Recensione di Priscilla D’Angelo
Autore: Roberto Monti
Editore: Horti di Giano
Genere: Noir / Giallo
Pagine: 101
Anno di pubblicazione: 2019
Sinossi. Il sindaco di Tap Town, Jasmine Brune, con un emendamento speciale, proibisce l’utilizzo di carta e inchiostro a favore della pubblicazione digitale, unico mezzo legalizzato. Come per ogni cosa, nell’oscurità vi è sempre chi, in modo clandestino, continua a scrivere sulla carta, sempre più difficile da reperire. Fra questi, Billy Ray è il più astuto e irraggiungibile di tutti. Per debellare definitivamente gli scrittori di cartacei, il capo della polizia, Philipe Gore, organizza rastrellamenti ovunque per sequestrare tutti i libri cartacei presenti in città riuscendo ad impedire anche l’importazione dai centri abitati limitrofi. Oltre all’azione della polizia, diversi scrittori di cartacei vengono trovati uccisi e qualcosa li lega al più famoso albergo della città, il Blue Room Hotel, all’interno del quale vi è una misteriosa camera: la Stanza 14. Quando anche la morte di Billy Raysopraggiunge, conseguenze oscure per il destino dei libri e della carta prendono a materializzarsi.
Recensione
Blue Room Hotel, opera realizzata da un prestigioso architetto dell’inizio Novecento, era l’albergo d’eccellenza di Tap Town: posto al centro di un immenso giardino, era protetto in tutto il suo perimetro da una cancellata con telecamere che monitoravano costantemente qualunque movimento.
All’interno del palazzo c’era un bel giro, soprattutto nella stanza 14, dove si diceva che nessun scrittore di cartaceo sopravviveva dopo averne varcato la soglia.
Nessuno conosce la vera identità dell’ospite ma, di certo, è talmente astuto nell’attrarre tutti gli autori clandestini e costringerli a scrivere per lui.
Tap Town è una città che ha visto fiorire una rivoluzione digitale: il sindaco Brune abolì il cartaceo come altro mezzo di espressione, e alcuni autori vecchio stampo decisero di ritirarsi nei bassifondi della città e continuare a scrivere a mano, servendosi di una rete di contrabbando di carta; chiunque volesse leggere sfogliando la pergamena e annusando le pagine fresche d’inchiostro doveva pagare cifre esorbitanti e nascondersi dalla cruenta polizia.
Il protagonista, Adam, era stato uno dei più importanti editori della città ma la rivoluzione digitale l’aveva costretto a vivere in strada, imparando ad apprezzare altre gioie del nuovo mondo, come un piatto caldo in una sera d’inverno o una panchina riparata dalle intemperie notturne.
Si troverà inconsapevolmente ad affrontare uno strano ed astuto ex editore, Easy, e a compiere con lui un viaggio tra i bassifondi alla ricerca del Cartaio, figura nota per essere stato, in passato, il controllore del mercato clandestino di carta.
Roberto Monti ha saputo narrare in maniera fluida e avvincente gli avvenimenti di un mondo distopico figlio del digitale e della tecnologia, non troppo differente dalla realtà attuale.
In Blue Room Hotel si parla di una città caratterizzata da una marcata disuguaglianza socio-economica, costretta a usare il digitale come unico mezzo di comunicazione.
Il potere è incentrato nelle mani corrotte della politica e della polizia, ma il mercato clandestino continua a serpeggiare e gli homeless costretti a fungere da fantasmi alla ricerca di una risma per dare nuova vita al cartaceo.
Anche io leggo molto in digitale, avvalendomi di un ereader, dispositivo efficiente che raccoglie migliaia di e-book, ma non posso fare a meno, ogni tanto, di leggere anche su carta.
Che mondo sarebbe senza?
Ce lo racconta Roberto Monti in questo fantastico noir!
Roberto Monti
nasce a Voghera, classe ’83. Nel 2002 vince alcuni concorsi letterari e ottiene la pubblicazione dei suoi racconti in alcune antologie. Crea l’universo narrativo de “La Casa di Bob”, intraprendendo un viaggio che lo porterà a conoscere molti bambini con la figura del Cantastorie, curando anche un proprio blog, Papà in Fasce, dove racconta la scoperta della Paposità. “Blue Room Hotel” è il suo esordio nella narrativa.
Acquista su Amazon.it: