Recensione di Patrizia Argenziano
Autore: Paola Rambaldi
Editore: Edizioni del Gattaccio
Genere: Giallo
Pagine: 263
Anno di pubblicazione: 2018
Sinossi. Brisa non è sposata, sorride poco, ha un occhio di un colore e uno di un altro, una treccia lunga lunga, un accenno di baffi. Se passa la treccia su una foto vede il futuro di chi c’è nella foto. Come per quella delle nozze dell’amica Smamaréla: le raccomandò di tenere lontano suo marito dai fucili, ma lui non volle ascoltarla e morì in un incidente di caccia. Da allora Brisa non ha più voluto toccare le sue foto, come se avesse visto qualcos’altro che non vuole raccontare. Neanche Grace Kelly sarà felice. L’ha visto in una foto. Così dicono. Con Brisa non si sa mai. Con Brisa non si discute. Siamo in un piccolo paese alle foci del Po, è il settembre del 1956. Per la festa patronale è arrivato il Luna Park, e ci sarà anche un concerto dei Cavedani di Gorino, gruppo del posto dove suonano anche Tunaia, fratello di Brisa, Primino e il Principe. Hanno un nuovo cantante, il surreale Eoppas, emulo e sosia di Elvis. Di sera tardi sparisce Lucianino, figlio dodicenne di Smamaréla. Sono in tanti al vecchio faro. Primino finisce in una buca da dove pare impossibile uscire. Dimenticavamo: Brisa ama i fucili.
Recensione
Inizio agghiacciante nonostante il calore delle fiamme, poi fumoso, un po’ oscuro.
Un gazzettino di tanti nomi, o meglio, soprannomi, tanti personaggi e una protagonista alquanto strana, una donna conosciuta non tanto per la sua bellezza quanto per i suoi “poteri speciali” riconducibili ai suoi capelli. Lo ammetto, c’è voluta qualche pagina per ingranare ma poi è stata una corsa in discesa libera e senza soste. Una storia ben articolata, ci riporta direttamente al secolo scorso e i personaggi, apparentemente fumosi nelle prime pagine, si rivelano pian piano al lettore, lasciandolo a bocca aperta.
Con una sorta di diario giornaliero, il piccolo paese prende vita e si presenta al mondo in tutte le sue fragilità. Un paese in festa, in apparenza tranquillo, nasconde comunque malsani segreti. Emergono pregiudizi, omertà, superstizioni, piccole vendette, mentalità ottuse, insicurezze, spavalderie, bugie e il male. Ogni personaggio rimuove lentamente la maschera che porta mostrandosi nella sua interezza. Tra tutti spicca lei, la luce, Brisa che convinta di essere “un’aliena” si nasconde dietro ad un paio di occhiali e ad un abbigliamento che la rende invisibile. Descritta con dovizia di particolari, non si può che rimanere affascinati da questa figura misteriosa che, via via assume, quasi per gioco all’inizio, le sembianze di una vera donna, anche nell’anima.
Gli anni cinquanta ci sono tutti, si toccano con mano, si rivedono negli oggetti, nei vestiti, nelle mode, nelle abitudini, ci fanno sorridere e scivolare nei ricordi dei nostri nonni.
Il contesto creato intorno alla scomparsa del dodicenne Lucianino è tremendamente reale e vivo, gli accadimenti che ne conseguono spiazzanti e pronti a scalfire anche il cuore più duro.
Complimenti all’autrice che ha saputo ricreare alla perfezione gli anni cinquanta, che ha saputo incuriosire il lettore nonostante la notizia di prima pagina, che ha confezionato personaggi particolari, diversi dagli standard, che ha saputo trasmettere l’amore per i suoi luoghi e che ha tessuto una trama complicata e perversa.
Sicuramente una buona lettura.
 
Paola Rambaldi
Paola Rambaldi: È originaria di Argenta (FE), trasloca spesso e attualmente vive a Castello di Serravalle (BO). Impiegata per quasi trent’anni in una multinazionale dell’informatica, è riuscita a rimanere digiuna sia di hardware che di software. E nonostante il quantitativo industriale di relazioni, offerte e contratti commerciali digitati ha mantenuto concentrato il pensiero sulle proprie fantasie noir. Ha pubblicato “Bassa e nera” (ed. Pontevecchio), “La fudréra” (ed. REM) e tanti racconti in riviste e antologie (con Elliot, Pendragon, MobyDick, Sperling & Kupfer, Laurum, Zona, Felici, Stampa alternativa). Finalista per il soggetto cinematografico a Storie del nuovo millennio 2003 e Premio Teramo 2005. Scrive di cinema nella rubrica “La schermitrice” su Thriller Magazine. “Brisa” è il suo primo romanzo, con Edizioni del Gattaccio ha pubblicato anche “Tredici storie di Adriatico”.