Il giorno mangia la notte




Recensione di Francesca Mogavero


Autore: Silvia Bottani

Editore: SEM

Pagine: 288

Genere: Narrativa

Anno di pubblicazione: 2020

 
 

 

 

 

Sinossi. Milano, estate. Le vite di tre sconosciuti all’improvviso s’intrecciano l’una con l’altra a doppio filo. Sullo sfondo, scintillante e buia, vive una città in piena, inarrestabile trasformazione. Giorgio è un cinquantenne che soffre di gambling patologico. Ex pubblicitario rampante, oggi è un uomo cinico, cocainomane, dipendente dall’alcol e separato dalla moglie Marina, di cui è ancora profondamente innamorato; Naima è una bella ragazza di venticinque anni, italiana di origine marocchina, che pratica kickboxing e lavora come insegnante di sostegno in una scuola elementare; Stefano, figlio di Giorgio, è un ventottenne violento, praticante avvocato e militante neofascista. Una sera, braccato dai debiti e dai suoi più cupi fantasmi, Giorgio rapina una donna per strada. Lei cerca di resistere, lo insegue, grida, chiama aiuto, ma viene travolta accidentalmente da un’auto. La donna immobile sull’asfalto è la madre di Naima. Giorgio non sa, non può sapere, che il suo destino da qui in avanti sarà legato alle due donne. A causa di suo figlio Stefano. Il giorno mangia la notte è il sorprendente esordio narrativo di Silvia Bottani, un romanzo speciale, di grande intensità e tenuta letteraria, e sempre molto, molto godibile. È una storia dura come possono essere dure le città del mondo in cui viviamo, con tutte le loro contraddizioni e mescolanze. È una storia di disfatte e di rivincite. È una storia d’amore ruvida e tenera allo stesso tempo. È un meccanismo narrativo perfettamente costruito che dà voce a un coro di personaggi commoventi e indimenticabili.

 

Recensione

Quante volte, leggendo un romanzo o un racconto, ci è capitato di esclamare tra i pensieri:

“Anch’io sono così!”, oppure “Questo personaggio mi somiglia!”?

E via a sovrapporre il nostro viso, le nostre movenze, al volto e al corpo del protagonista o del comprimario con cui siamo entrati in sintonia.

Ecco, con Il giorno mangia la notte è difficile che succeda. Come empatizzare con Giorgio, fanfarone schiavo del gioco, dell’alcol e del facile sesso? Come legare con suo figlio Stefano, biondo cherubino dal credo politico nero? Come provare affinità con Naima, troppo bella e troppo arrabbiata?

Eppure – ed è questa la forza e la straordinaria ventata di novità dell’esordio di Silvia Bottani – siamo portati a seguirli, a osservarne le vicissitudini, le cadute, gli errori, con crescente partecipazione, come si fa con quegli amici con cui si ha ben poco in comune, a parte un incrollabile affetto che resiste alle discussioni, alle incomprensioni, alle lontananze. O come con quelle storie che intuiamo fin dal principio ci travolgeranno, ma nelle quali ci gettiamo a capofitto e senza paracadute.

Perché non se ne può fare a meno, perché è spontaneo e naturale, e la natura non necessita di spiegazioni né di troppe parole.

Naima, Stefano e Giorgio sono tre destini in disordine, che trovano, se non proprio un equilibrio, una nuova dimensione intrecciandosi in una combinazione che ha dell’incredibile e del fatale: una tragedia è l’innesco per un turbine di eventi, di notti votate allo sperpero di soldi e di vita, di pulsioni che sorprendono e non possono essere soffocate, di giorni passati in silenzio a scrutare nell’abisso e a lasciarsi andare alla deriva, ma anche di amore, di scoperte, possibilità e di scelte. Tre personaggi con un bagaglio di contraddizioni e angoli oscuri, in una Milano scomoda e feroce che modella e infrange maschere, ma alla quale basta essere illuminata da un raggio sui Navigli per sfolgorare e incantare.

Come una croupier esperta e senza fronzoli, l’autrice getta sul tavolo le sue creature di carta, le vediamo brillare sul tavolo verde vasto e impietoso, poi con un abile gioco di mani le nasconde nuovamente nella manica, o forse le rituffa nel mazzo della folla:

Stefano riscriverà la propria definizione di libero arbitrio?

Naima farà pace con se stessa, imparerà a guardarsi allo specchio senza armatura né guantoni?

Giorgio risalirà incolume la china in cui è precipitato con ogni centimetro del suo corpo?

Oppure “quel mondo lì, quello in cui eravamo i re, è andato. Non sarà mai come prima”, e poco conta provare a riprendersi lo scettro o sedersi nella disperazione?

In fondo, una risposta non è necessaria, non adesso, perché a volte è sufficiente calarsi nel fiume, senza aspettare di veder passare i corpi dei nemici (avversari reali? Demoni interiori?), ma immergersi del tutto, per un minuto o un’esistenza intera, fondersi con il buio della notte e dell’ignoto: magari, quando si riemerge, è già mattina.

 

A cura di Francesca Mogavero

https://www.buendiabooks.it

 

 

Silvia Bottani


Silvia Bottani è nata e vive a Milano. Giornalista, si occupa di arte contemporanea e collabora con diverse agenzie di comunicazione. Suoi interventi sono stati pubblicati da “Doppiozero”, “Riga”, “Sapiens”, “Arte”, “Rivista Segno”, “CultFrame”. Il giorno mangia la notte è il suo primo romanzo.

 

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