Recensione di Mariasilvia Iovine
Autore: Stefano Brusadelli
Editore: Mondadori
Collana: Scrittori italiani e stranieri
Pagine: 217
Genere: Thriller
Anno di pubblicazione: 2017
Ausilio Serafini non è un uomo piacevole: aggressivo, cupo, violento, si è allontanato dalla Polizia dopo l’omicidio di un collega e ha ridotto al minimo i rapporti con il prossimo. Uno dei suoi pochi amici, il pensionato Gerardo Pavese, lo invita a Roma, accennando a rivelazioni importanti, ma i due non si incontreranno mai. Pavese, infatti, viene ritrovato sgozzato nel suo appartamento nel quartiere Tiburtino.
Un delitto efferato, messo presto a tacere: l’indagine viene ostacolata da persone potenti e, per ottenere giustizia, Serafini verrà trascinato in un labirinto di segreti e ricatti che, passo dopo passo, lo costringeranno ad affrontare i suoi demoni.
Tra il thriller e il noir, il romanzo di Brusadelli non ha niente da invidiare a opere di livello internazionale: Gli amici del venerdì è una storia dura, il racconto amaro della vita (e della morte) di uomini agli ultimi atti della loro esistenza.
I personaggi sono contraddittori, profondi, reali. Lo stile meticoloso e l’attenzione quasi maniacale ai dettagli ci raccontano di una Roma cattiva e indifferente, i suoi colori, gli odori, lo squallore dei quartieri lontani dal ciabattare dei turisti, palazzi tetri dove si rifugia un’umanità stritolata dalla povertà, la politica, il potere.
Gli amici del venerdì è, semplicemente, un romanzo da non perdere.
Stefano Brusadelli
è nato a Roma il 13 febbraio del 1955. Giornalista, ha lavorato per Il Mondo e Panorama, occupandosi soprattutto di politica italiana, e ora scrive per Il Sole 24 Ore. Prima de Gli amici del venerdì ha pubblicato Piccole atrocità. Storie di inganni e di peccati (Vallecchi, 2010), I santi pericolosi (Mondadori, 2013), vincitore del premio Crovi, e Le ali di carta. 50 italiani eccellenti raccontano il libro della loro vita (Palombi Editori, 2015).