Anja




Recensione di Manuela Moschin


Autore: Giuseppe Manfridi

Editore: La Lepre Edizioni

Genere: Romanzo storico

Pagine: 604

Data di pubblicazione: 2019

Sinossi. Pietroburgo 1866. Lo scrittore, quasi cinquantenne, Fedor Michajlovich Dostoevskij è afflitto dall’epilessia e reduce dall’aver firmato un contratto capestro col suo mefistofelico editore: si è impegnato  a consegnare un nuovo romanzo nell’arco di un mese. In caso contrario perderà i diritti su tutte le sue opere passate e future. Consigliato dagli amici, si rivolge a una scuola di stenografia che gli mette a disposizione la migliore delle sue allieve: Anja Grigor’evna, una graziosa adolescente curiosa del mondo, che ha ereditato dal padre la passione per la letteratura. Fra i due, in ventisei giorni, nascerà un amore estremo a dispetto dello scandaloso divario di età. Anja rimarrà la fedele custode dell’opera di Dostoevskij fino alla propria morte, avvenuta trentasette anni dopo quella del marito. Vera Macchina del Tempo, questo romanzo sonda il mistero del legame profondo che si stabiliì tra Dostoevskij e Anja nel breve tempo della stesura del “Giocatore”, restituendoci, con una scrittura straordinariamente evocativa, atmosfere, clima, e persino odori e rumori della Pietroburgo del XIX secolo.

Recensione

Umberto Eco disse: “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria”. Leggendo il romanzo di Manfridi si ha la sensazione di rivivere proprio ai tempi di Dostoevskij.

È  la biografia del celebre scrittore che emerge dalle pagine di questo straordinario libro che ho amato.  Lui con i suoi tragici vissuti, gli acciacchi, le riflessioni, gli scatti d’ira e diciamo anche con il suo tè fumante citato più volte nel romanzo.

Con “Anja la segretaria di Dostoevskij” si ritorna indietro nel tempo avvolti da un’aura emotiva che travolge tutti i sensi estasiandoli. Si penetra nella vita dello scrittore tramite un’intensa partecipazione.

Anja è la protagonista. Lei è una ragazza intelligente che tramite il suo carattere mite ma determinato, ebbe un ruolo fondamentale nella vita dello scrittore. Il libro è dedicato a un particolare periodo della vita di Dostoevskij e precisamente quando scrisse il romanzo “Il giocatore”.

È curioso osservare che la stesura di un libro non comporta soltanto una grande abilità nella scrittura, ma scattano anche una serie di meccanismi che il più delle volte sono sconosciuti al lettore. In questo caso è l’editore Stellovskij che interviene mettendo come si suole dire il bastone tra le ruote perché pretese che il libro venisse terminato entro un mese pena la perdita di tutti i diritti sulle opere dell’autore:

”E la penale! – mugola tra sé, ma forse ad alta voce – Tutti i diritti di tutte le mie opere! Tutte! Per nove anni futuri e per tutti quelli passati. Questo vuol dire: più di me stesso, molto più di quello che sono. Più di tutta la mia vita!… Ma ci sarà una maniera per farcela! Un’idea! Qualcosa! Qualsiasi cosa!… Dovrà pure esserci un metodo!”.

Ed ecco che apparve l’idea che sconvolgerà la sua vita! Lo scrittore chiese la collaborazione da parte di una delle migliori studentesse di una scuola dove si impartivano lezioni di stenografia.

Fu così che la giovane Anja entrò nella vita dell’ultracinquantenne Dostoevskij.

I momenti più belli raccontati nel libro sono stati proprio quelli avvenuti durante la composizione. Scrittore e stenografa entrarono in sintonia tra suggerimenti e ammonimenti:

“Quanto alla punteggiatura, allora siamo d’accordo… in prima istanza abbozzatela voi. Poi a suo tempo l’aggiusterò da me in considerazione dell’insieme”. 

Ho goduto queste seicento pagine di pura letteratura soffermandomi a rileggere alcuni passaggi:

”Si… sono l’autore, certo. – riprende Fëdor Michajlovič collegandosi al discorso precedente, cosa che la ragazza non si sarebbe più aspettata – Ma anche il lettore. Vi meraviglia?… – e scrolla lui per primo il capo a segnalare l’ovvietà della cosa – Chi scrive, lo fa per leggere ciò che scrive. Per leggere il proprio sogno”.

Malgrado il divario d’età la coppia visse una significativa storia d’amore attraverso un profondo legame basato su un rapporto di stima e di fiducia.

Cosa ho provato leggendo il libro? Ho avuto la sensazione di trovarmi accanto ad Anja e a Fëdor Michajlovič. Ho immaginato Anja intenta a scrivere e a trascrivere con tanta passione e a sistemare con una meticolosa cura i preziosi strumenti utilizzati per la scrittura, mentre Dostoevskij interveniva incitandola tra una battuta e l’altra:

”Forza, figliola, Forza!… Per quanto ne abbiamo ancora? Lei si dà fretta, ma ciò non vuol dire che si sbrighi. E stavolta non è dispetto, la sua è attenzione. Separa quanto ha appena scritto in caratteri stenografici dai fogli che recupera di dentro la cartella verde acquamarina. Non vuole confondere le cose tra loro. Certe parole con altre parole. Le già nate con le nasciture. Calligrafia con calligrafia. Se poi non bada a richiudere per bene le boccette rischia di fare un bel pasticcio con l’inchiostro.”

Termino con questa meravigliosa frase tratta da “Anja la segretaria di Dostoevskij”:

“Un buon libro, a saperlo interrogare, può offrirti tutte le risposte che cerchi”.

Congratulazione Giuseppe Manfridi!

È stato piacevole leggerti!

Consiglio caldamente il tuo libro!

A cura di Manuela Moschin

 larteraccontataneilibri.blogspot.com

 

Giuseppe Manfridi


è scrittore e autore teatrale rappresentato in Italia e all’estero.Tra le sue commedie di maggior successo Giacomo il prepotente (1989), Ti amo Maria! (1990), La partitella (2007), L’osso d’oca (2007), Zozos (1994), La Cena (in scena dal 1990). Per il cinema ha firmato la sceneggiature di Ultrà, che, con la regia di Ricky Tognazzi, vince l’Orso d’argento a Berlino nel 1991.  Debutta nella narrativa con il romanzo Cronache dal paesaggio (Gremese 2006), in gara tra i dodici finalisti al premio Strega nel 2006, come avverrà di nuovo nel 2008 con La cuspide di ghiaccio (Gremese). Di recente ha pubblicato Filastrocche della nera luce. Cronache dalla Shoah (La Mongolfiera 2018). Da ultimo Teatro dell’eccesso capitolo secondo (La Mongolfiera 2013). Nel 2016 ha pubblicato Anatomia della gaffe con La Lepre edizioni, nel 2017, sempre con la Lepre, Anatomia del colpo di scena.

 

Acquista su Amazon.it: