Fino all’alba




Recensione di Francesca Marchesani


Autore: Carole Fives

Traduzione: Margherita Botto

Editore: Einaudi

Genere: Narrativa

Pagine: 144

Anno di pubblicazione: Maggio 2020

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Sinossi. «Vicino, vicino». Lei tenta di ignorare quella voce flebile che la implora dall’altra stanza, ma sa che non resisterà a lungo. Si alzerà nel cuore della notte per andare dal suo bambino di due anni. Per prendergli la mano, rassicurarlo: la mamma è qui, dove vuoi che vada? Preferisce non immaginare cosa succederebbe se il bambino si svegliasse durante le sue uscite notturne. A volte, infatti, le capita di fare due passi intorno all’isolato, qualche minuto, per prendere un po’ d’aria. Non è una madre responsabile e sa che lasciarlo da solo è rischioso, ma a volte sente il bisogno di allontanarsi da quel nido soffocante, da quell’appartamento che è rifugio e prigione al tempo stesso. Perché da quando è nato il suo bambino vive con lui in una simbiosi totale: il suo compagno l’ha abbandonata, in città non ha famiglia né amici, non può permettersi la retta dell’asilo o di pagare una baby-sitter e non riesce a dedicare il tempo necessario al suo lavoro, già precario, di grafica freelance. E il mondo sembra accanirsi contro di lei: la burocrazia è un rebus irrisolvibile che l’affligge, i vicini le lanciano sguardi di biasimo- « è la madre sola del sesto»-, una svista le è valsa l’ostilità dei genitori al parco- il piccolo è caduto dallo scivolo, succede quando le madri sono tutte prese dai loro smartphone-. Impiegati di banca e ufficiali giudiziari fanno a gara per ricordarle che sta esaurendo le risorse. In cerca di confronto, e conforto, la protagonista ricorre a internet, legge sui forum le opinioni di altre con una situazione analoga alla sua. Ma anche in rete si imbatte in un muro di ipocrisia e perbenismo. Avvilita, scorre i commenti crudeli di chi si scaglia contro le madri single che non riescono a organizzarsi, che sanno solo piangersi addosso, che alla fine se la sono cercata. Tra senso di colpa e voglia di libertà, la donna continua allora a concedersi quelle evasioni imprudenti. Ma la meta è ogni volta più lontana, e sempre di più è il tempo che il bambino passa da solo in casa. Fino al giorno in cui è impossibile tornare indietro.

Recensione

Non sappiamo neanche il nome della donna protagonista di questo romanzo, di lei sappiamo solo che è una madre single con un bambino di due anni, che si sente terribilmente sola e che ha costantemente la sensazione dell’acqua alla gola. Lavora come freelance quindi fortunatamente non ha un luogo di lavoro in cui doversi recare ogni giorno.

Iscriversi all’asilo è difficile, trovare una baby sitter è difficile.Trovare conforto negli altri è difficile.

I giudizi contro di lei si sprecano: «Lo hai voluto tu un figlio no? Lo sapevi che sarebbe stato difficile.»

E dall’altra parte pensa a tutte quelle madri che ce la fanno nonostante condizioni molto più difficili delle sue. Alcune muoiono di fame, altre vivono per strada. Deve pensare alle altre, a chi sta peggio per sentirsi meglio.

Prova a cercare dei pareri su internet, sui forum frequentati da madri sole come lei, per vedere se è solo una sensazione o è vero questa sensazione di eterno annaspare in cerca d’aria.

Trova poca empatia, molta frustrazione, molte critiche.

Ma che ne sanno loro di quando lei e suo figlio si sono ammalati contemporaneamente e lei non aveva la forza neanche di alzarsi dal letto?

Che pensava sarebbero morti in quel letto fradicio del loro sudore, abbracciati insieme. Dopo quanto tempo, li avrebbero ritrovati? Cosa avrebbero pensato? Che una donna single non può neanche concedersi il lusso di ammalarsi?

È vero, i figli si fanno in due ma i padri che spariscono sono talmente frequenti da non essere più considerati una novità. Il mondo può essere progredito quanto ci pare, ma se una donna prova anche solo a pensare di levarsi la responsabilità di un figlio quasi viene messa al rogo.

Un romanzo breve, che del romanzo ha ben poco perché sono storie fin troppo comuni e reali. Un grido d’aiuto silenzioso, che in pochi riescono a percepire.

 

Carole Fives


Carole Fives, laureata in filosofia e diplomata presso l’accademia di belle arti di Parigi. Autrice di romanzi e racconti. Fino all’alba è il suo quarto romanzo.

 

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