Il giorno dell’ape




Paul Murray


Traduttore: Tommaso Pincio

Editore: Einaudi

Collana: Stile Libero Big

Genere: Narrativa

Pagine: 664 p., R

Anno edizione: 2025


Sinossi. «Il passato è così, vero? Credi di essertelo lasciato alle spalle, poi un giorno entri in una stanza e lo trovi lì ad aspettarti». Un irresistibile romanzo famigliare di desideri, solitudini e macerie senza fine ma, forse, con un inizio preciso. La famiglia Barnes è nei guai. La concessionaria di Dickie sta per fallire, ma lui, invece di affrontare la situazione, trascorre le giornate costruendo un bunker a prova di apocalisse. La moglie Imelda, nel frattempo, si è messa a vendere i gioielli su eBay, la figlia adolescente Cass, ex prima della classe, sembra voler sabotare la sua carriera scolastica e PJ, il figlio dodicenne, sta allestendo un piano per scappare di casa. Che cosa è andato storto per i Barnes, al punto da mandare tutto in rovina? Al tempo stesso affresco famigliare e ritratto della contemporaneità, “Il giorno dell’ape” è un indimenticabile tour de force pieno di umorismo e calore umano.

“Il mondo è com’è. Non è colpa tua. Tutto quello che puoi fare è pensare alla tua famiglia. Fare del tuo meglio per proteggerla dal peggio. E quando il mondo irrompe, assicurarti che non soffra.”

 Recensione

di

Loredana Cescutti


“Tutti noi abbiamo dei problemi. Ma spesso, invece di accettare la verità su noi stessi, preferiamo nasconderla sotto il tappeto. Cerchiamo di trasformarci in ciò che pensiamo di dover essere. Molte delle brutture che ci sono al mondo provengono da persone che fingono di essere qualcosa che non sono.”

Una saga atipica e moderna, dove passato e presente si incrociano e susseguono grazie agli occhi, la memoria e la voce personalissima dei diversi protagonisti, che di volta in volta raccontano e si raccontano.

Un librone importante che al di là delle battute, i ricordi e anche le risate, talvolta amare, nasconde e racconta argomenti profondi, tematiche che lasciano il segno.

“In quel posto tutti vedevano tutto Tanto valeva farsi gli affari propri nella piazza del paese.”

La voce dei ragazzi trasmette la reale percezione dei problemi visti attraverso i loro occhi, che spesso appaiono insormontabili anche se a volte, basterebbe poco per affrontarli facilmente mentre talvolta, sono realmente enormi a tal punto da arrivare a sentirsene sopraffatti.

Per quanto riguarda gli adulti, poi, si apre realmente “un mondo” a livello di tematiche che può arrivare a schiacciarti.

Immagino che chiunque lo vorrebbe. Essere come gli altri. Ma nessuno è come gli altri. È questa la sola cosa che abbiamo in comune.”

Scelte, rinunce, vere e proprie maschere indossate per una vita intera, disperazione, aspettative mancate, disillusioni, identità.

La vita.

Le possibilità che si scontrano con la realtà.

“Siamo tutti diversi, ma pensiamo tutti che gli altri siano uguali…”

Una penna incredibile, un narratore sbalorditivo e sorprendente, che è riuscito a catturare perfino una lettrice come me, refrattaria a certi argomenti, che nell’affrontare la narrativa, pondera le scelte in modo certosino, poiché non leggendone moltissima, devo realmente rimanerne colpita da subito, da quel qualcosa in più.

Le tematiche che aleggiano fra le pagine arrivano a piegarti anche se in realtà non portano nulla di nuovo, semmai rimarcano certi concetti ancora non compresi o accettati da tutti.

Si parla semplicemente di diverse facce di realtà che ci circondano, che spesso ci toccano personalmente lasciandoci un qualcosa di importante che apre gli occhi.

Se ancora ce ne fosse bisogno.

Il passato resta con noi, in moltissimi modi inaspettati. Se non ci abbiamo fatto pace, si ripresenterà di continuo.”

Un messaggio importantissimo, che fuoriesce fra le pagine, che invita a non fermarsi alla superficie della vita, a non sfiorarla e basta bensì ad affrontarla, prendendo con coraggio ciò che viene e soprattutto, che insegna a rimanere insieme senza paura, nel bello e soprattutto nei momenti negativi e che non bisogna mai smettere di parlare.

Di parlarsi.

Il periodo migliore era quindi incastonato nel periodo peggiore.”

La comunicazione in famiglia, viene rilanciata in modo potente, che nell’assenza si percepisce come il più grande pericolo di disgregazione di un nucleo e che invece, in una presa di coscienza della sua importanza, ricomincia a tendere i fili di legami andati perduti quasi inconsapevolmente in una quotidianità fatta di silenzi disattesi e soprattutto dimenticati.

Un finale che ti fa rizzare letteralmente il pelo sulle braccia, che ti lascia lì, con il brivido di un ignoto difficile da affrontare ma, che può essere anche letto come una rinnovata promessa.

Starà al lettore immaginare una conclusione possibile.

Una storia, che nella sua imponenza, più che di parole, ha bisogno di essere letta.

“Non è troppo tardi, possiamo ricominciare.”

Buona lettura!

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Paul Murray


nato nel 1975 a Dublino, vi risiede e lavora.Figlio di un professore emerito e un’insegnante, dopo il liceo al Blackrock College, ha studiato letteratura inglese al Trinity College e si è laureato in scrittura creativa all’Università dell’Anglia orientale. Dopo aver lavorato come libraio, ha esordito nel 2003 con il romanzo “An Evening of Long Goodbyes” giungendo finalista ai Costa Book Awards e al Kerry Group Irish Fiction Award. In seguito, ha pubblicato altri tre romanzi, “Skippy muore” nel 2010, “The Mark and the Void” nel 2015 (vincitore del Bollinger Everyman Wodehouse Prize l’anno successivo ex aequo con Hannah Rothschild) e “The Bee Sting” nel 2023.