Recensione di Katia Montanari
Autore: Giorgio Scerbanenco
Editore: La nave di Teseo
Genere: Giallo
Pagine: 127 ebook
Anno di pubblicazione: 2020 (versione ebook)
Sinossi. “Deve essere difficile per il vero colpevole sfuggire alle vostre investigazioni. Può non aver lasciato alcuna traccia materiale, ma voi cercate invece quelle morali e finite per trovarlo.” La frenata improvvisa di un treno. Uno sparo dal nulla. Un cadavere che chiede giustizia. La versione di Scerbanenco della più classica delle situazioni del mistero è un giallo dall’esito imprevedibile che esalta il talento psicologico dell’archivista della polizia di Boston Arthur Jelling. Chi ha sparato? I passeggeri del treno appartengono al mondo dell’editoria: sono giornalisti, scrittori, critici letterari, in competizione l’uno con l’altro e ora si ritrovano tutti sospettati e testimoni al tempo stesso.
Recensione
“Il cane che parla” è una delle indagini di Arthur Jelling, personaggio acuto e accattivante nato dalla penna di Giorgio Scerbanenco. È un giallo “vecchio stile” che si rivela una lettura davvero piacevole e intrigante.
Originale e timido, Jelling conduce questa nuova indagine con determinazione ma in punta di piedi.
A volte si ritroverà in situazioni un po’ strambe ma riuscirà, interrogatorio dopo interrogatorio e indizio dopo indizio, a trovare i pezzi della soluzione di un mistero che all’inizio sembrava già risolto.
Gli altri protagonisti hanno caratteristiche e personalità ben delineate e alcuni di loro appaiono piuttosto eccentrici.
Le indagini partono da Corsey, lontano dalla grande città e viene sottolineato, soprattutto all’inizio l’approccio diverso tra quello del poliziotto di paese amico di tutti all’ interno della comunità e quello meno empatico e più razionale del poliziotto venuto da Boston.
La trama scorre veloce e pian piano durante interrogatori informali e momenti di riflessione di Jelling vengono a galla nuove prove che porteranno alla risoluzione.
Giorgio Scerbanenco
Giorgio Scerbanenco (1911-1969), nato a Kiev, cresce a Roma ma ancora adolescente si stabilisce a Milano. Negli anni ’30 approda nell’editoria come collaboratore alla Rizzoli e in seguito come caporedattore dei periodici Mondadori, per tornare in Rizzoli nel dopoguerra come direttore dei periodici femminili. Collabora con i maggiori quotidiani e riviste dell’epoca, tra cui il “Corriere della Sera”, “La Gazzetta del popolo”, “il Resto del Carlino” e “Novella”. Scrittore prolifico, ha sperimentato tutti i generi della narrativa ed è riconosciuto come uno dei maestri del giallo italiano, consacrato dal successo della serie di romanzi con protagonista Duca Lamberti e dall’assegnazione del “Grand Prix de littérature policière” nel 1968. Tra i suoi libri ricordiamo “Venere privata”, “Traditori di tutti”, “Milano calibro 9”, “I milanesi ammazzano al sabato”, “Ladro contro assassino”. Tutta la sua opera è in corso di pubblicazione presso “La nave di Teseo”.
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