Una vita da libraio




Recensione di Marina Morassut


Autore: Shaun Bythell

Traduzione: Carla Palmieri

Editore: Einaudi

Collana: Stile Libero Extra

Pagine: 384

Genere: Narrativa

Anno di pubblicazione: 2018

SINOSSI. Si può avere una vita avventurosa anche seduti su uno sgabello. Un paesino di provincia sulla costa scozzese e una deliziosa libreria dell’usato. Centomila volumi spalmati su oltre un chilometro e mezzo di scaffali, in un susseguirsi di stanze e stanze zeppe di erudizione, sogni e avventure. Un paradiso per gli amanti dei libri? Be’, più o meno…Dal cliente che entra per complimentarsi dell’esposizione in vetrina, senza accorgersi che le pentole servono a raccogliere la perdita d’acqua dal tetto, alla vecchietta che chiama periodicamente chiedendo i titoli più assurdi, alle mille, tenere vicende di quanti decidono di disfarsi dei libri di una vita. The Book Shop, la libreria che Shaun Bythell, contro ogni buonsenso, ha deciso di prendere in gestione, è diventata un crocevia di storie e il cuore di Wigtown, villaggio scozzese di poche anime. Con puntuta ironia, Shaun racconta i battibecchi quotidiani con la sua unica impiegata perennemente in tuta da sci, e le battaglie, tutte perse, contro Amazon. La sua è l’esistenza dolce e amara di un libraio che non intende mollare. Con l’anticipo dell’edizione italiana, Shaun sta finalmente ricostruendo il tetto della sua libreria.

RECENSIONE

Shaun Bythell racconta l’avventurosa quotidianità di un libraio nella provincia scozzese e proprio da qui il lettore deve partire per capire che libro ha per le mani… È un libro che parla di libri, quindi forse può dare l’idea che possa essere letto solo dalla categoria di lettori forti e motivati, oppure solo dagli addetti ai lavori. Ma non è affatto così, fidatevi!

È uno spaccato di vita del proprietario della più grande libreria di libri usati della Scozia, The Book Shop. È il racconto dello straordinario Festival che nello stesso paese di Wigtown (conosciuta come “città del libro”, per le molte librerie presenti) viene organizzato annualmente nel mese di Settembre, sin dal 2001 – e visitato da un pubblico di svariate migliaia di persone che arrivano da ogni parte del mondo (come non pensare ai “cugini” Festival Letterari di Mantova e Pordenone?). È il racconto di come un proprietario di libreria – e appassionato lettore – debba ingegnarsi tra libreria, festival, lotta nei confronti di Amazon e similari, riparazione di tetti e… molto altro ancora, in primis pazienza, gentilezza e fantasia nel trattare con il campionario umano che va sotto il nome di lettore e che frequenta le librerie.

Le stranezze, sicuramente – così come possono capitare anche in un qualsiasi ufficio pubblico, se non anche negli uffici privati… ma quanto è più bello per un lettore incontrarle in una libreria! – di una vita tutto sommato ordinaria: si lavora con orari ridotti (diversamente dall’Italia, questa libreria chiude alle cinque in punto del pomeriggio!) e si riesce anche ad andare a pescare o a fare un giro in bicicletta.

Ci sono molte cose da dire su questo libro. Innanzitutto, capiamoci: non è un romanzo, ma una sorta di vita raccontata in forma di diario, con la sagace capacità del libraio/autore nel rendere appetibile il tutto, romanzando a piene mani il proprio vissuto, ma rimanendo fedele alla realtà quotidiana.

Per il lettore che desideri addentrarsi più in profondità in questo mondo (scrittore, editor, libraio appunto, oppure altre figure professionali legate alla “carta”), ecco servito un lauto pasto, a base di battaglie contro i colossi come Amazon, corsi d’arte del martedì pomeriggio, attività connesse al Random Book Club (ramo di attività collaterale alla libreria, che Shaun si è inventato qualche anno fa, quando l’attività languiva). A base di personaggi strani che entrano in libreria (davvero c’è da credere a quanto rendicontato dal libraio, ma ci si immaginano meglio questi strani personaggi in una brumosa provincia scozzese che in una soleggiata provincia italiana); a base anche, dato che si tratta di un negozio di libri usati, di scampagnate in amene località, case o magioni, dove stimare possibili collezioni (magari sulla viabilità dei treni in Gran Bretagna), o più semplicemente di stock di libri “ordinari”, anche ben tenuti, di qualcuno che amava leggerli e che è morto e non ha nessuno a cui lasciarli in eredità.

Le stranezze, comunque, non mancano anche in “casa”, a partire proprio dalle dipendenti di Shaun, che meriterebbero un racconto a sé.

Chicca sicura per gli appassionati lettori una serie di citazioni di autori vari (che non riveleremo per non rovinare la sorpresa) e, ad ogni inizio capitolo, l’omaggio a George Orwell, con alcuni estratti dal saggio Ricordi di libreria (novembre 1936). Davvero elettrizzanti; autore da riscoprire su questo argomento, oltre che per i suoi più classici e conosciuti La Fattoria degli animali e 1984.

In definitiva, se mi chiedeste un consiglio se leggere o meno questo libro risponderei con un entusiastico e convinto sì, con un unico divertito suggerimento, tanto per restare in tema di stranezze letterarie: visto che i capitoli sono divisi nei vari mesi, consiglio di non leggerlo tutto d’un fiato, ma di leggere un mese ad ogni mese, magari con l’accortezza di far combaciare il mese di lettura con quello vissuto da Shaun. Vi trasformerete sicuramente in uno dei suoi lettori affezionati e forse anche, perché no, fra i più stravaganti!

“Mi piacerebbe fare il libraio di professione? Tutto sommato – nonostante il proprietario mi trattasse gentilmente e nonostante alcuni giorni felici trascorsi in quella libreria – direi di no”. (G. Orwell, Ricordi di libreria, nov. 1936).

Eppure…

Shaun Bythell


Shaun Bythell è il proprietario della libreria The Book Shop di Wigtown e uno degli organizzatori del Wigtown Book Festival.