Il club degli assassini




The wooden overcoat, 1951


Recensione di Marina Morassut


Autore: Pamela Branch

Editore: Polillo Editore

Traduzione: Bruno Amato

Genere: Mistery umoristico

Pagine:  pagg. 276

Anno di pubblicazione: 2017

 

 

 

 

 

Sinossi. A Chelsea, nel cuore di Londra, Clifford Flush ha fondato il Club dell’Asterisco, un circolo molto esclusivo che potrebbe anche essere chiamato il Club degli Assassini. Già, perché per poter essere ammessi in quell’ambiente riservato, che garantisce vita natural durante cibo, pernottamento e tutti i servizi essenziali, i potenziali soci devono possedere un solo requisito: essere stati assolti ingiustamente da un’accusa di omicidio. Purtroppo per Benji Cann, appena prosciolto, con sua grande sorpresa, da quell’imputazione, non ci sono stanze libere al club, e così Flush si accorda con i vicini, una bizzarra coppia di artisti affittacamere, perché gli diano temporanea ospitalità. Cann è però riluttante a entrare a far parte dell’Asterisco; del resto va capito, ha appena superato il trauma del processo, vede nemici dappertutto e il passato degli altri soci certo non lo tranquillizza, anche se tra questi c’è la provocante Lilli che sembra gradire molto la sua presenza. Decide comunque di accettare e fa molto male, perché in quella casa sembra che gli ospiti più assidui, e riottosi ad andarsene, siano… i cadaveri. In un crescendo di sorprese e situazioni paradossali, questo mystery del 1951, soffuso di black humour e finora inedito in Italia, appassionerà e divertirà i lettori fino all’ultima pagina.

 

Recensione

Due case attigue nel cuore di Londra: in una, sede del Club dell’Asterisco, ci vivono dei professionisti del crimine… o sedicenti tali, con personale di servizio che pesca sempre nella stessa categoria o ramo professionale. Nell’altra casa, confinante con il suddetto circolo e replica esatta, un paio di coppie di giovani sfaccendati artisti: gli Hilford e i Berko.

L’intreccio parte sin dall’inizio perché il fondatore del circolo, l’oscuro Sig. Clifford Flush, offre un passaggio a Benjamin Cann, riconosciuto innocente dalla giuria, dopo tre settimane di dibattimenti in aula e dopo quasi tre mesi dall’omicidio che ha involontariamente, a suo dire, compiuto. E c’è un solo ed unico motivo per cui Clifford Flush, distinto cinquantenne e pluriomicida, invita al suo esclusivo circolo una nuova persona e scoprirlo metterà addosso al Sig, Cann un’ansia che non ha provato nemmeno al suo processo, quando ha rischiato di venir dichiarato colpevole.

Ma ancora non lo sa il Sig. Cann che non accettare l’ospitalità del Sig. Flush, altrimenti noto nel 1937 come il Macellaio del Balliol College, gli porterà male, molto male. Tanto che quando per un’insperata casualità, invece che dover restare ospite del circolo, si vedrà costretto a soggiornare per qualche giorno nella casa adiacente, pensa che la fortuna gli arrida nuovamente.

Fra humor inglese che più nero non si può, personaggi che sono delle divertentissime macchiette, gite fuoriporta dove l’incontro con bambine cattive rischia di far morire dalle risate, situazioni paradossali al limite dell’assurdo come solo le migliori commedie sanno regalare, morti che non vogliono saperne di farsi seppellire, derattizzatori che circolano per casa con veleni micidiali, coppie di giovani artisti che se ne vanno a spasso con cadaveri e che poi li riportano servizievolmente a casa, personale di servizio che spia i vicini e che cerca di rubare cadaveri per ricollocarli con giustizia nella casa cui appartengono, gags e sorprese sempre più al limite dell’assurdo ma proprio per questo così spassose, stupisce che quest’autrice non sia stata pubblicata prima in Italia.

E con rammarico duole precisare anche che questo è l’unico romanzo attualmente tradotto in italiano.

Non resta che godersi la lettura di questo originale, strampalato e divertente mistery, che Vi farà letteralmente sganasciare dalle risate. Ma attenzione: fra i tanti assassini che circolano in quelle due case, ce n’è sicuramente uno che sta sfoltendo gli ospiti al Circolo dell’Asterisco, altrimenti detto Club degli Assassini: a Voi provare ad indovinare chi è.

Buona caccia e…buon divertimento!

 

A cura di Marina Morassut

libroperamico.blogspot.it

 

 

Pamela Branch


(1920-1967) nacque Pamela Byatt in una piantagione di tè dell’isola di Ceylon. Di facoltosa famiglia britannica, frequentò varie scuole private nel sud dell’Inghilterra per poi completare la propria educazione studiando arte a Parigi e recitazione presso la Royal Academy of Dramatic Art di Londra. Dopo aver abbandonato la carriera di attrice, tornò in Oriente e visse per tre anni nel Kashmir su una casa galleggiante. Al suo rientro in Inghilterra verso la fine degli anni ’40, sposò Newton Branch con il quale si trasferì a Cipro. Qui, in un antico monastero ortodosso, Pamela scrisse il suo primo mystery umoristico, The Wooden Overcoat (Il club degli assassini – I bassotti n. 171). All’inizio del 1951, la coppia affittò un appartamento nel quartiere londinese di Kensington, nei pressi del quale lei ambientò il suo secondo mystery, Lion in the Cellar (1951). Il terzo, Murder Every Monday (1954), in cui ritorna il personaggio di Clifford Flush con il Club dell’Asterisco, fu paragonato dal Times Literary Supplement alle opere di Evelyn Waugh per l’arguzia e l’ironica comicità. Intorno all’uscita del suo quarto e ultimo romanzo, Murder’s Little Sister (1958), i Branch divorziarono e quattro anni dopo lei si risposò. Era al lavoro su un nuovo romanzo, di cui però non è rimasta traccia, quando morì di cancro a 47 anni.

 

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