Delitto al luna Park




Recensione  di Giorgia Usai


Autore: Léo Malet

Editore: Fazi

Collana: Le strade

Genere: noir

Data uscita: 2 Novembre 2017

Trama.

È maggio, a Parigi. Il XII arrondissement, un tempo teatro importante della Rivoluzione, è oggi pungolato dalla cosiddetta doccia scozzese: un acquazzone, un raggio di sole, un raggio di sole, un acquazzone… Nestor Burma è in stazione ad attendere il ritorno di Hélène da Cannes, ma dal treno la segretaria non scende.

Così, il detective si mette a vagare per Parigi e finisce in un luna-park. Seguendo le gambe di una bella donna, sale sull’ottovolante, ma è ignaro di essere a sua volta pedinato: durante la corsa, viene aggredito da un passeggero seduto alle sue spalle. Neanche a dirlo, in un attimo il malcapitato viene scaraventato giù dalla giostra – e la caduta è fatale. Come se non bastasse, il detective scopre che l’anno prima una ragazza è precipitata giù dalla stessa giostra.

Troppe coincidenze, per i gusti di Burma, che decide di approfondire. Ferma innanzitutto la donna che stava seguendo: il suo nome è Simone Blanchet, e ben presto si rivelerà coinvolta nella scomparsa di un bottino di 150 chili d’oro. La storia inizia così ad assumere dei contorni davvero singolari…

Recensione.

Nuova avventura per il nostro caro Nestor Burma, nuovo quartiere parigino da scoprire insieme a lui.
Sin dalle prime pagine ritroviamo il piglio sarcastico e irriverente dell’investigatore che già ci aveva conquistato in “Nebbia sul ponte di Tolbiac”.

Ma stavolta, complice una vicenda davvero particolare, ho apprezzato ancora di più la capacità di Léo Malet di ideare storie misteriose che riescono, allo stesso tempo, a farti rilassare ma anche a coinvolgerti, regalandoti persino qualche sorriso.

A rendere poi “Delitto al luna park” una lettura davvero piacevole, ancora una volta, sono i personaggi coinvolti nel caso su cui indaga Burma; ma non volendo svelarvi nessun indizio che possa dissipare l’alone di mistero che aleggia su questo nuovo romanzo di Malet, mi limiterò a parlarvi di quello che più mi ha colpito dopo il protagonista, ossia la vedova Parmentier, un’adorabile anziana che fuma come un turco, è dotata di grande intuito e curiosità, e forse legge troppi gialli. Se è entrata nelle grazie di Nestor Burma e ha incontrato anche la mia simpatia, sono sicura che non lascerà indifferenti nemmeno voi!

Dannata nonnina! Che denti grandi hai, che occhi grandi hai, che orecchie grandi hai! Non le sfugge nulla. Se avesse cinquanta primavere di meno, l’assumerei.

Per quanto riguarda il caso, come sempre, non aspettatevi scene cruente o situazioni al cardiopalma, ma una storia che incuriosisce e spinge il lettore ad affidarsi all’intuito dell’investigatore privato pagina dopo pagina.

Delitto al luna park” è il classico giallo da assaporare seduti in poltrona, magari accanto al camino, sorseggiando una bella tazza di tè. Da non perdere!

Léo Malet


Léo Malet, l’anarchico conservatore, come amava definirsi, è uno dei padri del romanzo noir francese. Nato al numero cinque di Rue du Bassin, a Montpellier, figlio di una sarta e di un impiegato, rimane prestissimo orfano. È il nonno, bottaio e grande lettore, che si prende cura del nipote e lo inizia alla letteratura. A sedici anni Léo Malet si trasferisce a Parigi in cerca di fortuna. Determinante è l’incontro con André Colomer, disertore e pacifista: Colomer gli dà una famiglia e soprattutto lo introduce in ambienti anarchici. In questo periodo Malet collabora anche a vari giornali e riviste («En dehors», «Journal de l’Homme aux Sandales», «Revue Anarchiste»).

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