Il discepolo




Recensione di Manuela Fontenova

Autore: Hans Rosenfeldt e Michael Hjorth

Traduttore: Roberta Nerito

Genere: Thriller

Casa editrice: Einaudi

Pagine: 667

Anno di pubblicazione: 2013

Gli estimatori di Sebastian Bergman possono finalmente tirare un sospiro di sollievo: Einaudi ha annunciato che nel 2017 verrà pubblicato il tanto atteso terzo capitolo della serie. Se in Svezia è stato pubblicato un quinto libro, in Italia dopo il Discepolo del 2013, stavamo quasi perdendo ogni speranza di andare oltre il secondo, e a dir la verità, dopo averlo finito, posso capire l’impazienza dei lettori. Sarei stata disposta ad imparare lo svedese pur di non interrompere la lettura della serie.Dopo un primo romanzo “Oscuri segreti” (2011), in cui l’azione scarseggiava, lasciando largo spazio alle indagini a tavolino e allo studio delle dinamiche investigative, Hjorth e Rosenfeldt, tornano con un thriller adrenalinico ed incalzante, in cui niente viene lasciato al caso e che continua a stupire il lettore anche quando ormai sembra tutto finito. E poi ancora, e poi ancora un’altra volta.

Una serie di feroci delitti sta terrorizzando Stoccolma: quattro donne sono state uccise nelle loro case, tutte con la medesima modalità, esattamente come le vittime della furia omicida di Edward Hinde, uno spietato assassino che negli anni ‘90 si era fatto conoscere come uno dei più pericolosi serial killer della Svezia. All’epoca solo un uomo era riuscito ad interrompere il ciclo di morte e violenza del criminale: Sebastian Bergman, uno dei migliori profiling del paese. E’ merito suo se Edward da 14 anni è rinchiuso nel penitenziario di Lövhaga.

Ma questi omicidi ricalcano in ogni dettaglio il modus operandi del “Maestro”, il rituale è eseguito alla perfezione.

Si tratta forse di un copycat?

Probabile, ma stavolta le vittime non sono casuali, stavolta c’è un bersaglio: le quattro donne erano state tutte “sentimentalmente” legate a Sebastian.
Che dietro agli omicidi ci sia lo stesso Hinde?
Ma chi lo aiuta, chi è il “Discepolo”?
C’è davvero un legame o è solo l’opera di un esaltato?

Sebastian sempre in lotta con i suoi demoni, è di nuovo costretto a pregare di essere coinvolto nelle indagini della Squadra Omicidi. Nessuno conosce Hinde più di lui, la sua cattura gli è fruttata la pubblicazione di più libri e una fama che ancora oggi non lo abbandona. Ma questo Sebastian non è più un uomo senza nulla da perdere, adesso ha qualcuno da proteggere, un facile bersaglio per il criminale: la prossima vittima?

In un’estenuante corsa contro il tempo, Sebastian dovrà scavare nel suo passato e nella sua anima, fare i conti con il proprio egoismo per porre fine, di nuovo, dopo 14 anni ad una scia di morte, che lui stesso, inconsapevolmente potrebbe aver causato.

Le differenze con il primo romanzo sono nette: qui non c’è spazio per le ricostruzioni accurate, il ritmo è serrato, l’assassino potrebbe colpire da un momento all’altro. Indagini e rilievi ci sono ma quasi tutto si svolge sul campo, la scena del crimine è ormai come un secondo ufficio per la squadra omicidi che i due autori non tralasciano di farci conoscere e apprezzare: Torkel, Ursula, Vanja e Billy. Ecco che proprio Billy, rimasto sempre in ombra, trova adesso nuova vita, abbandonando il suo ruolo puramente tecnico, e dimostrandosi un abilissimo poliziotto.

Anche Sebastian è cambiato: è ora di lasciarsi alle spalle l’atteggiamento da cinquantenne bello e dannato, donnaiolo incallito. Finalmente lo vediamo per quel che è, un uomo devastato dal dolore che la speranza di un nuovo affetto rende nuovamente apprezzabile come essere umano. Se in Oscuri segreti si parlava del colpevole come “l’uomo che non era un assassino”, qui abbiamo invece “l’uomo alto”. Io trovo che questo modo di presentarci il “cattivo” sia davvero efficace: desta attenzione, spinge il lettore a cercare somiglianze con ogni individuo che si affaccia sulla scena.
Durante la lettura si ha spesso una sensazione di asfissia, oppressione. Il tempo incalza, le aggressioni si fanno più ravvicinate e il clima, con un caldo torrido e umido, sembra amplificare le nostre percezioni, come se gli autori con la meteoropatia cercassero di suggestionare il lettore. E ci riescono, era da tempo che non leggevo un thriller così coinvolgente. Sono quasi certa di aver sentito il mio cuore perdere qualche battito in alcuni passi per poi riprendere a tutta velocità solo poche righe dopo.

Quasi 700 pagine di pura adrenalina e suspance, in cui non ho trovato un paragrafo, una frase né tantomeno una parola superflua.

Che emozioni!
Un altro merito degli autori è stato, a mio avviso, quello di aver inserito nella narrazione, piccole sintesi del libro precedente, per aiutare la lettura. Tra i due romanzi ci sono circa due anni di distanza e una piccola rinfrescata serve.

Potrei dirvi che per leggere il Discepolo non è strettamente necessario aver letto Oscuri segreti, ma vi perdereste un bel thriller e un bell’esordio di una serie che non credo smetterà di appassionarci. Se non lo avete ancora letto, o se avete voglia di approfondirne alcuni aspetti o semplicemente di confrontarvi con altri appassionati della serie, vi invito a leggerlo con noi sulla nostra pagina Facebook, Thrillernord. Dal 27 febbraio daremo il via ad una lettura condivisa “Un capitolo al giorno. Oscuri segreti”, una bella occasione per scambiarci opinioni e per placare insieme l’impazienza per la prossima pubblicazione del terzo capitolo delle cronache di Sebastian Bergman.

Michael Hjort, Hans Rosenfeldt  


M. Hjort – H. Rosenfeldt – Hans Rosenfeldt è un drammaturgo, attore e anchorman televisivo. Per Einaudi ha pubblicato Oscuri segreti (2011) e Il Discepolo (2013). Michael Hjorth è uno dei fondatori e proprietari della società di produzione Tre Vanner, specializzata in film per il grande e piccolo schermo.

Acquista su Amazon.it: