Un’ombra sul lago




Recensione di Patrizia Argenziano


Autore: Dario Galimberti

Editore: Indomitus Publishing; 2° edizione

Genere: Thriller

Pagine: 350

Anno di pubblicazione: 2019

Sinossi. Lugano, 29 Ottobre 1934. Il delegato Ezechiele Beretta, massima autorità della polizia cittadina, se ne sta rintanato in un angolo del bar Lugano a gustarsi il primo caffè del mattino, quando il trambusto proveniente dall’esterno attira la sua attenzione. Gli abitanti del malfamato Sassello avanzano verso il centro della piazza al seguito di Mosè Guerreschi che incede lentamente con la piccola Ombretta aggrappata ai suoi pantaloni vecchi e logori e un fagotto stretto in braccio. Non portano problemi. Quella processione è una richiesta d’aiuto. Beretta afferra il fagotto, una vecchia coperta militare da cui spunta la testa di un bambino esanime, Agostino Guerreschi, e si precipita in ospedale dove si assicura che il piccolo riceva cure adeguate. La ricostruzione di Agostino viene archiviata come una fantasia infantile, un modo per coprire le marachelle che hanno portato a quell’incidente quasi mortale. Pochi giorni dopo, però, quando Ombretta viene rapita in circostanze analoghe sotto gli occhi della madre e di una vicina, Beretta maledice le sue conclusioni affrettate e capisce che non c’è un attimo da perdere se vuole restituire a quella povera famiglia la bambina sana e salva. Tra false piste, intuizioni geniali e squarci sulla vita privata del tormentato protagonista, le indagini procedono faticosamente, ostacolate dai poteri forti della città che non vogliono guai, mentre ombre sempre più minacciose si allungano sulle acque blu del lago che bagna la città.

Recensione

In una giungla di belli e impossibili, donne in carriera, detective per caso e ispettori ribelli ecco che spunta e brilla la figura del delegato di polizia Ezechiele Beretta. Una figura il cui atteggiamento rapisce sin dalle prime pagine del romanzo, paradossalmente rapisce e affascina perché Ezechiele Beretta è un uomo semplice, senza grandi pretese, un uomo dal cuore tenero e generoso che si schiera a favore dei deboli, dei piccoli e dei bisognosi. Una luce, il delegato, che illumina ogni pagina con il suo elevato senso di giustizia, giustizia con la “g” maiuscola, per la quale si batte a suo rischio e pericolo. Ed è proprio la ricerca di quest’ultima che lo vedrà impegnato in un’indagine al di là dei suoi confini territoriali e non solo. Non si creda di avere a che fare con un personaggio stucchevole o sdolcinato, siamo semplicemente di fronte ad un uomo vero e perbene che svolge il suo lavoro non solo con passione e diligenza ma anche con il cuore.

È il 1934 e in questo periodo storico c’è assoluta necessità di figure positive con sani principi, figure che hanno la speranza di sconfiggere il male con “armi pulite”, figure come Beretta. L’autore ha saputo, secondo me, creare un grande personaggio lasciandolo comunque ”piccolo” e di rara bellezza.

Con lui, si muovono altre figure sapientemente disegnate come, ad esempio, i piccoli Agostino ed Ombretta, il primo così vero e fanciullesco nella descrizione del suo aggressore, la seconda così innocente di fronte a una fetta di torta di pane spolverata di zucchero a velo, probabilmente poco frequente sulla sua tavola. E che dire dei coniugi Berger custodi di Villa Herminones? Così freddi, burberi, accigliati, severi anche nei modi persino nei confronti di chi tutela la legge, meglio non potevano essere descritti. Potrei andare avanti a lungo perché, anche per il più piccolo personaggio, l’autore ha lasciato una descrizione perfetta e indelebile.

Protagonista indiscusso del romanzo, insieme alla scomparsa della simpaticissima Ombretta, è il lago. Raggiunto dopo una serie di vicoli stretti, ci si perde nelle sue acque piatte. Chi lo conosce lo sa, ogni mutamento di luce sul lago è fonte di un’atmosfera particolare di grande ispirazione ma al calar della sera, la bellezza del tramonto, ad ogni spegnimento di lampione, si tramuta in un’inquietante macchia nera pronta ad inghiottire tutto ciò che il vento, e non solo, offre in regalo. L’amore, nei confronti del Ceresio e dei suoi luoghi è forte e chiaro in queste pagine che ce lo raccontano sotto diverse spoglie.

Con questi ingredienti, sapientemente miscelati, ha preso forma, forse non un thriller ad alta scarica adrenalinica ma un giallo/thriller inquietante, opprimente, soffocante, incalzante e dotato di una narrazione tormentata. Non esistono, infatti, momenti di serenità e, dove tentano di insinuarsi, prontamente si fanno largo, se non i fatti, almeno i pensieri cupi. Un romanzo che ci porta indietro nel tempo, che racconta sì una storia ma che, a suo modo, racconta una parte di verità nascosta che non dobbiamo assolutamente dimenticare.

Una lettura che scorre veloce, una scrittura pulita, tanti richiami alla letteratura, un giallo ben congegnato, finzione e realtà che si fondono aumentando il fascino dello scritto, personaggi indimenticabili, un ritorno al passato che profuma di casa e il lago di Lugano che è una vera perla. Se riuscite, fateci un salto, naturalmente con “Un’ombra sul lago” in mano!

A cura di Patrizia Argenziano

instagram.com/patrizia.arge

Dario Galimberti


Dario Galimberti: Architetto e responsabile del corso di laurea in Architettura della Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana (SUPSI). Ha ricevuto diversi premi per la sua attività accademica e per il suo lavoro come architetto. Ha pubblicato scritti specialistici su riviste di settore e alcuni testi professionali tra i quali: Gli strumenti da disegno prima del computer. Ha esordito nella narrativa nel 2014 con il romanzo “Il bosco del grande olmo” (Robin, 2015). Con Libromania ha pubblicato “Il calice proibito” (2015), “L’angelo del lago” (2017) e “Un’ombra sul lago” (2019), vincitore del Premio “Fai viaggiare la tua storia 2019”.

 

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