Il criminale pallido




A cura di Salvatore Argiolas


Autore: Philip Kerr

Traduzione: Patrizia Bernardini

Editore: Fazi Editore

Genere: Thriller storico

Pagine: 318

Anno di pubblicazione: 2020

Sinossi. Dopo Violette di marzo, il secondo capitolo della trilogia berlinese di Bernie Gunther: un grande classico del poliziesco. Durante la torrida ondata di caldo estivo che affligge Berlino nel 1938, il popolo tedesco attende con ansia l’esito della conferenza di Monaco domandandosi se Hitler trascinerà l’Europa in una nuova guerra. Nel frattempo, in città sono scomparse diverse ragazze adolescenti, tutte bionde con gli occhi azzurri, tutte bellezze ariane. Heydrich in persona assolda il detective Bernie Gunther, costringendolo a tornare nella Kriminalpolizei, a capo di una squadra che faccia luce sul caso. Mentre qualcuno cerca di far ricadere la colpa su un membro della comunità ebraica, l’investigatore si cala nei meandri della prostituzione, della pornografia e della stampa estremista: la Germania hitleriana, sotto la sua patina di ordine e decoro, nasconde sentieri sotterranei cosparsi di depravazione. E, come se non bastasse, la Notte dei cristalli è alle porte. Colpi di scena, depistaggi, intuizioni e una buona dose di maleducazione: tutto quello che serve per un romanzo poliziesco vecchio stile riuscito in pieno, frutto di una mente geniale. Con Il criminale pallido Kerr si conferma maestro: è il momento di riscoprire l’iconico Bernie Gunther, il detective privato antinazista più scorretto di sempre.

Recensione. “Il criminale pallido” è il secondo episodio della cosiddetta “trilogia berlinese” di Philip Kerr inserito tra il primo “Violette di marzo” e il terzo “Un requiem tedesco”.
Questi romanzi, scritti tra il 1989 e il 1991, dal 2006 hanno poi avuto ben undici sequel non tutti tradotti in italiano.

Bernie Gunther ex ispettore di polizia berlinese e investigatore privato molto simile ai personaggi di Hammett e Chandler, viene ingaggiato per scoprire chi ricatta la direttrice della casa editrice Lange per le passioni omosessuali del figlio depravato e appassionato di occultismo.

Nel frattempo a Berlino si susseguono degli omicidi di giovani ragazze che sembrano seguire un rituale ben preciso e per trovare il responsabile di questi orrendi delitti il comandante dell’SD, il servizio segreto delle SS e contemporaneamente anche della della Gestapo, il servizio segreto statale, Reinhard Heydrich lo convoca per fargli un’offerta che non può rifiutare, indagare su questi omicidi che paiono rituali.

C’è un maniaco in giro per le strade di Berlino, Herr Gunther”. Alzai le spalle. “Non si nota tanto”, osservai. Heydrich scosse la testa con impazienza. “No, non intendo uno delle truppe di assalto che picchi un vecchio ebreo. Intendo un assassino. Ha violentato, ucciso e mutilato quattro giovani tedesche in altrettanti mesi.” “Non ho visto niente di tutto questo sui giornali.”

Heydrich si mise a ridere.

I giornali pubblicano solo quello che vogliamo noi, e c’è il divieto di pubblicare questa notizia,” Grazie a Streicher e al suo fogliaccio antisemita, la colpa ricadrebbe unicamente sugli ebrei.”

La pesante atmosfera di sospetto e paranoia che grava sul Terzo Reich porta i gerarchi a temere un’azione propagandistica che andrebbe a svantaggio di alcuni per favorire l’ascesa di altri politicanti che tramano nell’ombra.

Esattamente” riprese Heydrich. L’ultima cosa che vogliamo è una sollevazione antisemita in questa città. Quella roba offende il mio senso dell’ordine pubblico. Mi offende come poliziotto. Quando decideremo di eliminare gli ebrei lo faremo nel modo appropriato, non lasceremo che se ne occupi la marmaglia. E poi ci sono anche le implicazioni commerciali. Un paio di settimane fa certi idioti di Norimberga hanno deciso di distruggere una sinagoga. Guarda caso, la sinagoga era assicurata con una società tedesca. Il risarcimento è costato migliaia di marchi. Vedete dunque che le sommosse razziali sono deleterie per gli affari.”

Chiaramente in uno stato militarizzato e controllato come la Germania nazista è difficile pensare che ci possa essere un serial killer in libertà e per l’occasione Heydrich reintegra Gunther nella Kriminalpolizei, dandogli il grado di commissario e consentendogli di creare un gruppo d’azione composto da personaggi eccezionali come Marie Kalau vom Hofe, psichiatra legale dell’ospedale Charité di Berlino e Hans Illmann professore di Medicina legale all’università Friedrich Wilhelm.

Coadiuvato da questi esperti ostili al nazismo e da poliziotti che conoscono bene il mestiere Gunther riesce a comprendere il piano criminale che promuove i delitti e scoprirà che anche il caso dei ricatti su cui indagava si inserisce nel quadro di un disegno eversivo dall’impatto devastante.

Se il tema del primo libro della trilogia era l’influenza politica del complesso industriale e militare sulla politica tedesca, ne “Il criminale pallido”, il cui titolo è tratto da una frase di Friedrich Nieztsche, in filigrana si scorge il grande rilievo dell’occulto e del “nazismo magico”, argomento poco noto ma di notevole interesse storico.

Bernie Gunther è consapevole che la sua inchiesta, insidiosa e piena di trappole può essergli fatale anche perché dal suo esito può dipendere il futuro del governo nazista e anche se riuscisse a scoprire i tanti loschi interessi che si celano dietro queste uccisioni rischia di essere travolto dalle inimicizie degli uomini al vertice del regime.

“Il criminale pallido” è un thriller intrigante che coniuga una trama di grande interesse ad uno sfondo storico drammatico e ancora doloroso che interseca e attraversa continuamente l’indagine poliziesca con puntuali riferimenti ben documentati come la conferenza di Monaco, la scuola delle SS nel castello di Wewelsburg e la cosiddetta “notte dei cristalli”,pogrom antiebraico in cui furono distrutte migliaia di case e furono deportati e uccisi numerosissimi ebrei.

Quella notte, tra il 9 ed il 10 novembre 1938, che fece capire a tutto il mondo la vera natura di tenebra del regime hitleriano, chiude anche il romanzo come a voler metter fine ad un periodo storico ed a presagire un futuro indefinito ma tragico e senza speranza:

L’acre fumo grigio restava sospeso in aria come l’ultimo respiro di anime sperdute. Ma ce n’erano sempre di più, e poi ancora di più, e i mucchi ardenti sembravano non diminuire mai, e mentre me ne stavo lì in piedi a fissare i tizzoni incandescenti e a respirare il caldo odore della caducità che moriva, mi sembrò di avvertire il sapore della fine di tutto.”

 

Le Ambientazioni

“Il criminale pallido” è ambientato principalmente a Berlino nel 1938, anno cruciale per la Germania nazista nella politica estera e anche sul versante nazionale.

Berlino 1938

A cinque anni dalla nomina di Adolf Hitler come cancelliere del Reich, il Fuhrer mette in atto i suoi propositi di creazione di una Germania egemone in Europa con l’invasione dell’Austria e successivamente con la sua annessione (Anschluss) in seguito ad un plebiscito.

La spinta espansionistica tedesca proseguì con la conferenza di Monaco del settembre del 1938 dove fu concesso il passaggio alla Germania del territorio dei Sudeti appartenente alla Cecoslovacchia.

Sul piano interno il 1938 vede Hitler assumere il comando supremo delle forze armate in febbraio e in novembre ci fu la famigerata notte dei cristalli in cui vennero deportati almeno trentamila ebrei e distrutte migliaia di sinagoghe, abitazioni e edifici  in seguito all’assassinio a Parigi del diplomatico tedesco Ernst vom Rath da parte di un ebreo di origine polacca.

Molti di questi avvenimenti come l’Anscluss, la questione dei Sudeti e la“notte dei cristalli” vengono ricordati nel romanzo, che si chiude proprio durante il pogrom antiebraico.

Castello di Wewelsburg

Berlino è la città protagonista del thriller anche se alcune parti sono ambientate a Norimberga e nel castello di Wewelsburg in Renania.

Negli anni Trenta Berlino era la città più vivace ed effervescente d’Europa e come scrive Kerr in “Violette di marzo”, primo libro della “trilogia berlinese”, era una “città dalle filosofie disinvolte e spensierate, con il jazz scadente e i cabaret volgari e con tutti gli eccessi culturali che avevano caratterizzato gli anni di Weimar e che sembrava una delle città più eccitanti al mondo ma era diventata una grande casa infestata dai fantasmi, piena di angoli bui, lugubri, sinistre cantine chiuse a chiave e la soffitta zeppa di poltergeist in libertà che urlano nella notte spaventando a tal punto i proprietari da indurli, talvolta, a vendere tutto e andarsene.

Norimberga

Sono tantissimi i romanzi che raccontano la Berlino degli anni finali della Repubblica di Weimar e dell’ascesa del nazismo e sarebbe impossibile citarli tutti ma devono essere ricordati almeno “Berlin Alexanderplatz” di Alfred Döblin, “E adesso pover’uomo” di Hans Fallada, “Addio a Berlino” di Christopher Isherwood che ha ispirato il celebre film “Cabaret”, “Mephisto “ di Klaus Mann e i più recenti romanzi di Volker Kutscher che fanno parte del ciclo “Berlin-Babylon”.

Tutti questi riferimenti letterari fanno da sfondo a “Il criminale pallido” che ha un suo luogo citato più volte proprio nella Alexanderplatz, chiamata spesso familiarmente Alex perché proprio lì aveva sede il presidio di Polizia Imperiale che fronteggiava il Tribunale Penale Centrale.

Dei due edifici, l’Alex, noto anche come “Disgrazia Grigia”, aveva un aspetto più brutale, con quella struttura tipo fortezza gotica, una torre a forma di cupola a ciascun angolo e due torrette in cima alla facciata centrale e quelle laterali. Con i suoi sedicimila metri quadri di superficie era un esempio pratico di robustezza, più che di bellezza architettonica.

Kaufhaus des Westens

Un’altra attrattiva di Berlino ancora attiva è il Kaufhaus des Westens o KaDeWe, il maggior grande magazzino della città, inaugurato nel 1907 che ospitava un celebre reparto alimentare.

Nel romanzo tra tanti luoghi celebri di Berlino come il viale Unter den Linden, il palazzo del Reichstag, bruciato in un incendio nel febbraio 1933, viene citato anche il famoso Zoo di Berlino, che fu teatro di uno dei più sanguinosi scontri della battaglia di Berlino alla fine della Seconda Guerra Mondiale e poi fu lo sfondo del libro e del film “Noi ragazzi dello zoo di Berlino” ambientati nella stazione ferroviaria adiacente allo zoo.

Bernie Gunther, il detective protagonista del libro risponde così a chi gli chiede come descriverebbe i berlinesi: “Vuole sapere cos’è un berlinese? Ai berlinesi piace che si faccia eccezione per loro. Ai berlinesi piace sentirsi eccezionali, ma allo stesso tempo piace anche mantenere le apparenze. In genere hanno tutti un aspetto simile. Ai berlinesi piace camminare e per questo molti hanno un cane: di quelli cattivi se sono mascolini, di quelli graziosi se sono qualcos’altro. La gente di questa città metterebbe il latte praticamente dappertutto, e la birra qui è presa tremendamente sul serio. Hanno i polmoni rovinati perché l’aria è malsana e perché fumano troppo e hanno un senso dell’umorismo che sembra crudele se non lo si capisce e ancora più crudele se lo si capisce.”

Berlino, questa metropoli così rutilante e frenetica non è mai stata molto permeabile al nazismo che ha avuto la sua culla al sud, in Baviera in particolare e anche nel 1938 con Hitler che comandava con mano ferrea il Terzo Reich, i berlinesi avevano un atteggiamento meno corrivo e prono verso i governanti.

Lo storico Golo Mann, figlio di Thomas, l’autore de “I Buddenbrook” racconta così la sua esperienza diretta dell’ascesa del nazismo in un’intervista a Enzo Biagi:

Ricordo fin troppo bene la presa del potere da parte di Hitler. Allora avevo già ventiquattro anni: ho seguito dall’inizio la crescita del mostro. A quattordici anni sono stato testimone del tentativo di impadronirsi di Monaco, il cosiddetto “Putsch” delle birrerie. Nel periodo successivo Hitler non è stato preso sul serio, nemmeno da parte mia. Nel 1929 ha avuto inizio la crisi, poi c’è stata la velocissima ascesa del Fuhrer, del suo partito. Perfino dopo ero ancora talmente cieco da credere che egli fosse stato ingaggiato dai cosiddetti conservatori, e che questi ultimi fossero i veri padroni del governo. Sono state sufficienti quatto settimane per capire che si trattava di un’illusione; nel marzo 1933 sapevamo tutti chi era che comandava davvero.

Erano tempi di una miseria incredibile. Senza quella povertà Hitler non sarebbe mai arrivato alla Cancelleria. L’inizio del disastro economico, la disoccupazione che minacciava anche di estendersi, migliaia di fallimenti. Questo l’ha fatto salire al potere e nient’altro.”

L’inchiesta sui misteriosi omicidi rituali di diverse ragazze porta il commissario Gunther a Norimberga per indagare su di un sadico gerarca nazista, Streicher, sospettato di essere l’assassino.

All’inizio del diciottesimo secolo Norimberga era la più grande città dell’antico regno di Franconia e uno dei principali centri commerciali verso Venezia e l’oriente. Era ancora la più importante città commerciale e industriale della Germania meridionale, ma adesso il suo valore era accresciuto dal fatto che era la capitale del nazionalsocialismo. Ogni anno ospitava le oceaniche adunate del partito ideate dall’architetto di Hitler.”

Processo di Norimberga

Nel dopoguerra Norimberga fu scelta per ospitare il grande processo ai grandi criminali di guerra nazisti proprio perché era stata la città più simbolica del periodo hitleriano.

Uno di questi raduni citati, quello del 1934, è stato filmato nel documentario propagandistico “Il trionfo della volontà” dalla regista Leni Riefensthal su incarico diretto del Fuhrer e documenta il fervore e il consenso del popolo al partito da poco asceso al potere.

Leni Riefensthal girò anche un altro celebre documentario, “Olympia” sulle Olimpiadi di Berlino del 1936 che fanno da sfondo a “Violette di marzo

 

Philip Kerr


Nato nel 1956 a Edimburgo, ha esordito con Violette di marzo, pubblicato per la prima volta nel 1989. Grazie alla trilogia berlinese di Bernie Gunther (Violette di marzo, Il criminale pallido e Un requiem tedesco) viene considerato un maestro del thriller. Fazi Editore ha pubblicato Violette di marzo nel 2020. I diritti della trilogia sono stati opzionati da Tom Hanks per farne una miniserie in coproduzione con HBO.

 

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