e gli abitanti di Black Gale

Recensione

In cuor mio ho sempre saputo che ritrovare persone scomparse mi permette di colmare dei vuoti: le fratture create da una scomparsa, l’incertezza che si prova quando una persona svanisce nel nulla, il dolore costante, l’assenza di risposte.  A volte, quando riporto qualcuno a casa sano e salvo, riesco a cancellare quel dolore. E’ ciò che desidero per le famiglie. Che ricordino come  ci si sente a respirare di nuovo, perché quando si perde una persona cara ci si sente completamente vuoti.Si respira a stento, si riesce a malapena a sopravvivere“.

Sapete cosa fa di David Raker un personaggio carismatico e altamente empatico? La sua modestia, la sua sincerità, il suo essere maledettamente votato ad aiutare gli altri, a lasciarsi coinvolgere a tutto tondo dai casi che segue. Viene da pensare che rintracciare le persone scomparse non sia un lavoro, ma un’ancora di salvezza, di cui non può fare a meno.

Ed infatti, ecco che dalle sue stesse parole, che ho riportato sopra, si evince chiaramente che ricercare persone scomparse è per David Raker un bisogno primario, necessario a consentirgli di continuare a vivere una vita che è andata in pezzi con la morte dell’amata moglie Derryn.

Chi legge le avventure di David Raker questo lo sa. Di David Raker ci si innamora, anche senza volerlo. E’ come una calamita che ti attira a sé e tu non puoi fare a meno di sentirlo vicino, stimarlo, volergli bene.

“Un villaggio scomparso” è la decima indagine di David Raker. Come le altre è caratterizzata da un fitto mistero, che sembra, in prima istanza, qualcosa di trascendentale. In effetti, la scomparsa di nove persone è un evento piuttosto insolito ed il fatto che la scomparsa sia avvenuta proprio la notte di Halloween lo rende ancora più misterioso.

David, affiancato dal fedele amico Healy, dovrà mettere in campo tutta la sua arguzia e sarà impegnato a fondo in un’indagine che si rivelerà fin da subito complessa. Il nostro protagonista peraltro vive le sue indagini a 360 gradi e questa  non farà differenza. David sarà impegnato su tanti fronti e non si tirerà indietro neanche quando rischierà la sua stessa vita.

La ricerca delle nove persone scomparse si alternerà con un’indagine che prenderà le mosse oltreoceano, nel lontano 1985. Le due vicende ovviamente saranno destinate a trovare un punto di incontro, in un crescendo di grande tensione che farà della mente del lettore l’ostaggio predestinato.

E’ inevitabile che il lettore si senta sempre più coinvolto: la lettura corre veloce e la scrittura semplice e scevra da ogni sensazionalismo ( Tim Weaver non ha bisogno di effetti speciali!) è un lubrificante perfetto anche per il lettore più distratto ed esigente.

Se infatti dovessi elencare ciò che caratterizza i romanzi di Weaver, direi proprio l’estrema semplicità della sintassi e lo schema della trama che viene riproposto in ogni suo romanzo, che vede un capitolo chiudersi con un interrogativo, immediatamente sciolto con l’inizio del capitolo successivo. Questa reiterazione nella struttura dei romanzi dell’autore, elemento che ha fatto la fortuna di molti altri scrittori di thriller (mi viene in mente la Lackberg, una su tutti, che nei suoi romanzi con protagonista Erica Falk utilizza da sempre lo stesso schema), trovo che sia confortante per il lettore. Ritrovare più o meno intatto ciò che si è amato in passato è sempre una bellissima sensazione!

Inoltre, non tralascerei, come elemento distintivo, la scrittura in prima persona, che nei romanzi di Weaver  raggiunge l’apice della perfezione. David Raker ci parla come ci parlerebbe il nostro migliore amico, ma anche il vicino di casa o il collega di scrivania. Ci parla raccontandoci le sue vicende in modo molto intimo, confidenziale, senza filtri. Il suo raccontare è semplice, teso a rendere la comprensione del lettore un fatto inoppugnabile. Il risultato immediato e garantito è che il lettore si sente parte della vita di Raker e con lui proverà le sue stesse emozioni.

Non so come spiegarlo con la massima efficacia ma, come già ho detto, David Raker suscita in me la massima empatia. In altre parole, lo adoro!

Anche perché David non si perita a far emergere le proprie debolezze e le proprie paure. Non evita mai di mettere a nudo la perdita di ogni punto di riferimento nella sua vita, il fatto che la sua stessa esistenza fatica a trovare un senso dopo la morte della moglie. David ha sofferto ma ha trovato il modo di alleviare la sua sofferenza, di confonderla, aiutando gli altri ad attraversare quel deserto che ha reso arida la sua stessa vita. Direi che c’è un enorme bisogno di messaggi come questi, quasi a dire che un personaggio, per essere amato, non ha bisogno di muscoli e di armi roboanti, ma solo di un cuore.

E le sue avventure! Sempre originali, sempre dense di mistero, curiose, emozionanti, vibranti, uniche! Insomma, una serie, questa, che merita un grande palcoscenico! Non dovete aspettare oltre a fare la conoscenza di questo incredibile personaggio! Aspetto le vostre impressioni e anche, ovviamente, il prossimo capitolo!

 

 

Tim Weaver


Tim Weaver è nato nel 1977 a Bath, dove vive con la moglie e la figlia. Giornalista dai molteplici interessi, ha esordito come scrittore con “Morte sospetta”, primo romanzo della serie dedicata a David Raker, l’investigatore specializzato nella ricerca di persone scomparse, di cui  fanno parte “ Tracce di morte”,  “Svanito”,  “Nessun ritorno”, “Oscure verità”, “Triplice omicidio”, “Cuore infranto”, “Chi sono?”, “La verità su David Raker” e infine l’ultimo uscito “Un villaggio scomparso”,  tutti pubblicati da Fanucci nella collana Timecrime.

 

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