Come belve feroci




Recensione di Cristina Bruno


Autore: Giuse Alemanno

Editore: Las Vegas Edizioni

Genere: giallo

Pagine: 345

Anno di pubblicazione: 2018

 

 

 

 

 

Sinossi. Oppido Messapico, nella Puglia più profonda Costantino Ròchira e i suoi scagnozzi hanno deciso di massacrare la famiglia Sarmenta. C’entrano questioni economiche, e c’entra la ’ndrangheta. Ma il piano riesce solo a metà. Per una fortunata coincidenza riesce a salvarsi il figlio dei Sarmenta, Massimo detto Mattanza, un ragazzo problematico e ferocissimo, e così pure la fanno franca i suoi zii e suo cugino Santo. Tutti insieme lasciano il paese a bordo di una Fiat Regata, ma non prima di aver ritirato tutti i soldi di famiglia e di aver inscenato la propria sparizione. Il lungo viaggio li porta in Val Camonica dove vengono accolti da un vecchio amico e compaesano, Giovanni Argento, e dove Santo e Mattanza cominciano a progettare la loro vendetta.

 

Recensione

I due fratelli Paolo e Vittorio Sarmenta vivono in un paesino della Puglia ante euro. La vita scorre tranquilla, si fa per dire, tra un’ammazzatina e un affare con la ‘ndrangheta. I Sarmenta però hanno commesso un errore: si sono permessi di fare uno sgarbo a un boss calabrese, Nino Inno, riguardo a una fornitura di cemento.

E così Costantino Ròchira è incaricato della loro eliminazione. Costantino riesce nell’impresa solo a metà, uccide Paolo e la moglie ma gli sfugge Vittorio che scappa in tutta fretta portando con sé due valigioni pieni di soldi, la consorte, il figlio Santo e il nipote Massimo, scampato alla morte dei genitori. Il piccolo clan si rifugia in Val Camonica dall’amico Giovanni Argento, ma i soldi dei Sarmenta sono una tentazione troppo forte, anche per gli amici… E così saranno Massimo e Santo, cugini quasi fratelli, a dover vendicare la famiglia e inizieranno a farlo con studiata perfidia.

Parafrasando il celebre incipit di Tolstoj potremmo dire che tutti i romanzi di mafia sono simili tra loro, ma ognuno ha uno stile tutto suo. Ciò che caratterizza il libro di Alemanno è proprio lo stile particolare, crudo, minuzioso nella descrizione delle scene tanto di quelle truculente che di quelle di sesso, esagerato fino a sfiorare il grottesco. Se dovessi fare un paragone assocerei la sua narrazione a quella di Apuleio o Petronio che indulgono sul dettaglio corporeo ed esorcizzano il male attraverso una risata liberatoria.

I personaggi che appaiono, e spesso scompaiono velocemente, hanno tutti un loro accurato profilo: i fratelli Sarmenta e le loro mogli, Costantino, Nino, Giovanni, suor Renata o suor Aurelia e, ovviamente, i due cugini. I volti e le azioni di tutti i soggetti risaltano dalle pagine quasi fossero caricature nelle quali i difetti sono volutamente evidenziati per suscitare ilarità e perché nell’eccesso in fondo c’è una consolazione, l’idea che la realtà non sia davvero così brutta.

Santo e Massimo sono tra loro diversi eppure incredibilmente simili: Santo razionale, uno studente di eccellenza e Massimo, chiamato Mattanza, impulsivo e feroce. Entrambi perseguono un unico fine, vendicare la morte dei genitori nel modo più spietato possibile, perché solo il sangue può placare la loro rabbia.

La vendetta e il potere sono le due molle che muovono i due giovani, figli di una società che non ha saputo dare loro alcun valore.

Il paesino di origine, Oppido Messapico, ha un nome di fantasia nato dalla fusione di località diverse tra la Puglia e la Calabria. Eppure vive di una sua realtà, rappresenta un luogo concreto dove nasce e si sviluppa un modo di pensare distorto che pone sempre in rima imprenditorialità con criminalità e rispetto con sospetto. Non è solo Massimo a costituire un’anomalia con la sua inarrestabile ferocia, l’anomalia è tutto il sistema che lo ha educato e sostenuto. Non sono da meno di lui Costantino, Vittorio, Giovani, Nino e lo stesso Santo, che nasconde sotto uno strato di fredda razionalità la sua natura di belva.

Alla fine, chi sono davvero le belve feroci?

Al lettore l’ardua sentenza.

 

A cura di Cristina Bruno

fabulaeintreccio.blogspot.com

 

 

 

Giuse Alemanno


è nato nel 1962 a Copertino (LE) e vive tra Taranto e Manduria. Ha pubblicato diversi libri, tra cui il romanzo “Terra Nera” (Stampa Alternativa, 2005), i due romanzi su Don Fefé e Ciccillo e due testi sull’Ilva di Taranto.
Per Las Vegas edizioni ha pubblicato “Come belve feroci” e il seguito “Mattanza”.

 

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