Hap & Leonard




Hap & Leonard. Sangue e limonata

Recensione di Elsa Flacco


Autore: Joe R. Lansdale

Traduzione: Luca Briasco

Editore: Einaudi

Collana: Einaudi. Stile Libero Big

Genere: narrativa

Pagine: 176

Anno di pubblicazione: 2018 (ed. italiana 2019)

 

 

 

 

 

Sinossi. Hap Collins è solo un ragazzo, ma sa già di essere molto diverso dai bigotti razzisti e ottusi della cittadina in cui è cresciuto. E sa che per ridurli a mal partito non bastano le parole: bisogna usare le loro stesse armi. Anche il giovane Leonard Pine è diverso da quelli che lo circondano: nero, gay e, a sorpresa, conservatore. Nella migliore delle ipotesi, i due formano una coppia improbabile. Finché un giorno, per caso, Hap vede Leonard fare il culo a strisce a una manica di bulli. E capisce che, a dispetto delle apparenze, ha trovato il socio ideale. Con sublime ironia, Lansdale scava nel passato dei due detective piú celebri dell’East Texas e compone un mosaico di vicende e personaggi di volta in volta terribili, comici, violenti e nostalgici. Tutti, però, indimenticabili.

 

 

Recensione

Questo è un libro in un certo senso conclusivo. Conclusivo di due leggende: quella di un autore cult, Joe R. Lansdale, che da più di trent’anni ci delizia con i suoi romanzi e racconti improbabili, impossibili da collocare in un genere definito, vista la poliedricità del loro autore che si diverte a passare dal thriller all’horror, dalla fantascienza all’avventura, dall’umorismo al romanzo di formazione; e quella di due personaggi, i detective dilettanti Hap Collins e Leonard Pine, un mito per i loro appassionati lettori, protagonisti di una serie di romanzi esilaranti, avvincenti, originalissimi: Una stagione selvaggia, Mucho mojo, Il mambo degli orsi, Bad Chili, Rumble tumble, per citare solo i primi e più irresistibili, quelli in cui si forgia questa coppia tanto male assortita quanto magistralmente costruita. Il bianco scalcinato liberal Hap con il nero gay conservatore Leonard, amici per la pelle a caccia di disavventure apocalittiche raccontate da Lansdale con ironia dissacrante e la capacità unica di fondere situazioni estreme di violenza pulp con la più autentica naturalezza e sprazzi di sublime umorismo.

Hap e Leonard sono i tipici personaggi a cui ci si affeziona, quelli da cui non vorresti separarti mai, quelli che quando li scopri parti a caccia delle avventure precedenti e successive, gustandotele con quel piacere sottile e incomparabile che solo i veri lettori possono comprendere.

Il loro Texas orientale, sfondo anche degli altri romanzi di Lansdale, primo tra tutti lo splendido In fondo alla palude, mette radici dentro al lettore assurgendo presto al rango di paesaggio dell’anima, insieme agli altri, non tantissimi, che popolano l’immaginario del lettore passionale: non sono molti gli scrittori capaci di scavarsi un posto fisso e insostituibile nella galleria di luoghi, personaggi, situazioni, dialoghi, storie che affollano la memoria di chi li ha assorbiti dalle pagine di un libro. È il bello della lettura, per chi ha la fortuna di conoscere questo genere di deliziosa perversione della fantasia, questo sistema per moltiplicarsi la vita e conoscere mondi e persone fittizi ma talvolta più reali di quelli esistenti, se il talento dello scrittore è quello di Joe Lansdale.

Conclusivo, dicevamo. Non perché riteniamo che Lansdale abbia con questo lavoro licenziato definitivamente le sue creature più celebri, ma perché questo libro, più che un romanzo tout court, o un romanzo a mosaico, come lo definisce l’autore nella postfazione, si presenta come una raccolta di racconti collegati dall’esile “cornice” di un incontro familiare dal sapore rievocativo, con Leonard che spinge il narratore Hap a raccontare alla figlia la nascita della loro amicizia e le prime avventure giovanili. La funzione è quella di fornire ai romanzi precedenti, ben più poderosi e di spessore, un antefatto forse non necessario, ma utile a comprendere il retroterra, l’humus da cui sono germogliate le storie che abbiamo amato.

Leggendo del loro primo incontro, delle bravate e delle sconfitte sullo sfondo di un mondo che è ancora quello violento e razzista degli anni ’60 e ’70, conosciamo il padre di Hap con la sua forza fisica e il suo senso di giustizia, e ci passano davanti figure ora tragiche ora brutali ora grottesche, che agiscono nella narrazione e scorrono via, ciascuna contribuendo a delineare il ritratto composito di un mondo violento e ingiusto, dove tuttavia non mancano spiragli di fiducia in un cambiamento possibile. Un cambiamento incarnato nei due omaccioni che, loro malgrado, rappresentano i valori fondanti di una società che non è solo quella americana, ma quella occidentale progressista, oggetto di attacchi multipli e di una progressiva delegittimazione proprio nei principi e nelle conquiste che la parabola di Hap e Leonard rappresenta.

Perchè le storie scanzonate di Lansdale non devono ingannare: chi lo conosce e lo ama riesce a cogliere in tutti i suoi libri, sotto il pulp e le risate, la suspense e l’azione, “la sottile linea scura”, per citare il titolo di un altro suo indimenticabile romanzo, nell’odio per le ingiustizie e l’amore per la libertà.

 

 

 

Joe R. Lansdale


Joe R. Lansdale (Gladewater, Texas, 1951) ha scritto oltre venti romanzi e centinaia di racconti, ed è forse il piú geniale autore di genere contemporaneo. Tra le sue opere pubblicate da Einaudi Stile Libero: La sottile linea scuraTramonto e polvereAcqua buiaLa forestaNotizie dalle tenebreParadise SkyIo sono DotL’ultima cacciaIn fondo alla palude e, per la serie di Hap e Leonard, Una stagione selvaggiaMucho MojoIl mambo degli orsiBad ChiliRumble TumbleCapitani oltraggiosiUna coppia perfettaHonky Tonk SamuraiBastardi in salsa rossaIl sorriso di Jackrabbit Hap & Leonard. Sangue e limonata.

 

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