Una felicità semplice




Recensione di Sara Zanferrari


Autore: Sara Rattaro

Editore: Sperling Kupfer

Genere: narrativa

Pagine: 243

Pubblicazione: 20 aprile 2021

Sinossi. Un giorno come tanti, Cristina entra in un negozio sotto casa per fare la spesa. Un saluto veloce all’ingresso, i gesti automatici di sempre, qualche pensiero per la testa. Poi, all’improvviso, un uomo la afferra alle spalle e le punta qualcosa alla schiena. E così quella commissione insignificante diventa un momento cruciale, uno spartiacque tra un prima e un dopo, o addirittura tra la vita e la morte. Proprio in quell’attimo, ostaggio di una rapina, Cristina percepisce l’essenza di tutto, come se le si squarciasse un velo davanti agli occhi. E si vede per quella che è davvero: una madre che non ha ancora sanato la frattura profonda che la divide da sua figlia, e una figlia che non sa comprendere il desiderio di sua madre di rifarsi una vita; una vedova chiusa in un dolore indicibile, e una donna che crede di avere già amato abbastanza – forse, di non avere nemmeno più diritto alla felicità. È un istante sospeso, tra mille variabili e mille possibilità: una fatale follia o un soccorso insperato; un futuro da cancellare o un nuovo inizio per rinascere. È l’incipit di un romanzo che sa sorprenderci e metterci in discussione a ogni pagina. Perché tutti noi, come Cristina, siamo sospesi tra occasioni che non sappiamo cogliere e scorci di felicità che ci fanno paura, tra mani che la vita ci tende e assi nella manica che potrebbero regalarci la mossa vincente. Il destino potrà confonderci con i suoi percorsi imprevedibili, ma a salvarci sarà solo il nostro coraggio: quello di inseguire i nostri sogni o di concederci l’occasione di amare di nuovo.

Recensione

Mi ci sto “abituando” alle storie semplicemente emozionanti di Sara Rattaro: le sue storie di persone normalissime alle prese con la vita e i sentimenti, con le occasioni che arrivano e i protagonisti che le vedono o non le vedono, che le accolgono o le rifiutano, con l’Amore che è sempre, comunque, quantunque, senza se e senza ma il protagonista incontrastato dei suoi romanzi.

Amore: non quello delle storielle rosa, non di principi e principesse, non di voli pindarici e gesti eclatanti. È l’Amore che tutti noi conosciamo, quello delle cose semplici, delle FELICITÀ SEMPLICI, eppure ai nostri occhi così complesse. L’amore che a volte fa paura, a volte pensiamo di non meritarlo o di non poterlo trovare più.

Cristina ha già vissuto una storia d’amore con la A maiuscola, 28 anni di idillio totale, un amore a prima vista con Andrea, incontrato per caso, un matrimonio giovanissimi, una figlia, un uomo speciale, unico, con cui ha costruito un legame indissolubile, l’amore insomma che tutti vorremmo.

Ma la vita dà e toglie, senza preavviso (o ne dà, come in questo caso, poco), è la nostra condizione umana, siamo esseri fragili e “a tempo” (e perciò dovremmo ricordarci di non sprecarlo mai).

Può succedere di tutto, in un momento, e cambiare per sempre la nostra vita. Si apre così “Una felicità semplice”: Cristina entra nel negozio sotto casa e si ritrova ostaggio di un rapinatore. Mentre questi la tiene da dietro puntandole qualcosa alla schiena, le passa tutta la vita davanti agli occhi:

Si dice che gli unici momenti autentici della vita riguardino la nascita e la morte. Quando nasce un figlio o muore una persona che amiamo, l’essenza della vita emerge, galleggia in superficie come schiuma. È un attimo di estasi, come se il vento smettesse di soffiare, il sole di splendere e il mare arrestasse il suo moto. Si forma un’impercettibile crepa che ti permette di intravedere cosa c’è sotto.”

A salvare la situazione è colui che si scoprirà essere un vicino di casa, Claudio, l’inaspettato, il “caso”, la nuova occasione che la vita riserva. Il rapinatore fugge, mentre da qui comincia un gioco di avvicinamento delicato e rispettoso da parte di Claudio a Cristina, che, a quasi 50 anni e a 4 anni dalla morte del marito, crede di non doversi più aspettare nulla dalla vita.

Claudio lentamente vince tutte le resistenze di Cristina, mentre noi seguiamo a capitoli alterni anche la memoria della sua vita con Andrea, la malattia irreversibile che lo colpisce, la figlia Sofia che si allontana, la madre di Cristina che si risposa (anche lei vedova da lungo tempo).

Lo so cosa state pensando: “Vabbè, è un libro. Queste cose succedono solo nei libri o nei film, la vita è altro”. Invece la vita sta proprio tutta qui, nelle porte che si chiudono e i portoni che si aprono, nei dolori che passano o perlomeno si addolciscono, nell’amore che rifiorisce, nella vita che bussa incessantemente alle nostre porte, ma bisogna avere il coraggio di aprire.

E non cerchiamo di capire l’amore, perché l’amore non si può capire, ma solo vivere.

Non vi basterà una vita per capire l’amore. Non importerà il numero delle volte che ne parlerete o che ne sentirete parlare. Non avranno peso le volte in cui vi verrà promesso o assicurato. Non riguarderà un calcolo o il tempo che avrete speso per poterlo capire, concretizzare, spiegare. L’amore sarà l’unica cosa che non dovrete conquistare mai, perché, che qualcuno vi ami e lo faccia per quello che siete, per voi sarà sempre un mistero anche quando sarete certi di non esservelo meritato.”

A cura di Sara Zanferrari

 poesiedisaraz.wordpress

 

Sara Rattaro


Sara Rattaro è nata a Genova. Laureata in Biologia e in Scienze della Comunicazione, ha lavorato come informatore farmaceutico prima di dedicarsi completamente alla scrittura. È autrice di diversi romanzi: Sulla sedia sbagliata, Un uso qualunque di te, Non volare via (Premio Città di Rieti 2014), Niente è come te (Premio Bancarella 2015), Splendi più che puoi (Premio Rapallo Carige 2016), L’amore addosso, Uomini che restano (Premio Cimitile 2018), Andiamo a vedere il giorno (Sperling & Kupfer 2018), Il cacciatore di sogni, il suo primo libro per ragazzi, Sentirai parlare di me (Mondadori 2019), La giusta distanza (Sperling & Kupfer, 2020), . La formula segreta. Il fantasma di un genio del Novecento (Mondadori, 2020), Sul filo dell’acqua (Solferino, 2020). Ha curato la raccolta di racconti La vita vista da qui (Morellini 2018). È docente di Scrittura creativa presso l’Università degli studi di Genova. Dirige la scuola di scrittura La fabbrica delle storie insieme a Mario Morellini a Milano.

 

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