Recensione di Valentina Marcis
Avete presente quella sensazione che vi prende alla fine di un libro e che vi fa venire voglia di sollevare la cornetta e chiamare chiunque e consigliarglielo?
Ecco, questa volta (una delle pochissime, in realtà) mi è capitato col romanzo “Gli occhi dell’inferno” scritto da Fabio Santoro.
Ammetto che non avevo ancora letto un suo romanzo e che non mi aspettavo sicuramente questo ottimo thriller. Non appena lette le prime righe mi son chiesta come mai non avessi scoperto prima questo autore nonostante nel 2014 abbia scritto un altro romanzo “La bara vuota” che vede tra i protagonisti lo stesso Paolo Mori che incontriamo anche in questa ultima opera. Già le prime pagine fanno capire al lettore che non si staccherà dal libro molto facilmente. È un’opera veramente ben scritta, seria e ironica allo stesso tempo.
“Sembra Dracula tornato di fresco in Transilvania dopo una gita ad un congresso di anemici” è una delle battute che si trovano nel romanzo e che spezza con un sorriso una sequenza di avvenimenti abbastanza seri.
È una scrittura ben equilibrata, dove ciascun personaggio ha la sua importanza in ogni contesto: prima e terza persona si alternano in modo da farci conoscere ed entrare in sintonia con i protagonisti ma anche per farci avere uno sguardo d’insieme su tutta la vicenda. La narrazione è fluida, nonostante le vicende e i colpi di scena siano molteplici: tutto viene descritto alla perfezione, senza fretta in modo da lasciare al lettore il tempo di assimilare a assaporare il tutto.
Ciò che colpisce è il modo in cui il lettore si trovi prima nei panni del giovane Paolo, poi in quelli dell’Ispettore capo Crowe, oppure in quelli della giovane amata da Paolo. Ogni personaggio ha il suo spazio e si fa conoscere senza sgomitare con gli altri: ogni sensazione, emozione e vicenda è quasi personale, come se chi parla si stesse raccontando al lettore. Tutto ciò poi viene accompagnato da una descrizione dei luoghi che accompagna l’immaginazione: non riesce difficile immaginare la vicenda come un film che scorre nella nostra mente.
Se proprio vogliamo trovare un difetto in questo libro (che proprio difetto non è…) è il fatto che letta la prima pagina, risulta impossibile metterlo da parte. Io stessa ogni tanto mi ritrovavo a contare quante fossero le pagine rimaste per dividerle e fare in modo che la lettura durasse più giorni… ma senza successo!
Fabio Santoro
avvocato, classe 1984, napoletano di nascita e londinese d’adozione, dà vita alle avventure di Paolo Mori. Già autore della “Bara Vuota”, ha scelto così di far proseguire le vicende del suo protagonista ne ”Gli occhi dell’inferno” edito da golem Edizioni.