All’una e trenta




All’una e trenta: Un caso per il detective cieco

Recensione di Nadia Beggio


Autrice: Isabel Ostrander

Traduzione: Daniela Di Falco

Editore: Edizioni LeAssassine

Collana: VINTAGE

Genere: Giallo

Pagine: 266

Anno di pubblicazione 2019

 

 

 

Sinossi. Damon Gaunt è un detective cieco chiamato a indagare sulla morte di un ricco uomo d’affari, molto in vista nell’alta società newyorkese. La famiglia della vittima si rivolge a lui, infallibile nonostante la sua menomazione, perché non ha fiducia nella polizia e teme che un’indagine tirata troppo per le lunghe possa infangare il buon nome della famiglia. L’intreccio è costellato di aringhe rosse, un espediente usato nei gialli per depistare il lettore nella ricerca del colpevole. In questo romanzo, che risale a oltre cent’anni fa, la cecità del detective è un elemento centrale che permette di inscenare un paradosso: mostrare tutti i risvolti del fatto delittuoso con gli occhi di chi non può vedere, grazie all’affinamento degli altri sensi – tatto, udito e olfatto – e a una perspicacia fuori dal comune.

 

 

Recensione

“All’una e trenta” è un giallo sapientemente orchestrato; un giallo lastricato di false piste che si moltiplicano per sviare, fino a sorprendere nel finale, anche il più smaliziato lettore. E’ un giallo con un eccezionale direttore d’ orchestra ; il detective cieco DAMON GAUNT.

“Lei…lei è cieco, vero Signor Gaunt? Chiese la ragazza con curiosità ma in modo gentile .”Come ha capito dove ero seduta?”Dal suo profumo, signorina Carhart” replicò con un sorriso. “Sa, noi che siamo privi di uno dei sensi dobbiamo affinare gli altri in modo che suppliscano a quello mancante . E’ un profumo molto singolare, insolito.”

Damon Gaunt è cieco dalla nascita, e la sua condizione e la sua carriera sembrano costituire un paradosso, eppure non ha mai lasciato un caso irrisolto. Con tutti gli altri suoi sensi “vede lontanissimo”; grazie ad un udito finissimo distingue suoni e rumori quasi impercettibili, con il tatto riconosce le espressioni di un volto in tutte le sue sfumature

”Il viso del morto. Guardi la sua espressione. Vi sono stampati orrore e vile paura”. e l’olfatto gli restituisce amplificati i profumi o gli sgradevoli odori….”la morte ha un certo odore, leggero ma inconfondibile, anche quando è trascorso un così breve tempo dal momento in cui è avvenuta”.

Il tutto supportato da capacità intuitive e deduttive straordinarie!

La macchina del tempo ci porta nell’alta società, in una New York del 1915, ad indagare sulla morte di Garret Ampleton, un ricco e spregevole uomo d’affari, per il quale, nessuno ostacolo può essere di impedimento per accumulare denaro.

Se il direttore d’orchestra è un abilissimo detective i protagonisti sono mediocri suonatori: la madre autoritaria che ha come unico scopo la salvaguardia del buon nome della famiglia; il fratello inetto che annega negli alcolici e nella droga la sua esistenza: la moglie fragile e debole che assiste impotente al disfacimento del suo sogno d’amore; la cognata (sorella della moglie) affascinante e arguta e per finire una nobildonna che si diverte ad incantare la vittima stregandolo con false aspettative. Tra i comprimari: scaltri finanzieri, truffatori e domestici alquanto reticenti.

Per mano di chi è stato assassinato, nel cuore della notte, Garret Ampleton con una pallottola conficcata nel cuore mentre si trovava nel suo studio??

“Nessun dubbio sul fatto che il movente sia una rapina? ”Nessun’arma è stata trovata sulla scena del crimine, finestra aperta, tracce davanti alla finestra sul tappeto e sulle tende , gioielli e denaro del Signor Appleton spariti”

Damont Gaunt è nato, più di cento anni fa, dalla penna di Isabel Ostrander; cento anni e non sentirli perché la sua cecità ,in primis, e le sfaccettature del suo carattere lo rendono a mio avviso un personaggio molto intrigante , al pari di tanti investigatori, ispettori, commissari che popolano i gialli-moderni. L’autrice, con mano leggera e sicura lo guida nell’approfondimento psicologico dei tanti indiziati, fino ad arrivare ad un finale spiazzante perché, se l’avidità è una componente imprescindibile di questo giallo, determinante è l’inadeguatezza dei rapporti umani che emerge scandagliando i sentimenti profondi di tutti i protagonisti.

Il finale può sorprendere anche il più smaliziato lettore perché Damont Gaunt ci invita a “vedere la realtà con altri occhi”: a volte si deve scegliere quale verità sia più verosimile tra quelle plausibili!

Leggete questo giallo d’altri tempi …chiudete gli occhi e lasciatevi trasportare dagli altri sensi … sentite il profumo nell’aria ??…dal fruscio del vestito riconoscete il colpevole?? …e se il colpevole non fosse ai vostri “occhi” così colpevole??

 

 

 

 

Isabel Ostrander


Isabel Ostrander fu una scrittrice americana di gialli molto prolifica, ne scrisse più di trenta, usando come nom de plume non solo il proprio, ma diversi pseudonimi maschili come Robert Orr Chipperfield, David Fox e Douglas Grant. Negli anni Venti era un’autrice molto conosciuta. Purtroppo morì nel 1924 a soli 41 anni, finendo tra quelle autrici cadute nell’oblio; resta comunque tra i primi scrittori a proporre nelle sue storie la figura del detective cieco. Non pochi film del cinema muto hanno attinto dai suoi romanzi.