Il mistero della vetreria




Recensione di Nadia Beggio


Autore: Margaret Armstrong

Traduzione di Tiziana Prina

Editore: LeAssassine – Collana Vintage-

Genere: giallo

Pagine: 220

Anno di pubblicazione: Prima edizione 1939 /Prima edizione italiana: 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

Sinossi. La signorina Trumbull, una newyorkese di mezza età dai modi impeccabili e dall’eloquio facile, decide di lasciare la sua comoda dimora per andare a trovare in campagna Charlotte, una vecchia compagna di scuola, al cui invito non può più sottrarsi, anche se la giudica troppo cupa e triste per i suoi gusti. Fortunatamente la presenza di Phyllis, una giovane cugina di Charlotte, e quella di Leo, figlio di Frederick Ullathorne, noto artista del vetro, sembrano rendere piacevole il soggiorno della donna. Tuttavia la situazione precipita quando nel laboratorio dove si producono le vetrate artistiche vengono ritrovati nel forno dei resti che sembrano appartenere a un essere umano. Ben presto si arriva alla conclusione che questi siano di Frederick Ullathorne, uomo dal pessimo carattere, dispotico con i dipendenti e con il suo stesso figlio. Per questo motivo molti potrebbero essere i responsabili dell’omicidio; quando però i sospetti si addensano su Leo , la signorina Trumbull, che ha un debole per le indagini, decide di mettersi a investigare per proprio conto ed effettivamente riesce a “vedere ciò che altri non hanno visto”. Così facendo finisce però per mettere a repentaglio anche la propria vita.

 

 

 

Recensione

” Immagino che il tempo, bello o brutto che sia, abbia spesso fatto la differenza nella vita delle persone…tuttavia , mi rendo conto che se il sole non fosse stato così splendente in quel particolare lunedì mattina , niente di quello che è avvenuto a Bassett’s Bridge sarebbe accaduto esattamente allo stesso modo, e anzi una parte non sarebbe successa affatto…perché io non sarei stata là…

Correva l’anno 1939…In un soleggiato lunedì mattina del mese di Marzo , la signorina Trumbull, una “zitella” newyorkese , decide a malincuore di lasciare la sua comodissima casa “sospirai e mi raggomitolai nel mio bel letto soffice….sospirai di nuovo quando sentii far scorrere l’acqua bollente nel mio bagno” e di recarsi in campagna a Basset’s Bridge ospite di Charlotte, “una spilungona pallida e silenziosa dai grandi occhi spauriti,” una lunatica ex compagna di college, più propensa alla osservazione degli uccelli che ad intrecciare relazioni umane.

Con sorpresa, il soggiorno in campagna della signorina Herriet Trumbull si rivela piacevole grazie alla compagnia di Phyllis Blair, “una cara personcina, graziosa, vivace e snella con splendenti capelli rossi, gli scintillanti occhi blu e le guance color pesca…” ospite a sua volta della cugina Charlotte. Durante una passeggiata mattutina con le amiche, si ritrova a visitare la Vetreria di Frederick Ullathorne, uomo burbero e poco amato, e del suo giovane figlio Leo “era evidente che Phyllis e Leo erano innamorati “e ad ammirare la meravigliosa vetrata, “E i colori! E i disegni! E’ bella come una vetrata di Chartes!” destinata alla cattedrale di St. John the Divine in Morningside Heights in N.Y., cogliendo “quella sfumatura così accesa di rosso” dovuta ad un imperdonabile errore nella cottura del vetro da parte di Jake Murphy lavorante nella vetreria.

In compagnia dei giovani amici Phyllis e Leo, nel paesino agreste, dove tutti conoscono tutti, le giornate della signorina Harriet Trumbull scorrono serene finchè la domenica pomeriggio la vita tranquilla del villaggio viene turbata da un efferato omicidio…ci sono ossa nel forno della vetreria!!

“Nessun dubbio al riguardo, temo. C’è in circolazione un omicida: il dottore dice che sono ossa umane; ne ha avuta conferma al microscopio, ma non sa dire se appartengano a un uomo o a una donna, con i pochi resti a disposizione: niente carne o pelle o capelli, capite.”

Nel forno della vetreria Ullathorne, vengono rinvenute delle ossa ormai carbonizzate, e solo grazie al riconoscimento di una protesi dentaria, avvenuto tramite il figlio Leo, si scoprirà che proprio quelle ossa appartengono al proprietario Frederik Ullathorne ….o forse non tutto è come sembra?

Sono diversi i sospettati dell’omicidio del noto creatore di vetrate inviso a molti per il suo caratteraccio, ma le indagini, affidate all’ispettore Skinner, languono e così La signorina Trumbull , grazie alla sua spiccata curiosità e alla certezza di essere più abile del detective incaricato del caso nel riuscire a “vedere ciò che altri non hanno visto“, decide di scovare l’assassino mettendo a repentaglio la sua stessa incolumità.

E’ un giallo che non risente dell’età! La lettura è piacevole con la storia che si dipana tra la campagna e la città , i protagonisti sono tutti molto ben delineati con una particolare attenzione alle figure femminili mai banali o scontate e la vetreria, scelta come luogo del delitto, dà l’opportunità di immergere il lettore nell’arte vetraria dei primi del novecento. Ma la protagonista indiscussa del romanzo è la signorina Harriet Trumbull una simpatica “impicciona dei primi del novecento” al pari della più moderna Jessica Fletcher. In sua compagnia le pagine scorrono veloci nel tentativo di cercare senza indugi l’omicida che possa scagionare le persone a Lei care. E’ una donna agiata, determinata e “zitella”, che stupisce per la sua emancipazione e al contempo rallegra con il suo lato romantico aiutando i due giovani innamorati a convolare a nozze.

Ma chi può essere l’omicida?? E’ un uomo o una donna?? Cosa nasconde il passato di Frederik Ullathorne ?? Bravissima è l’autrice a disseminare indizi e a depistare fino all’ultima pagina…Noooo…non ci posso credereeee!!

Ancora una volta invito i lettori amanti del genere a conoscere il minuzioso lavoro e la passione che spinge Tiziana Prina nella ricerca di veri bijoux tutti al femminile da proporre nella Collezione Vintage delle Edizioni LeAssassine.

 

 

 

Margaret Armstrong


Margaret Armstrong nacque nel 1867 a New York da una famiglia socialmente molto in vista. Per gran parte della sua vita fu illustratrice molto apprezzata di copertine in stile Art Nouveau e solo in età avanzata si dedicò alla scrittura, diventando un’esponente tardiva della Golden Age. Scrisse infatti solo tre romanzi gialli che trovarono un’eco molto positiva nella critica; tra i suoi lettori ebbe anche Agatha Christie. Haycraft, uno dei maggiori studiosi del genere giallo, la considerò tra le migliori scrittrici che ricorsero nei loro romanzi alla tecnica dell’HIBK (Had I But Know ovvero “se lo avessi saputo”), di cui un’altra autrice americana, Mary Roberts Rinehat, fu l’iniziatrice.

 

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