Recensione di Sara Paoli
Autore: Gianni Tetti
Editore: Neo
Genere: narrativa
Pagine: 688
Anno pubblicazione: 2016
“Se qualcuno è convinto che da una crisi nasca un mondo migliore, sbaglia. Siamo gli stessi di prima, solo più soli, più impauriti”.
L’autore sardo Gianni Tetti ci presenta l’ultimo libro della “Trilogia del vento”.
Un romanzo distopico che tocca tematiche fantasy, thriller e horror; provocatorio e pungente, con un filo di ironia, difficile da cogliere nella drammaticità generale. Un libro impossibile da inquadrare in un unico genere, proprio perché l’autore mette il focus sul coinvolgimento e la suggestività della storia.
Senza indugiare Tetti ci immette con parole forti in una realtà che disturba. Siamo a Sassari, in una Sardegna che ha tutti i requisiti per essere inquadrata nella nostra epoca: il gioco dei pacchi in tv, le vincite alla lotteria, il campionato di calcio e i telegiornali che parlano di attualità. Ma ciò che il lettore percepisce maggiormente va al di là del luogo e del tempo descritti: l’egoismo, il razzismo e l’opportunismo delle persone, i valori che vengono sempre più a mancare, ma soprattutto chi ha in mano la storia avverte una strana tensione che cresce come un climax, lo sente nel vento che soffia senza mai fermarsi e che si porta dietro un nome: Maria.
È qui che piano piano ci si addentra nelle vite dei protagonisti: in questa città vi è chi si ritrova al bar con gli amici per parlare con toni razzisti del problema dell’immigrazione, della fortuna di chi vince al gioco e alla lotteria, degli attentati. Tra le chiacchere si ignora che c’è chi, apparentemente rispettabile alla comunità esegue segretamente torture inimmaginabili nella propria abitazione; si ignorano anche gli inganni del prete della città, che raccoglie soldi vendendo biglietti della lotteria per potersi invece permettere di soddisfare desideri “proibiti” che non riesce a controllare. Le vite dei cittadini continuano a scorrere giorno dopo giorno in questa sempre più preoccupante condizione.
Improvvisamente i cani iniziano a scappare dalle abitazioni e dalla città, ad attaccare ed uccidere i propri padroni, si riuniscono in branchi famelici insieme a coloro che vengono definiti infetti. Prevedono qualcosa e lo sentono prima degli uomini. Si va così incontro a una profonda crisi, dove la terra inizia a tremare, il vento soffia sempre più forte portandosi dietro polveri tossiche, fino ad arrivare a una vera e propria guerra.
Le tematiche mistiche e di presagio che emergono portano a riferimenti riguardo la creazione dell’universo, riflessioni sugli animali e l’importanza dei bambini, che risiede nella loro purezza, tutti ingredienti che compongono l’apocalisse a cui nella storia si va incontro. In questo quadro si perde completamente di vista il ruolo del buono e del cattivo. Si impone il carattere selvaggio delle persone. Lo scrittore mostra cosa siano capaci di fare gli uomini quando hanno paura, quando la fame li rende animali. Esiste una possibilità di salvezza?
Le storie dei personaggi si alternano nei capitoli e si distinguono anche per i cambi di prospettiva, per marcare un distacco netto tra essi. Con frasi concise Tetti mostra ogni dettaglio, descrivendo situazioni con tutta la verità possibile, anche la più cruda, con uno stile molto scorrevole.
Un romanzo come questo non concede mezze misure, o lo si ama o lo si odia; Il lettore si trova di fronte a un mondo descritto con parole spietate, dure, crude, che sommandosi creano un vortice dal quale anch’egli non può liberarsi. E allora come i personaggi cerca un appiglio divorando le pagine, la speranza che quella crisi si possa risolvere.
Non mi sento di consigliarlo a tutti. La potenza espressiva delle scene descritte scuote inevitabilmente i sentimenti del lettore. Talvolta, nonostante la voglia di saperne di più mi sono trovata a dover staccare gli occhi dalle pagine per il turbamento, ma anche per riflettere; mi sono sentita per alcuni momenti presa in causa. Quando un romanzo mette in dubbio le tue convinzioni, quando smuove quello che hai dentro deve poter essere definito un capolavoro.
Avevo tra le mani un possibile futuro prossimo?
Siamo noi oggi nella condizione di degenerare in un’apocalisse?
Gianni Tetti
Gianni Tetti nasce e vive a Sassari. Specializzato in tecniche di narrazione per cinema e tv, ha conseguito un dottorato in Storia e Critica del Cinema. Ha scritto e diretto il documentario Un passo dopo l’altro, è sceneggiatore del lungometraggio SaGràscia (regia di Bonifacio Angius). Suoi racconti sono stati pubblicati su Frigidaire, Il Male, Atti Impuri, Prospektiva e in diverse antologie, tra cui E morirono tutti felici e contenti (Neo Edizioni, 2008). Sempre per Neo Edizioni, nel 2010, ha pubblicato il libro I cani là fuori.