Alaska




Recensione di Amanda Airola

Autore: Brenda Novak

Editore: Giunti

Genere: Thriller

Pagine: 468

Anno di pubblicazione:  2016

 

 

 

 

Siamo in Alaska, nella sperduta cittadina di Hilltop, qui da pochi mesi è stato aperto Hannover House un centro di detenzione per i peggiori serial killer psicopatici di tutti gli Stati Uniti.

I cittadini non sono per nulla contenti, fra tutti il Sergente Amarok che rappresenta la legge in quel luogo dimenticato da Dio.
Evelyn Talbot, insieme al collega Fitzpatrick, è alla direzione del centro.
E nessuno meglio di lei sa quanto sia importante poter studiare quelle menti malate per cercare di capire le ragioni che si celano dietro ai loro orrendi atti di violenza.

Purtroppo il precario equilibrio viene sconvolto quando vengono ritrovati i resti di una donna brutalmente massacrata.
Nella mente di Evelyn tornano a riaffiorare oscuri segreti ed incubi che per anni erano stati celati nel profondo della sua anima.

E come se non bastasse a peggiorare la situazione arriva anche un imponente tempesta di neve che impedisce collegamenti con le città vicine e aiuta il nemico a celarsi nell’ombra.

Nel prologo la scrittrice ci presenta la Dottoressa Talbott durante il più traumatico evento della sua vita, permettendoci così di metterci fin da subito nei panni della protagonista di questa avventura, anche se non credo che il motivo sia solamente questo; infatti nell’epilogo ci troveremo a conoscere il volto che si cela dietro agli incubi di Evelyn, quasi come se l’autrice così facendo avesse voluto tracciare un filo conduttore, per lasciare aperte le porte di un futuro seguito.

Nel corso della vicenda Evelyn dovrà affrontare una miriade di ostacoli che cercano di sbarrarle la strada per la conquista di una vita normale. In un ambiente quasi totalmente maschile si ritroverà da sola a combattere non solo contro uno spietato assassino, ma anche contro molti preconcetti tipicamente maschilisti, per consolidare la sua posizione nel mondo del lavoro.

Una scrittura scorrevole ci permette di non stancarci mai, anche in alcuni passaggi narrativi che rischierebbero di diventare noiosi per la trattazione dei temi prettamente psichiatrici.
Anzi l’analisi attenta dei vari personaggi ci permette di conoscerli ma mai quanto basta per intuire chi sia il vero colpevole.

È la stessa dottoressa, durante le sue sedute con i detenuti, ad insegnarci che non bisogna mai fidarsi degli altri, perché un vero psicopatico si dimostra un ottimo attore nel nascondere la sua vera natura.

In questo clima di angosciante terrore, la Novak trova anche lo spazio per seguire un filo più sentimentale della vicenda, senza mai cadere nel melenso, ma aiutandoci a comprendere che ogni persona ha bisogno di una piccola oasi di normalità per fuggire dal male del mondo.

Ho sempre amato i paesi freddi, con il loro clima implacabile e credo che qui l’Alaska sia dipinta in tutta la sua glaciale bellezza. Un posto che non perdona, in cui pochi riescono a sopravvivere e in cui ancora meno persone sognano di trascorrere la propria esistenza.

Un tocco che ho apprezzato particolarmente è l’incipit di ogni capitolo, ma non voglio svelarvi troppo, sappiate solamente che ci fornisce un piccolo collegamento con la realtà, impedendoci di rifugiarci dietro all’illusione che cose del genere siano sempre solamente frutto di fantasia.

 

 

Brenda Novak


Brenda Novak. autrice bestseller del New York Times e di Usa Today, vive a Sacramento e ha scritto numerosi thriller e romanzi femminili. Alaska è il primo volume di una serie con protagonista l’affascinante psichiatra Evelyn Talbot.

 

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