I casi del commissario…




I casi del commissario Croce

Recensione di Marianna Di Felice


Autore: Ricardo Piglia

Traduzione: Pino Cacucci

Editore: SUR

Genere: Giallo

Pagine: 197

Anno di pubblicazione: 2019

 

 

 

 

 

Sinossi. Nell’ultimo libro scritto prima di morire, Ricardo Piglia si diverte a ripercorrere in maniera originale la storia politica, civile e letteraria dell’Argentina. Lo fa inventandosi un outsider, il commissario Croce, già protagonista di Bersaglio notturno, che in questi dodici racconti vediamo in epoche e situazioni differenti, all’inizio della sua carriera o nei panni di un pensionato che non riesce a fare a meno di indagare. Ma sempre con accanto il cane Cuzco e i compagni di bevute dell’emporio dei Madariaga. I casi sono basati a volte su leggende metropolitane (come l’episodio in cui Croce deve sventare la diffusione di un film pomo interpretato da una giovanissima Evita Perón) a volte su fatti realmente accaduti, come le disavventure del marinaio jugoslavo Sandor Pesic che, non parlando una parola di spagnolo, non sa difendersi dall’ingiusta condanna per l’omicidio di una prostituta. Non c’è quasi mai un colpevole da smascherare o un delitto da punire: queste storie (in cui Piglia si diverte a far apparire alcuni dei suoi eroi letterari, da Borges a Conan Doyle all’Astrologo protagonista dei Sette pazzi di Arlt) sono divertenti intrecci fra il racconto poliziesco e l’apologo morale, tra la cronaca nera e le vicende passionali di provincia: godibili avventure che ci sfidano con lo humour e l’intelligenza del grande intrattenimento.

 

Recensione

Ricardo Piglia tra le pagine dei racconti gialli che hanno come protagonista il commissario Croce, descrive indirettamente ed esplicitamente, la situazione dell’Argentina  suo paese natale. Lo scrittore compose queste storie attraverso il sistema Tobii che permette di scrivere con lo sguardo visto che ormai la Sla lo stava consumando.

Per fortuna rimangono gli scritti a testimoniare i suoi pensieri, la sua irionia, la sua amarezza e la sua pacatezza. E per fortuna i suoi libri, come quelli di altri scrittori argentini, hanno trasportato nelle loro pagine la pesantezza della situazione politica degli anni della dittatura, anni in cui gli scrittori erano esiliati e chi non stava zitto andava ad incrementare le fila dei desaparecidos.

Dopo la conquista di quella terra da parte dei conquistadores spagnoli, a distanza di secoli, l’Argentina torna nel buio grazie alla dittatura miltare, dove l’informazione è vietata, l’essere in disaccordo con il potere è vietato, il pensiero stesso è vietato. Terra agognata da molti italiani e non solo, terra del tango, della milonga, di artisti, di letterati e di disperati. Piglia in modo tranquillo e sagace riempie pagine di fatti accaduti o presunti che fanno comprendere al lettore la gravosità di certe vicende o comunque lo inducono a capire la storia del Paese.

Il commissario Croce ha un ottimo metodo per indagare, si pone sempre domande o fa ragionamenti finalizzati ad osservarsi interiormente e porsi di conseguenza verso gli avvenimenti nei quali si ritrova volente o nolente.

Perché in certi casi il commissario è in pensione, ma lo chiamano lo stesso, in altri è ancora attivo. Indaga usando sia le riflessioni che le intuizioni e per queste ultime sembra al lettore un illusionista che imbellettando le storie lo salva dalla crudezza delle stesse anche se il lettore dietro ad un sorriso che l’autore gli può strappare, sa che si celano delle situazioni oppressive.

Nel racconto La musica ad esempio, si parla di un fatto realmente accaduto e al di là delle varie situazioni il lettore rimane amareggiato per lo svolgimento degli avvenimenti, per la rapidità dell’accusa e per l’epilogo. Ma a pensar bene alla storia dell’Argentina chissà quanti sono i casi simili.

Lo spaccato proposto dall’autore in modo evidente o celato, anche se sicuramente intuibile, è indubbiamente duro, ma non pesante perché il lettore si appassiona nel leggere i suoi racconti e si pone davanti ad una storia dimenticata, quella dei paesi dell’America Latina, in questo caso dell’Argentina, che invece dev’essere ricordata. La storia di un Paese che inizia con una tragica conquista, prosegue con sfruttamenti e si riversa nel caos dittatoriale.

Il Paese ha conosciuto la prosperità e forse certe ideologie romanticamente interpretate vogliono riportare a quel periodo che non tutti hanno conosciuto, per questo al lettore non rimane che leggere le storie scritte dall’autore che riportano alla memoria le vicende più o meno crude narrate in modo pacato non per rassegnazione o paura, non più, ma per combattere gridando parole attravero le pagine dei suoi libri.

Tra indagini, situazioni tra il giallo e il nero e l’arguzia del commissario Croce il lettore farà sicuramente una buona lettura.

 

 

A cura di Marianna Di Felice

marisullealidellafantasia.blogspot.it

 

 

Ricardo Piglia


Ricardo Piglia è stato professore di Letteratura sudamericana alla Princeton University, ed è unanimemente considerato come uno dei più grandi scrittori argentini dei nostri tempi. In Italia sono stati pubblicati Respirazione artificiale (Sella e Riva 1990 – Sur 2012), la raccolta di saggi L’ultimo lettore (2007), Soldi bruciati (Guanda 2000 – Feltrinelli 2008) – con il quale ha vinto il premio Planeta, romanzo poi adattato allo schermo cinematografico da Marcelo Pineyro – Bersaglio notturno (Feltrinelli 2010), La città assente (Sur 2014), L’invasione (Sur 2015), Solo per Ida Brown (Feltrinelli 2017) e Respirazione artificiale (Sur 2018). Ha ricevuto diversi premi: Premio Iberoamericano de las Letras 2005, Premio Planeta 1997 e il Premio Casa de las Américas 1967.

 

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