Via del Riscatto




Recensione di Loredana Gasparri


Autore: Mariolina Venezia

Editore: Giulio Einaudi Editore

Genere: Narrativa italiana contemporanea

Pagine: 256

Data di pubblicazione: 2019

Sinossi. Ma cos’ha di eccezionale Imma Tataranni, croce e delizia della Procura di Matera? Semplice! È una donna normale. Questa volta, a far ticchettare il suo tacco dodici sono una femme fatale dal profumo conturbante, due fratelli coltelli e una simpatica vecchia canaglia. Tra le mura di palazzo Sinagra giace il cadavere di un agente immobiliare, Antonello Ribba. Chi l’ha ucciso? Difficile essere sicuri di qualcosa, in un luogo popolato di antichi fantasmi come i Sassi di Matera. Tutto sembra inafferrabile, da quelle parti perfino la speculazione edilizia assume contorni quasi kafkiani. Quel che è certo è che ci sono in ballo sentimenti estremi, nei quali la nostra Piemme si identifica pericolosamente. Ma se il suo tribunale interno la dichiara colpevole, e lei si sente per un attimo un’Anna Karenina in salsa materana… non ha nessuna intenzione di gettarsi sotto un treno! In un palazzo disabitato dalle parti di via del Riscatto, nell’inquietante stanza rossa decorata con i vizi capitali, viene trovato il cadavere di un agente immobiliare. L’indagine questa volta si snoda proprio nel cuore dei Sassi, fra antichi monasteri, madonne bizantine, grotte e mura seicentesche. Al quarto appuntamento, Imma Tataranni è piú insofferente e peggio vestita che mai. Con lei ritroviamo la colorata tribú che sempre l’accompagna. La suocera, che giocherà un ruolo nell’indagine, sperando di conquistare terreno nella Matera bene. La cognata, che sente i fantasmi. E il marito Pietro, che ha tanta pazienza, ma prima o poi la potrebbe perdere. Come in una partita a poker, la Piemme materana in tacco dodici dovrà capire, fra i tanti sospettati, chi è che bluffa. Ma anche tenere a bada il bel maresciallo Calogiuri, che sentendosi trattato come un toy boy le fa imbarazzanti scenate di gelosia. Per non parlare di sua figlia Valentina, che abbraccia ideologie estreme, e potrebbe mettere nei guai anche lei. In una Matera sospesa fra riscatto e speculazione edilizia, c’è chi si abbandona all’autocelebrazione, e chi sviluppa per la stessa un’antipatia tale da poter indurre all’omicidio…

Recensione

Se vi piace correre dietro i personaggi iperattivi come Imma Tataranni, non riposate mai, vi suddividete fra cento cose come un equilibrista, le fate tutte bene, ma tornate spesso a fine giornata con un vischioso senso di fallimento (del tutto ingiustificato), allora dovete affrettarvi a procurarvi questo libro.

E naturalmente anche gli altri, se per caso vi sono sfuggiti. Vi identificherete parecchio con questo brillante sostituto procuratore che, al contrario di diversi stereotipi d’oltreoceano, non ha un fisico da modella, il gusto di uno stilista italiano nel vestirsi, e un ironico aplomb nel modo di fare. Tutt’altro.

Imma Tataranni è bassina di statura, abbondante di circonferenze, e assolutamente imbarazzante da guardare come accostamenti di colori e modelli nell’abbigliamento. Non sempre ascolta i suoi collaboratori, e se lo fa, sbuffa spazientita per farli arrivare al punto. Spesso il suo umore assomiglia a quello di un rottweiler tenuto a digiuno, per cui sono molti gli sforzi che deve fare per non prendere a schiaffi dall’esasperazione chi le sta davanti.

Oddio, una pazza isterica? Ma chi ci vuoi far leggere, scusa?

Vi voglio far leggere un romanzo in cui una donna estremamente brillante e decisa, caotica nell’espressione, poco convenzionale come rappresentante dello Stato (per il discorso sulle capacità di vestirsi senza far precipitare nell’imbarazzo chi la guarda), non disposta a compromessi, sotterfugi e maneggi vari, riesce a risolvere tre casi quasi nello stesso tempo. Wonder Woman, allora!

No, una creatura dotata di una determinazione tignosa e una capacità di stare in equilibrio anche in mezzo alle tempeste. Oltre a tutte le inadeguatezze, vere e presunte.

Quando entriamo nel libro, Imma Tataranni sta sbuffando esasperata perché i suoi parenti in visita la stanno riempiendo di chiacchiere inutili e di commenti stupidi sugli splendidi Sassi in cui stanno passeggiando. Con un pretesto si allontana, e nei pressi di uno degli antichi palazzi che hanno reso famosa Matera, sente uno sparo. In pratica, piomba in un caso, senza ancora esserne consapevole… il mattino dopo saprà prenderselo quasi di rapina, approfittando del fatto che il collega in via di assegnazione al caso stesso conosceva la vittima, Antonio (Antonello) Ribba, un faccendiere forse un po’ troppo intraprendente. La dottoressa Tataranni stava appena uscendo da un altro caso di corruzione e di speculazione immobiliare, che si era rivelato una disfatta quasi completa.

Con il piccolo ritratto che vi ho fatto prima, potete immaginare la sua tranquillità d’animo. A questo aggiungiamo una sua crociata personale contro i colleghi che usano gli orari di ufficio per farsi gli affari propri e percepire, tuttavia, il lauto stipendio senza un corrispettivo produttivo serio.

Questa è la fotografia d’inizio del romanzo. E vi ho parlato solo del suo lavoro.

Vogliamo mettere da parte la sua adorabile famiglia?

Pietro, il marito paziente-pure-troppo, e Valentina, la figlia sedicenne pericolosamente autonoma e ribelle? E la suocera di Imma, la signora De Ruggeri, e la sua spocchia, oltre ad un elevato senso del dispetto nei confronti di questo magistrato troppo ligio alle regole e al lavoro, e non abbastanza presente in famiglia? No, no, dovete godervi anche questi rapporti.

La dott.ssa Tataranni non si fa mancare niente, e non fa mancare niente nemmeno a noi lettori, che la inseguiamo per i Sassi, non dimenticando di dare un’occhiata agli splendidi paesaggi, e che ridiamo di sottecchi (non facciamoci sentire) di fronte alle sue uscite ruvide con tutti, a partire dal proprio capo, alla sua semi-insensibilità nei confronti del giovane maresciallo Colagiuri che l’adora (forse troppo), e l’ammiriamo per la sua capacità di collegare eventi apparentemente estranei gli uni agli altri, e di afferrare le occasioni con facilità sbalorditiva.

Quando chiudiamo il libro e usciamo da Via del Riscatto, abbiamo il fiatone. Ma sorridiamo, perché abbiamo letto una storia complessa, avvincente e credibile, abbiamo scoperto altri lati di Imma, che lei tiene a non mostrare troppo, e non vediamo l’ora di incontrarla di nuovo.

A cura di Loredana Gasparri 

www.delfurorediaverlibri.it

Mariolina Venezia


è nata a Matera. Attualmente vive a Roma, dove lavora per teatro, cinema e televisione. Ha pubblicato alcuni libri di poesie in Francia e, per Einaudi, i romanzi Mille anni che sto qui, vincitore del Premio Campiello 2007, Come piante tra i sassi (2009 e 2018), la raccolta di racconti Altri miracoli (Theoria 1998, Einaudi 2009), Da dove viene il vento (2011), Maltempo(2013 e 2018), Rione Serra Venerdì (2018) e Via del Riscatto (2019). Dai gialli di Imma Tataranni è in produzione una serie televisiva per Rai 1.

 

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