Recensione di Leonardo Di Lascia
Autore: Emma Saponaro
Editore: Castelvecchi
Collana: Emersioni
Genere: giallo
Anno edizione: 2017
Pagine: 224 p.
La vicenda è ambientata a Roma e si snoda attraverso la voce narrante di Cecilia – donna sulla quarantina, colta e spigliata – che troviamo intenta a preparare gli scatoloni di un trasloco.
Decisa ormai ad abbandonare una vita che non le appartiene più, inscatola anche i ricordi e ce li racconta.
Tutto inizia nove anni prima, quando un incontro fortuito con uno straniero si rivela determinante per il suo futuro, rendendola madre.
La vita di Cecilia sembra procedere serenamente, fino a quando subisce una svolta traumatica: sua figlia Leila, ormai di otto anni, improvvisamente scompare.
Le indagini della polizia individuano il mandante del rapimento, un boss della ‘ndrangheta calabrese.
Da questo momento la storia subisce un’accelerata, un rapido susseguirsi di eventi apparentemente inspiegabili e colpi di scena.
Le verità svelate saranno drammatiche eppure risolutive per la vita di alcuni protagonisti; per altri, invece, la sorte è già segnata.
Traslocare in qualche modo è tagliare con il passato, mettere un punto e ricominciare da capo. Per farlo bisogna però essere convinti.
Cecilia ci racconta la sua vita: prima il sogno, una figlia tanto attesa, e poi l’incubo, la sparizione della sua bimba.
Il ritmo del libro è dolce all’inizio e piano piano accelera fino al momento del rapimento, in cui Emma Saponaro mette la quinta e crea un’atmosfera di enorme pathos che accompagna il lettore verso un finale inaspettato.
L’ambientazione è realistica e sembra di star lì a vedere Cecilia che inscatola le sue cose, e si viene colpiti dal forte desiderio di darle una mano ad affrontare la situazione.
La scrittura, dove serve, è molto delicata e diventa cruda quando si parla di fatti di cronaca.
Un libro da non sottovalutare e da leggere perché la scrittrice ha molto da dire e da raccontare.
Emma Saponaro
È nata a Roma, dove vive. Psicopedagogista ed esperta nelle tematiche dell’adozione. È stata coordinatrice del comitato di redazione della rivista «Famiglia e minori», per la quale ha pubblicato articoli di carattere psico-giuridico, coideatrice del progetto Parole di Pane e co-curatrice delle due edizioni dell’antologia omonima.