Zona d’ombra




Recensione di Katia Montanari


Autore: Meg O’ Brien

Traduzione: Marina Boagno

Editore: Harper Collins

Genere: Thriller

Pagine: 306

Anno di pubblicazione:2021

Sinossi. Per lunghi anni ha lottato per liberarsi dal traumatico ricordo delle molestie subite da bambina da parte di un suo insegnante. Diventata una scrittrice di successo, torna nella sua città natale per partecipare a un festival di spettacoli per l’infanzia e scopre che il suo persecutore è diventato un prestigioso conduttore di un programma televisivo per bambini. Per Carrie, è come rivivere il vecchio incubo. Il suo primo impulso è quello di fermare, a ogni costo, l’uomo che le ha rubato l’innocenza, di impedirgli di fare altre vittime. Ma è proprio certa che la memoria non le stia giocando un brutto scherzo? E se i suoi ricordi non corrispondessero affatto alla realtà?

Recensione

“Zona d’ ombra” è un thriller di forte impatto emotivo. Le descrizioni degli abusi e delle sofferenze delle vittime vi strazieranno il cuore. Carrie ora è adulta ma mentre è andata avanti negli studi e in ambito lavorativo, dal punto di vista emotivo e relazionale è rimasta ferma all’ epoca delle violenze subite.

Questa “convivenza” tra la Carrie del presente e quella del passato crea in lei una grande confusione che si proietta all’ esterno mescolando le carte in tavola e condizionando, in modo più o meno consapevole, le sue scelte.

La trama all’inizio è apparentemente semplice ma diventa sempre più complessa e articolata man mano che vengono aggiunti personaggi e situazioni. In tutti gli intrecci tra i vari protagonisti viene spesso evidenziata l’importanza che la figura adulta ha nei confronti di bambini e adolescenti e quanto sia facile, una volta ottenuta la loro fiducia,condizionarli nel bene o nel male.

 Il dolore e la solitudine sembrano essere terreno fertile per la nascita dei carnefici ed alcuni lo diventano dopo essere stati abusati a loro volta.

Nell’animo delle vittime invece il dolore, la sensazione di impotenza e il terrore, si trasformano o in disperazione o in una rabbia violenta ma, in ogni caso, si ritrovano sull’ orlo di un baratro.

Una velata accusa viene lanciata poi a una fantomatica classe dirigente che di fronte alla pedofilia si preoccupa di più dei soldi e della reputazione piuttosto che dei bambini. Non ci sono eroi in questo racconto ma vincono quelli che appoggiandosi l’uno all’ altro riescono a uscire da una palude di degrado, solitudine e dolore anche se con profonde cicatrici.

 

 

Meg O’ Brien


 

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