Il metodo della fenice




Recensione di Simona Sireus

Autore: Antonio Fusco

Editore: Giunti

Pagine: 240

Genere: Noir

Anno Pubblicazione: 2016

 

 

 

 

Eccoci nuovamente in compagnia del commissario Tommaso Casabona nel suo terzo caso dopo i romanzi “Ogni giorno ha il suo male” e “La pietà dell’acqua”.
Anche questa volta il commissario si trova ad indagare su alcuni omicidi.

Il primo è quella di una ragazza il cui cadavere è stato rinvenuto, nudo e parzialmente carbonizzato, sotto un ponte ai confini di un bosco della provincia toscana di Valdenza.
Seguirà il ritrovamento del cadavere di un ragazzo annegato, considerato il presunto assassino del primo omicidio, trovato chiuso nella propria auto in fondo al lago.
Poi la morte di una ragazza colpita all’addome da un coltello, successivamente alla quale il padre, dopo il ritrovamento, entra in stato catatonico.

A seguito delle indagini queste morti verranno collegate a quella, avvenuta nel 1969, di una ragazza madre trovata, sgozzata e col corpo parzialmente bruciato, nella cantina di un casolare in territorio di competenza della questura di Firenze.
Tutto conduce a “La siepe”, una comunità che accoglie bambini con situazioni famigliari difficili o orfani, minori che vengono destinati all’adozione.
Ma non è così semplice: quello che dovrebbe essere un luogo educativo si rivela un luogo di terrore, enormemente pericoloso se si considerano le morti e le sparizioni di diverse persone ad esso legate.

“Il metodo della fenice” è sicuramente un libro scritto bene e da una persona addetta ai lavori; lo si evince dalla trama ma soprattutto dall’accuratezza dei dettagli che ne fanno la differenza: i meccanismi che entrano in gioco in un’indagine e i rapporti tra i vari gradi all’interno del sistema giudiziario, il tutto senza ombra di pedanteria descrittiva.
La narrazione è divisa in tre parti i cui titoli e citazioni richiamano la vicenda.
La lettura scorre e l’autore riesce anche in questo romanzo a servirsi di una trama apparentemente semplice per suscitare nel lettore quel tanto di curiosità che lo porterà a rimanere incollato alle pagine sino al termine dell’indagine.

Come nei precedenti romanzi Fusco inserisce nella trama qualche vicenda della vita personale di Casabona, soprattutto riguardo al rapporto con la moglie. Dopo una ventina d’anni di matrimonio la loro unione sta attraversando un periodo di crisi che sfocerà, in quest’ultima storia, in una momentanea separazione.
Casabona, apparentemente cinico ma in realtà sensibile, cerca di darsi delle risposte rispetto all’allontanamento della moglie fino ad arrivare a dubitare della sua fedeltà.

Il finale riserva una spiacevole sorpresa e il commissario si ritrova, senza avere alcun dubbio, a prendere una difficile decisione. Ho apprezzato questo finale dal quale traspare tutta la maturità di una persona che, nonostante la dedizione al proprio lavoro, conosce quali sono le priorità della vita.

Ma la domanda d’obbligo è: chissà se questo finale ci riserverà un seguito o è un modo utilizzato dall’autore per farci salutare il protagonista? I lettori sicuramente sperano di poter incontrare nuovamente il commissario Casabona, ma il tutto è rimesso alla volontà di Fusco.
Comunque la serie è perfetta anche se dovesse rimanere una trilogia.

 

Antonio Fusco


Antonio Fusco è nato a Napoli nel 1964, è funzionario nella Polizia di Stato e criminologo forense. Dal 2000 si occupa di indagini di polizia giudiziaria in Toscana. Ogni giorno ha il suo male, suo romanzo di esordio, è stato accolto da un grande successo di pubblico e di critica, ottenendo il Premio Scrittore Toscano (Menzione speciale gialli e noir) e il Premio Garfagnana in Giallo 2014.

 

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