Vanessa Montfort
Traduttore: Enrica Budetta
Editore: Feltrinelli
Genere: Narrativa
Pagine: 432
Anno edizione: 2025

Sinossi. Dopo aver raccontato le asimmetrie nelle relazioni di coppia nel bestseller Donne che comprano fiori, Vanessa Montfort torna a esplorare le dinamiche di dipendenza affettiva, stavolta tra madri e figlie. Tingendo di giallo un tema che è da sempre un mistero.
Quattro madri sospettate di omicidio.
Quattro figlie che indagano su di loro.
Conosciamo davvero le nostre madri?
«Un giallo che esplora le dinamiche più o meno perverse tra le protagoniste e le loro madri». – Enrica Brocardo, Elle
Si fanno chiamare “le cattive figlie” perché non si sentono mai abbastanza brave: una deve fare da madre alla propria madre, un’altra deve sfuggire alle manie di controllo, un’altra ancora deve vivere all’ombra di una primadonna. Come uscire da queste dinamiche? E come cambia il rapporto quando si tratta di figli maschi? Mónica avrebbe voluto diventare una detective ma non ne è stata – letteralmente – all’altezza, perciò si limita a addestrare cani poliziotto. In fin dei conti, qualche lezione in casa l’ha imparata: sua madre Elisa ha il fiuto di un segugio quando si tratta di localizzarla, e non importa che lei sia ormai un’adulta. I suoi amici d’infanzia non se la cavano meglio: Ruth è diventata psichiatra per comprendere le relazioni disfunzionali nella propria famiglia; Suselen si è rifatta una vita a Londra per allontanarsi il più possibile da casa; Gabriel cerca la libertà tra le nuvole. Questo precario equilibrio si spezza quando nell’appartamento di Elisa, a Madrid, viene ritrovato il cadavere di un uomo. Si tratta di Orlando, il dog sitter di plaza de Oriente. La donna nega di conoscerlo, ma il suo nome e quelli delle altre tre madri sono annotati accanto ai rispettivi cani nell’agenda della vittima. Che cosa stanno nascondendo, e perché? Quand’è che i rapporti delle cattive figlie con le loro genitrici si sono rovinati così tanto? Si conoscono davvero?
Recensione
di
Giulia Manna
Mónica non ha un gran rapporto con la madre. Ignora spesso le sue chiamate, eppure quel giorno Elisa aveva davvero bisogno di lei. La donna, dopo essere rientrata in casa da un fine settimana in campagna a casa di una amica, trova il cadavere di uno sconosciuto proprio nella sua vasca da bagno. Nel panico chiama ripetutamente la figlia senza successo, poi chiama la polizia.
Chi è quell’uomo? Cosa ci fa a casa di sua madre? E come mai è morto?
Mónica aveva un sogno: diventare detective, ma non riuscendoci è diventata una bravissima addestratrice di cani poliziotti. In particolare, di una minuscola chihuahua che chiamò Fiera. Un cane da borsetta o come la prendevano in giro i colleghi: “finalmente un cane della tua taglia”. Fiera era diventata il poliziotto che lei avrebbe tanto voluto essere. Era la sua rivincita.
I cani non capiscono il nostro mondo. Eppure intuiscono le nostre emozioni meglio di quando facciamo noi stessi, perché sono soltanto questo, pura emozione. Ecco perché Margarita è capace ci mostrare a Bowie le emozioni che non mostra a sua figlia.
Il legame tra Mónica e la sua belva è la cosa che mi è piaciuta di più, come i tanti spunti di riflessione ivi presenti. Molti di noi, come la giovane addestratrice riescono a stabilire un rapporto più equilibrato con il proprio animale piuttosto che con i famigliari o colleghi.
I cani ci avvicinano, riducono le nostre differenze sociali e culturali. Quando si salutano, ci obbligano a intavolare conversazioni con persone con cui, normalmente, non parleremmo mai.
Le cattive figlie sono figlie normalissime che come tutte noi, spesso sentono o hanno paura di aver deluso la loro madre. Così Mónica e così le sue amiche d’infanzia: Ruth è diventata psichiatra per comprendere le relazioni disfunzionali nella propria famiglia; Suselen vive a Londra per sfuggire alla sua famiglia ed infine Gabriel che ha ancora la testa fra le nuvole.
Quando poi le amiche scoprono l’agenda della vittima con annotati i nomi delle loro madri che avevano negato di conoscere la vittima, questo senso di incomprensione madre e figlia aumenta. Quando il rapporto di fiducia si è così incrinato da mentire su una cosa così grave?
Come avrete capito è un giallo particolare. Un giallo al femminile che analizza molto i rapporti umani e la capacità di esprimere emozioni. Un giallo che merita di essere letto, perché potrebbe stupirvi.
Quando Suselen salì sul taxi si accorse di non avere più voce…durante il tragitto, creò un gruppo WhatsApp. Nel cuore della notte Gabriel, Mónica e Ruth ricevettero una notifica che non si aspettavano. Il nome del gruppo non sorprese nessuno. Insieme una foto che non ricordavano, in cui sorridevano tutti sdentati sotto una magnolia della piazza, c’era scritto: “Le cattive figlie”.
Buona lettura.
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Vanessa Montfort
(Barcellona, 1975) è scrittrice e drammaturga. Dopo una laurea in Scienze dell’informazione, ha pubblicato tre romanzi e diretto varie opere teatrali che spaziano dalla commedia al dramma, al musical e al genere fantastico. Dal 2015 dirige la Compañía Teatral Hijos de Mary Shelley, a Madrid. In Italia ha esordito con Donne che comprano fiori (Feltrinelli, 2017), un fenomeno letterario internazionale tradotto in tutto il mondo. Altri suoi titoli pubblicati con l’editore Feltrinelli sono: Il sogno della crisalide (2020), La donna senza nome (2021), Il club