Recensione di Antonella Bagorda
Autore: Nicoletta Bertacchini
Editore: Rudis edizioni
Genere: Thriller
Pagine: 177
Anno di pubblicazione: aprile 2021
Sinossi. Mentre la Francia intera sembra essersi quasi lasciata alle spalle l’incubo del terrorismo, dopo l’attacco al Bataclan del novembre 2015 e la strage di Nizza del luglio 2016, Parigi sembra non trovare ancora pace. Nonostante il 2018 segni un record assoluto di frequentazione turistica che sembra far ben sperare, nell’autunno di quello stesso anno cominciano le proteste dei Gilet Gialli. È in questo clima di incertezza generale che scompare una ragazzina di 11 anni, Lily. Non è solo la polizia ad essere interessata al suo ritrovamento. Béatrice Blanchard, una giovane interprete, ancora non sa che di lì a poco la sua vita cambierà completamente. Quando viene ritrovato il corpo senza vita di Lily, per Béatrice comincia un percorso ad ostacoli per trovare l’assassino e al tempo stesso la redenzione per non essere riuscita a ritrovare la piccola sana e salva. Finché non accade qualcosa di inaspettato che costringerà Béatrice a scoprire una verità che farà fatica ad accettare…
Recensione
Qualcuno sta terrorizzando l’intera città di Parigi. In particolar modo sono le famiglie che hanno in casa delle ragazzine tra gli undici e i dodici anni a essere in forte ansia per le loro piccole.
Quando Lily non rientra a casa e i genitori ne denunciano la scomparsa, la polizia si mette in motoall’istante per cercare di ritrovarla. Possibilmente viva. Ma si sa che nei casi di rapimento di bambini, ogni ora, anzi ogni minuto è fondamentale per le ricerche, e non si può perdere tempo.
Béatrice Blanchard, la protagonista di questo romanzo, è una giovane interprete che lavora in ambasciata. Viene subito contattata dalla famiglia di Lily sia perché lei e la bambina sono particolarmente legate che perché Bèatrice, grazie alle sue molte conoscenze, potrebbe essere d’aiuto nelle indagini.
Non ci vorrà molto perché il corpo di Lily venga ritrovato, purtroppo senza vita, abbandonato in un preciso luogo, posizionato in una precisa maniera, vestito in un preciso modo.
Da quel momento le ricerche si sposteranno sul mostro che è stato capace di compiere quello scempio. Tutte le conoscenze di Béatrice e le forze di polizia impiegheranno ogni minimo sforzo per cercare di dare una risposta all’orrore che sta succedendo in città. Ma nessuno ha il minimo sospetto di quale incredibile verità si possa celare dietro quel massacro.
Gioca con me è il classico thriller carico di suspense che porta il lettore a giocare al gioco dell’investigazione. L’autrice, Nicoletta Bertacchini, è stata molto brava a tenere alta la tensione fino alle ultime pagine, gestendo bene le linee d’indagine e regalando un finale del tutto inaspettato.
I personaggi sono tanti, ben delineati e del tutto credibili. Poco credibili, invece, sono alcune situazioni in cui la protagonista prende iniziative che per nessun motivo al mondo, nella realtà, resterebbero impunite. Il forte ascendente che esercita sugli altri personaggi, peraltro tutti uomini, non è sufficiente a giustificare determinate mosse.
Ma l’autrice ha giocato tanto con l’aspetto fisico di Béatrice, quindi nella fantasia del romanzo è accettabile che le vengano perdonati alcuni colpi di testa; fa parte del gioco narrativo. Quindi, considerando i fatti da questo punto di vista, la protagonista funziona alla perfezione e anche l’immancabile storia d’amore risulta ben inglobata nel tutto.
Una menzione speciale va alla gestione del gioco psicologico tra killer e bambina, molto originale e molto ben scritto. Ma direi che tutta la parte psicologica del killer e del suo percorso di vita merita davvero tanta attenzione.
Insomma, a livello di trama e di progettazione tutto sembra filare per il verso giusto in questo romanzo d’esordio della Bertacchini. Inutile negare, però, che è molto evidente il fatto che non sia stato effettuato un editing approfondito al romanzo. Alcuni concetti si ripetono troppo spesso e rischiano di annoiare il lettore; alcuni passaggi sono troppo diluiti mentre altri, che avrebbero potuto dare più spessore ai personaggi o più tensione alla vicenda, si risolvono in poche battute; ma, soprattutto, manca una pulizia del testo da refusi, punteggiatura messa a caso e qualche discordanza tra i tempi verbali, soprattutto nella primissima parte.
Il romanzo è un bell’esercizio di stile e non ci sono dubbi che l’autrice sappia costruire delle storie che funzionano, che conosca i tempi e i ritmi di cui necessita una scrittura thriller e che sia una grande appassionata della parola scritta, ma purtroppo la mancanza di pulizia rende la lettura faticosa e bisognosa di un restauro che ne possa esaltare le forti potenzialità.
Faccio il mio più grande in bocca al lupo a Nicoletta e le auguro un futuro pieno di altre belle storie.
INTERVISTA
Ciao Nicoletta, benvenuta su Thrillernord.
Non c’è miglior modo per conoscere uno scrittore che capire cosa l’abbia spinto a scrivere il suo primo romanzo. C’è qualche autore o qualche lettura in particolare che definiresti la tua fonte di ispirazione? Raccontaci.
In realtà il sogno nel cassetto di scrivere un libro l’ho sempre avuto. Ho sempre letto molto e ho sempre pensato che il libro fosse una meravigliosa fuga dalla realtà, in cui l’autore inserisce la sua visione, ma che ogni lettore fa propria e adatta al proprio universo. Ho sempre desiderato riuscire a farlo anche io, a creare una storia che riuscisse a far appassionare e che ognuno potesse vivere a suo modo. Nel corso degli anni ho pensato ai personaggi e all’ambientazione, e li ho sempre portati con me sperando sarebbe arrivato il momento in cui mi sarebbero serviti. E così è stato. Quei personaggi sono stati il fulcro attorno a cui ho creato la mia storia.
Hai studiato lingue, hai vissuto per qualche mese in Cina, hai viaggiato molto e hai addirittura aperto un blog per prendere nota di tutti i tuoi viaggi e trasformarli in consigli e spunti di riflessione. Come sei arrivata a voler scrivere proprio un thriller?
La mia passione per questo genere nasce fin da piccola. E’ sempre stato il genere che più mi ha interessato: suspance, tensione, paura, credo tra le emozioni più forti che si possano provare. E poi il dubbio, la ricerca, la scoperta, provare a capire le azioni delle persone indagando le profonde ragioni psicologiche che vi stanno alla base e che spesso tutti vogliono nascondere perché sono proprio quelle a delineare quello che siamo. Sono due in particolare gli scrittori che mi appassionano del genere: KEN FOLLETT e DONATO CARRISI. L’opera che più mi ha ispirato durante la creazione e stesura del romanzo è “L’uomo del labirinto” di Carrisi.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro prossimo? Leggeremo presto qualche nuova storia?
Credo e spero proprio di sì. Voglio assolutamente continuare a scrivere ed ho già in mente la prossima storia, i personaggi e l’ambientazione. Solo che sarà un thriller storico, quindi devo iniziare un po!! Ho già cominciato!!
Grazie per la tua disponibilità e buona fortuna per i tuoi sogni.
Nicoletta Bertacchini
Nicoletta Bertacchini nasce il 12/11/1992 a Bologna. Ha studiato lingue straniere e svolto un periodo di studio in Cina. Attualmente lavora nell’ufficio commerciale di un’azienda metalmeccanica di Bologna. A gennaio 2020 ha creato un blog di viaggi, Blog Di-Vino. Da sempre affascinata dal genere thriller, ha deciso di pubblicare il suo primo romanzo Gioca con me.
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