Agua Ploma




Recensione di Anna Sonatore


Autore: Daisy Franchetto

Editore: Dark Zone

Genere: Narrativa

Pagine: 190

Anno di pubblicazione: 2020

 

 

 

 

 

Sinossi. Agua Ploma è uscita dalla palude e non ricorda nulla. Ma conosce le ferite che porta nel corpo: i fori di proiettile e le cicatrici sulle braccia. Conosce i suoi occhi color del piombo. Aveva un altro nome un tempo, in una vita dimenticata? Forse può ritrovare la memoria perduta e capire perché nella città chiamata Inferno le donne vengono assassinate. È ancora possibile scoprire la verità.Basato sulla vicenda dei cimiteri di croci rosa nella città di Ciudad Juárez, in Messico, questo romanzo vi condurrà in un viaggio sospeso tra la vita e la morte, oltre la menzogna e verso la verità.  Perché le donne di Ciudad Juárez non siano dimenticate.

 

Recensione

Leggere Agua Ploma di Daisy Franchetto è stata un’esperienza difficile, un romanzo che ferisce e che segna nel profondo.

Ciudad Juárez si trova in Messico, città dove la vita delle donne vale meno di niente. Donne in balia di uomini potenti, sfruttate nelle loro fabbriche. Donne che spariscono e che nel migliore dei casi vengono ritrovate nel deserto; mutilate, corpi senza vita, bambole rotte, bruciate e poi buttate.

Daisy Franchetto trasforma Ciudad Juárez in Inferno, città gestita dai Diavoli. Tutto è di loro proprietà, anche le fabbriche dove ogni giorno donne disperate si recano a lavoro. Lavorare è essenziale, quelle fabbriche sono l’unica fonte di guadagno, sanno bene i rischi che corrono lavorando per loro, ma ne hanno bisogno, i Diavoli lo sanno e giocano sulla loro disperazione.

Una donna sola, una madre pronta a farsi prosciugare l’anima pur di lavorare e crescere sua figlia. Costretta a subire ogni tipo di umiliazione pur di resistere il più a lungo possibile. Ci sono occasioni in cui è costretta a fare il turno di notte lasciando sua figlia alle cure di una vicina.

La bambina assiste al deperire della madre, è piccola e tante cose non le sono chiare ma vede le condizioni della madre quando rientra dal turno di notte. Ogni volta è sempre più stanca, sempre più spenta.

Chi sono gli uomini che vengono a prenderla?

Occhi di piombo, è lunica cosa che riesce a vedere sbirciando dalla finestra. Occhi che non potrà dimenticare, si illuderà di farlo ma non sarà così.

Agua Ploma è un mistero anche per se stessa, non ricorda nulla del suo passato, né del perché sia finita in una casa a lei sconosciuta, ricorda sola di essere uscita dalla palude. Madama Spillo e le sue tazze di tè mai bevute, Baron Bras alla continua ricerca del suo braccio mancante; questi sono i personaggi a farle compagnia. Una casa, un cimitero e il divieto di uscire.

Agua Ploma sfida la paura e le regole uscendo da quella casa, si ritrova alla ricerca di risposte a domande che ancora non sa di avere.

Una ricerca inconscia, la verità stessa farà di tutto per trovare la strada per arrivare a lei. La braccherà senza sosta, perché tutto deve tornare al proprio posto. La verità lo pretende e giungerà da lei a qualsiasi costo.

Un romanzo che mi ha fatto pensare a tutte quelle donne sole, tutte quelle madri che subiscono violenza in silenzio davanti agli occhi dei propri figli; spettatori inermi costretti a guardare. Donne che coltivano la speranza vana che tutto quel dolore, tutta quella violenza non li contamini, non li insegua per sempre.

Daisy Franchetto con questo romanzo denuncia le violenze che da decenni regnano a Ciudad Juárez, una storia agghiacciante raccolta in pagine che sono lame da ingoiare. Tutto l’orrore che ci racconta è ancor più difficile da accettare se si è consapevoli che tutto questo non è frutto della fantasia me è figlio della realtà. L’autrice con una bravura eccezionale miscela il mondo dei sogni a quello reale dando voce agli orrori terreni con l’uso dell’ultraterreno.

Un libro potente, una storia che ci urla contro, che merita di essere letta. Un romanzo che consiglio agli amanti delle verità scomode, a chi pretende di sapere, a chi si rifiuta di voltarsi dall’altra parte.

Una verità che va diffusa per tutte quelle donne che non ci sono più e per tutte quelle che ancora lottano…

Buona lettura.

 

 

 

Daisy Franchetto


è nata a Vicenza, città intrisa di grazia palladiana, ma vive a Torino, città del mistero. È un correttore di bozze ossessivo compulsivo e un addetto stampa scrupoloso, offre i suoi servizi maniacali e puntuali a case editrici e agenzie. La scrittura è una passione nascosta che ha iniziato a coltivare tardi. Ciò che racconta nasce dalle esperienze vissute: il lavoro nelle comunità psichiatriche e per disabili, i viaggi come volontaria in zone di guerra, l’impegno per la difesa dei diritti umani. L’ascolto delle persone in difficoltà e, prima ancora, l’ascolto di se stessa. Il mondo onirico e la ventennale attività di scavo nella psiche.

 

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