Recensione di Patrizia Argenziano
Autore: Sergio Cova
Editore: Happy Hour edi
Pagine: 224
Genere: noir
Anno di pubblicazione: 2017
“In fin dei conti dipingere un falso, e vederlo esposto in un museo, è come eseguire un delitto perfetto”.
Venezia è una città ricca di arte e fascino, ogni calle, ogni palazzo e ogni angolo, anche il più sconosciuto, fa brillare gli occhi e ti trasporta indietro negli anni, come per magia.
Giacomo Maran abita in questa città e come esperto d’arte può solo godere di tale fortuna; Maran, amante dell’arte e con un passato da falsario. Falsario buono, falsario quasi senza intenzione ma, si sa, le cose sfuggono facilmente di mano e le conseguenze non si fanno certo attendere. Comunque, tutto questo è acqua passata, oggi non dipinge più e si dedica esclusivamente all’autenticazione delle opere che gli vengono proposte.
La sua vita, ormai monotona, si accende nel momento in cui l’amico di sempre Giulio Dal Corso acquista un vecchio diario presso una libreria che sfoggia libri antichi e rari: il diario di un pittore, detto il Manolo, vissuto agli inizi del Novecento. Lo scritto rivela l’esistenza di un dipinto dello stesso Manolo sopra una tela di Modigliani.
E qui inizia una sorta di caccia al tesoro, anche perché Modigliani è una delle grandi passioni di Maran. Una caccia al tesoro tra le vie, i palazzi e le Chiese di Venezia, una corsa contro il tempo e contro ignoti perché strani accadimenti coinvolgono questa ricerca, omicidi compresi. E così mentre la polizia cerca di inchiodare Maran, ritenuto colpevole di morti, furti e truffa, lo stesso Maran cerca non solo il suo Modigliani ma anche chi vuole intrappolarlo a tutti i costi.
Una rocambolesca corsa per le bellezze della città, un tuffo nella storia passata, un viaggio nel mondo dell’arte, anche nei suoi aspetti più oscuri, un’incursione nella vita di Amedeo Modigliani e degli artisti che gli gravitano attorno.
Ed è così che il noir acquista quella sfumatura che lo contraddistingue da altri, la lettura ci apre uno scorcio alternativo su una Venezia insolita e lontana dai flash cinematografici, sui misteri legati alla vita di artisti che hanno fatto la storia, sul mondo dei falsari e dei trafficanti di opere d’arte.
A trascinarci in questa corsa è proprio Maran, un personaggio che sembra vivere alla giornata, in una semplicità quasi disarmante, sbarazzina, incurante dei pericoli ma contemporaneamente un personaggio fuori dalle righe che si divide tra sentimenti puri e genuini che gli toccano il cuore e desideri di rivalsa verso un mondo strano non esente da soggetti bizzarri e, appunto, loschi traffici.
Sulle spalle dell’autore, un grande, preciso, interessante lavoro di ricerca storica e artistica che prende vita attraverso la voce di Maran che, con passione, incuriosisce il lettore e lo coinvolge in disquisizioni sul tema.
Da leggere.
Sergio Cova
É nato a Varese nel 1978. I suoi primi scritti sono racconti, tra cui ricordiamo “ Tutta colpa di una pecora” (2008), pubblicato nella raccolta “Irlanda nel cuore”, “Il campione del mondo”, “Il piano perfetto “ (2009) e “ Eternità “ (2009). È del 2010 il racconto ispirato a Vincent Van Gogh intitolato “Il giallo”, sempre nel 2010 nella raccolta “365 storie cattive” viene pubblicato “Tlack”. Nel 2011, oltre ad altri racconti, esce il suo primo romanzo, edito da Pietro Macchione Editore, “Tutti colpevoli “. È tra i finalisti del Giallo Stresa 2012 “Il caso del cadavere scomparso” che ritroviamo poi nell’antologia “I delitti d’acqua dolce “. Nel 2013 esce “Una via d’uscita”, sempre Pietro Macchione Editore e, con “Ventitré” vince anche il premio Nebbia Gialla come miglior racconto inedito, pubblicato l’anno successivo sul n.3100 del Giallo Mondadori. Nel 2015, Happy Hour Edizioni pubblica “Il piano del gatto” che si discosta dal giallo classico. Il 2017 è l’anno, non solo, de “Il Modigliani perduto” ma anche di “Un caso di omicidio anzi due”, che vince il premio Nebbia Gialla come racconto inedito.
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