Recensione di Alberto Minnella
Autore: AA VV
Editore: Piemme
Genere: Thriller
Pagine: 336
Anno di pubblicazione: 2020
Sinossi. Un’isola di delitti, misfatti e investigazioni. Una terra ricca di narrazioni feroci, vicende misteriose e avventure rocambolesche. Banditi e sicari, spietati assassini e informatori, ladruncoli e rapitori osteggiati da investigatori testardi, poliziotti usurati dal mestiere, carabinieri disillusi ma non per questo pronti ad arrendersi all’avanzare della malavita, veggenti che scrutano e cambiano il destino degli uomini e vittime innocenti che mettono la loro esistenza nelle mani sbagliate. Dal thriller allo spionaggio, dal poliziesco sino al noir storico, la Sardegna è stata spesso narrata attraverso le trame del giallo. Ed ecco che un gruppo di scrittori isolani (che durante la loro carriera si sono confrontati con la narrativa di genere) vengono riuniti per offrire ai lettori un mosaico di storie policrome obbligatoriamente ambientate nella loro terra. Ogni racconto un luogo, una provincia, una lingua che conducono il lettore in un labirinto inestricabile di tradizioni e superstizioni, alibi e delitti perfetti. O quasi. “A s’inimigu parare, a sa giustìtzia fuìre” (Al nemico fai fronte, la giustizia temila).
Recensione
La forma racconto è spesso trascurata; c’è chi la reputa una via di fuga dell’autore per non stare concentrato mesi su una storia soltanto e chi crede sia qualcosa da campionato dei dilettanti. E invece no.
Scrivere un buon racconto è altrettanto faticoso come stendere trecento pagine di romanzo. Ogni cosa deve essere al suo posto, deve funzionare subito. Scrivere un racconto è come avere un solo colpo in canna e una sola occasione per freddare la vittima. E se il racconto è di genere, la difficoltà di triplica.
“Giallo Sardo” è un piccolo scrigno di tesori.
Marcello Fois apre le danze macabre con “Confirmation bias” e ci mostra uno spaccato di vita da sbirro dentro gli uffici della polizia, dove ripercorreremo il lavoro di indagini sulla morte per asfissia di un’intera famiglia, quella dei Dessena. Un fitto dialogo dietro l’altro per cercare di fare luce sul fattaccio.
«Un’indagine che si risolve è come un solitario che riesce, come quando indovini un quiz televisivo. Improvvisamente tutto s’incastra»
leggiamo dalla mano di Fois. E infatti, alla fine tutto sembra incastrarsi.
Francesco Abate con il suo “Il colonnello” ci porta indietro nel ’43 e sin dalla prima riga non ci lascia scampo: corpi e l’odore della morte che ci arriva «inospportabile» alle narici.
“La notte dei miracoli” di Auriemma e Troffa ci rispinge in avanti, catapultandoci nel 2019.
Seguono “La nuova stagione” di Eleonora Carta, un oscuro scrutare nel labirinto della mente umana, “I morti che ridono” di Fabio Delizzos (davvero splendido), “Quattro mori” di Elias Mandreu, “Una storia vera” di Calo A. Melis Costa e ancora “Morte di un’insegnante” del fuoriclasse di Piergiorgio Pulixi, in cui il commissario Strega fa da mentore alla neo nominata viceispettrice Fresu, lasciandoci forse intravedere, con la scusa del racconto, com’è che Pulixi mette in piedi le sue storie nere, “Anna” di Ilenia Zedda e, infine, “Il giallo perfetto” di Gavino Zucca.
Ma la vera protagonista di tutta la raccolta è indubbiamente la Sardegna, declinata nei colori, nel tempo, nel buio delle anime nere dei personaggi di carta e inchiostro.
Fois, Pulixi, Abata, Auriemma & Troffa, Carta, Delizzos, Mandreu, Melis Costa, Zedda e Zucca sono dei tiratori scelti. Ognuno, seppur con un’arma diversa, ha preso bene la mira e con un solo e unico colpo ha preso in pieno il cuore dei lettori.
AA.VV.
Fois, Pulixi, Abata, Auriemma & Troffa, Carta, Delizzos, Mandreu, Melis Costa, Zedda e Zucca.
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