E fuori vennero i lupi




Recensione di Patrizia Argenziano


Autore: Andrea Marzocchi

Editore: Augh! Edizioni

Genere: noir

Pagine: 260

Anno di pubblicazione: 2019

 

 

 

 

 

Sinossi. Dopo una cena di tensioni e silenzi, Michele Cattabriga si sveglia con la volontà di fare pace con Marta, la donna che ama. Si ritrova però imprigionato nel seminterrato della loro abitazione, senza alcun contatto con l’esterno. Michele, che scrive cruciverba e ha fatto dell’enigmistica un lavoro, non riesce a definire i contorni della misteriosa reclusione. Quindi fa riaffiorare, ripercorrendoli, i punti salienti del proprio passato: dalla perdita del padre all’adolescenza trascorsa in Scozia, terra d’origine della madre e teatro dei suoi primi esperimenti di “adultità”. E poi l’incontro con Marta, una storia di alti e bassi, esaltazioni e dolori, costruita attorno al segreto che lei custodisce. Un romanzo che segue e scava nella psicologia del protagonista, alla ricerca di un senso che possa dirimere l’enigma della sua prigionia; un gioco di specchi in cui la realtà sembra emergere solo incrociando il significato delle parole chiave della propria vita.

 

 

Recensione

L’isolamento e il silenzio sono ottimi compagni di viaggio quando si tratta di ripercorrere la vita trascorsa alla ricerca di se stessi o di un pezzetto mancante di quel puzzle che pian piano stiamo costruendo.

Per Michele Cattabriga questo isolamento, questo silenzio forzato non hanno senso eppure, per scoprirne e comprenderne i motivi si trova, come per incanto, a rivivere il suo passato.

Ai momenti di prigionia del presente l’autore affianca allora continui flashback del passato che materializzano un Michele ragazzo prima e un Michele uomo, compagno di Marta dopo, dando vita a un profondo e interessante romanzo di formazione.

Non è solo questo però, un lieve senso di claustrofobia si insinua nel lettore, sarà forse perché tutti i pensieri partono dal seminterrato?

O più semplicemente perché l’ansia, l’incertezza, la paura di non riuscire a trovare le risposte tanto agognate, cominciano a prendere il sopravvento e a togliere il respiro?

Sarà che Michele sembra essere stato incastrato in un labirinto di cui non ha riconosciuto i segnali che indicavano la via d’uscita? Più le pagine scorrono più il mistero sembra essere fitto, oscuro e rincorrere con la mente una soluzione  lascia veramente stremati.

Lo stile narrativo e l’uso delle parole brillano di luce propria e fanno di questo romanzo un vero gioiellino. Le parole utilizzate quasi come un gioco, si incrociano tra loro, tengono vivo l’interesse del lettore e lo conducono per mano in questo viaggio di ricerca che sembra non avere mai fine. È stato fantastico perché, a un certo punto, questa ricerca non è stata più solo di Michele ma anche mia.

Non catalogabile in un unico genere letterario, il romanzo  lascia tutti a bocca aperta anche per il suo finale. Vivamente consigliato

 

A cura di Patrizia Argenziano

instagram.com/patrizia.arge

 

 

Andrea Marzocchi


è nato a San Giovanni in Persiceto (BO) nel 1983. Vive e lavora a Bologna. Gli piace scrivere.

 

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