Giorni memorabili




Recensione di Clementina Di Branco


Autore: Michael Cunningham

Traduzione: Ivan Cotroneo

Editore: La nave di Teseo

Genere: narrativa

Pagine: 319

Anno di pubblicazione: 2020

 

 

 

 

 

Sinossi. Simon, Catherine, Lucas. Un uomo, una donna, un bambino, tre storie ambientate a New York in epoche diverse: la seconda metà del diciannovesimo secolo, il tempo presente, un futuro post atomico imprecisato. In un romanzo sorprendente, tra atmosfere gotiche, suspense da thriller e un’avventura d’amore e di sopravvivenza, una poesia di Walt Whitman attraversa le esistenze dei tre protagonisti in un gioco di specchi tra personaggi che ritornano misteriosamente tra passato, presente e futuro. Dall’autore premio Pulitzer Michael Cunningham, una grande prova letteraria e un inno al potere salvifico della bellezza.

 

Recensione

Giorni memorabili potrebbe essere considerato per prima cosa un abilissimo esercizio di stile. I tre lunghi racconti che lo compongono sono in realtà tre storie che si fanno eco da epoche così apparentemente diverse: la New York della seconda rivoluzione industriale, quella dell’incerto presente e quella futura precipitata in una profonda desolazione post atomica. Tre storie in cui ritroviamo gli stessi personaggi (sempre tre): Simon, Catherine e Lucas che Cunningham fa muovere lungo le stesse strade e negli stessi luoghi dandoci così la continua sensazione del déjà-vu.

Sebbene i rimandi tra le tre parti siano continui, è la variazione la cifra dominante in questo romanzo: la variazione del tempo, la variazione della psicologia e del ruolo dei personaggi, variazione rispecchiata nei loro stessi nomi di poco modificati nel passaggio da capitolo all’altro.

E allora, cosa tiene insieme questi tre mondi? Dal punto di vista narrativo Cunningham affida ad un oggetto il ruolo di fil rouge attraverso le epoche: una tazza di porcellana; una tazza bella, inutile, commovente, incomprensibile tra le mani dei personaggi, essa stessa simbolo di un altrove irraggiungibile che si può solamente intuire, come la poesia di Whitman, elogio dell’immanenza, altro elemento che attraversa tutto il romanzo. La poesia, incontrollabile e anarchica, diventa qui il respiro dell’umanità schiacciata e oppressa.

Tutto contiene poesia, sia gli uomini che le macchine. Ed il rapporto uomo-macchina è a sua volta oggetto di indagine. Lucas comprende il linguaggio delle macchine che desiderano possedere gli esseri umani, Cat è in grado di sentire il “ping” scattare nella sua mente quando incontra un assassino e Simon, il prototipo, l’androide, contiene in sé il chip della poesia.

Quanto di umano può esserci in una macchina e quanto di meccanico può esistere in un essere vivente?

Non ci è dato avere risposta, ovviamente, se non dei versi sibillini di Whitman e in un orizzonte di infinita bellezza verso il quale Simon, l’androide, a cavallo di Hesperia (dal greco sera), si dirige.

 

 

 

 

Michael Cunningham


Michael Cunningham è autore di sette romanzi pubblicati in Italia da Bompiani: Le ore (1999), tradotto in 27 lingue e vincitore del Premio Pulitzer per la Narrativa, del Pen/Faulkner Award e del Premio Grinzane Cavour 2000 per la Sezione Narrativa Straniera, Carne e sangue (2000), per il quale ha ricevuto il Whiting Writer’s Award, Una casa alla fine del mondo (2001), Mr. Brother (2002), Dove la terra finisce (2003), Al limite della notte (2010) e La regina delle nevi (2014). Dal romanzo Le ore è stato tratto il film di Stephen Daldry con Meryl Streep, Nicole Kidman e Julianne Moore, e da Una casa alla fine del mondo è stata realizzata una versione cinematografica diretta da Michael Meyers. Nato e cresciuto in California, vive a New York.

 

Acquista su Amazon.it: